La puntata di ieri sera di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli, era dedicato alle varie authority. Il titolo era infatti Lautorità è debole. Le authority sono enti previsti dalla Costituzione, con lo scopo di tutelare i cittadini dai soprusi, difendere la loro privacy, sanzionare le aziende che abusano del loro potere.

Report ha mostrato chi guida questi enti, cosa fanno, che requisiti servirebbero (e che requisiti invece hanno) per i vari commissari e presidenti. Si è parlato del caso Consob, quando dopo le dimissioni di Cardia è rimasta senza presidente. La mancata nomina può essere vista come una scarsa Cardia oggi è passato alle Ferrovie dello Stato con uno stipendio di 80mila euro allanno. Si è parlato di AGCOM: Calabrò, presidente dell’ente, nonché poeta, lo ha ribadito ad inizio intervista. Serve mantenere una indipendenza, ogni giorno, nell’ambito del controllo delle comunicazioni televisive e telefoniche. Gli otto commissari sono nominati dal Parlamento e sono tutti parlamentari: perché serve far politica per entrare in questa authority?

Ognuno degli intervistati era in quota a qualche partito, eppure nessuno sembrava preoccupato del conflitto di interessi televisivo, perché le televisioni sono gestite da enti indipendenti. Calabrò ha sanzionato TG1 e TG5 alle passate elezioni per violazione della par condicio (100000 euro); il 21 ottobre ha richiamato il TG1 (perché l’opposizione era relegata al 13%).

Il presidente ha usato la metafora della multa per aver passato il rosso: se anche uno passa tre volte col rosso, mica possiamo ritirargli la patente, se però investe una persona, sì. Il giornalista Iovene commentava allora dicendo che allora stiamo aspettando il morto. Sempre nella puntata di ieri sera:Antitrust: Catricalà spiega il suo lavoro “se si fa un atto di governo dannoso all’interesse pubblico, interviene l’antitrust”.