Durante la trasmissione del classico della Walt Disney, Cenerentola, due sere fa su Rai Uno, ecco lo spot per la puntata a seguire di Porta a porta di Bruno Vespa.
Mentre milioni di famiglie con i loro bambini stanno guardando il film a cartoni, Bruno Vespa appare sul teleschermo e annuncia il tragico caso della sparizione di Yara Gambirasio, una ragazzina tredicenne, aggiungendo il caso Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni uccisa dai parenti. Non esattamente il tipo di notizia da buttare in faccia a tanti bambini che stanno guardando Cenerentola. Ha detto Vespa durante lo spot: Molte ragazzine si saranno commosse davanti a fiabe come quella di Cenerentola ma poi la loro vita è stata spezzata, come successo nei recenti casi di cronaca.
Poi il film è proseguito. LOsservatorio dei diritti dei minori ha subito comuncato: “L’interruzione di Cenerentola con il trailer di Bruno Vespa sulla puntata di Porta a Porta dedicata alla scomparsa di Yara e Sarah è da considerarsi nefasta”, denuncia il presidente dell’associazione Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia. Vespa ha replicato così: “Allarme ingiustificato”, Marzale a sua volta: “Non è ammissibile che una delle sempre più rare occasioni di intrattenimento dedicate ai bambini e alle famiglie debba essere funestata da uno spot inquietante, intitolato “Chi protegge i nostri figli?”, un condensato di pochi secondi ad effetto in grado di generare apprensione tra i minorenni e gli adulti intenti a seguire il capolavoro disneyano”.
Il presidente dell’Osservatorio continua: "Esistono leggi, per la verità alquanto ambigue, che suggeriscono addirittura il divieto di messa in onda di spot pubblicitari durante i cartoni animati, ma laddove non arriva la legge dovrebbe sopraggiungere il buonsenso, la cui latitanza costituisce un segnale di deriva etica che nuoce gravemente alla salute del servizio pubblico radiotelevisivo". Per Marziale, infine: "Sarebbe indispensabile conoscere dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, on. Sergio Zavoli, la differenza che intercorre tra servizio pubblico ed emittenza privata".
Ha replicato ancora Vespa: "Siamo stati sempre molto vicini alle posizioni dell’Osservatorio sui diritti dei minori, ma stavolta riteniamo non giustificato l’allarme del presidente Marziale. Proprio perché sapevamo di essere ascoltati da un pubblico particolarmente sensibile abbiamo accuratamente evitato ogni riferimento forte alle vicende che hanno coinvolto Yara e Sarah. Il titolo dello spot era: ‘Come difendere i nostri figli’. E questo purtroppo è un tema all’ordine del giorno di tutte le famiglie con figli pre-adolescenti e adolescenti che hanno visto abbassarsi in modo inatteso le soglie di sicurezza verso limiti sempre più difficilmente gestibili. Un tema squisitamente da servizio pubblico, sul quale, come accaduto già in passato, saremo lieti di coinvolgere lo stesso presidente Marziale".