Mi chiamo Benjamin Linus e so di non essere molto amato. Certo non ho il ruvido magnetismo dellombroso Sawyer o il carisma dellaffidabile Jack.
Allinizio ho tentato di affascinarvi con il viscido appeal del manipolatore ma ormai, alla fine della quinta seria, le carte sono in tavola: sono un raccontaballe patologico, ho sempre un piano fallimentare, la gente adora picchiarmi.
Ho deciso perciò di buttarla sulla simpatia umana e di raccontarvi la mia storia.
Potrei commuovervi con la mia infanzia infelice. Negli anni 70 mio padre Roger mi ha trascinato su unisola popolata di scienziati dediti ad esperimenti nucleari, spazio-temporali e su orsi polari. Non un buon posto per un bambino occhialuto orfano di madre.
Sono cresciuto nel villaggio del progetto Dharma, un assembramento di case e apparecchiature di ricerca circondato da una barriera sonica. Al di fuori gli Ostili, autoctoni pericolosi.
Pieno di odio per un padre anaffettivo e frustrato, daccordo con gli Ostili, ho sterminato papà e gli altri, assumendo il comando del villaggio.
Ho gustato per anni il potere. Unico affetto autentico Alex, neonata che ho salvato e adottato, unica testimonianza della mia umanità. Nel 2004 precipita sullisola il volo 815 dellOceanic con 49 sopravissuti.
Spio divertito i superstiti scoprire passo passo le assurdità dellisola: orsi polari, mostri di fumo nero, bunker del progetto Dharma. Ne studio le psicologie, vedo nascere affetti disinteressati che mi riempiono di nostalgia. Lo zelo protettivo del bassista cocainomane Charlie per la neomamma Claire, laffetto roccioso ed esclusivo tra i coniugi coreani Jin e Sun. Mi diverte da subito il conturbante triangolo che chiama la parricida Kate a scegliere tra il brusco truffatore dal gran cuore (Sawyer) e leroico chirurgo politically correct (Jack).
Mi sorprende il lardoso Hugo, un nerd pacioso che si rivela il medium più irresistibile dai tempi di Wupy Gldberg in Ghost.
Ma la mia croce e delizia è John Locke, “calimero” come me, persino il padre l’ha defenestrato e condannato in carrozzina. Precipitato sull’isola sgambetta come uno stambecco e si sente a casa.
Arriva il momento in cui mi chiede di conoscere Jacob, entità che pervade e comanda l’isola. Non ho mai visto Jacob, mi ha sempre manovrato come un burattino per bocca d’altri.
Capirete quindi che quando rivolge la parola a Locke, chiedendogli per giunta aiuto, mi sento umiliato e geloso. Tanto da sparare all’ex paralitico.
Scopro nel frattempo che Widmore, nemico esiliato dall’isola, ha mandato una nave cargo per catturarmi e sterminare tutti. I superstiti si illudono che siano i soccorsi della fidanzata di Desmond, naufragato sull’isola tempo prima. L’amorevole Penny, figlia di Widmore, sta davvero cercando da anni il tormentato ex frate ma, ahimè, come cerco di spiegare all’ottuso Jack, la nave é del padre e non promette buone cose.
I supersiti si dividono, chi spera nei soccorsi va alla spiaggia sotto la guida di Jack.
Io, Locke e altri ci rifugiamo nel villaggio Dharma aspettando il peggio. E infatti Marvin, braccio armato di Widmore, salpa sull’isola invadendo il villaggio e uccidendo sotto i miei occhi Alex. Per la prima volta qualcosa in me si spezza e capisco che non è più un gioco.
Nel frattempo Jack, Kate, Hugo, Sayd, Sun, Desmond e Aaron (bimbo della scomparsa Claire) si salvano dall’esplosione della nave cargo e sono ritrovati in mare da Penny. Tornano al mondo con la solenne promessa di non fare parola dei compagni rimasti sull’isola, per difenderli.
Su ordine di Jacob, vestito da siberiano, sposto l’isola nello spazio-tempo con una ruota di ghiaccio. Mi trovo nel deserto del Sahara, sempre vestito da siberiano.
Raggiungo i sopravvissuti. Ormai sono passati tre anni, tutti hanno le loro vite nel mondo: Kate con Jack e il piccolo Aaron, Hugo in manicomio e così via. Li convinco a tornare sull’isola per salvare gli altri. Finalmente riesco anche a strangolare Locke, simulandone il suicidio.
Per ordine dell’onnisciente Eloise, madre del fisico Faraday ed ex di Widmore, partiamo su un nuovo aereo portando con noi la salma di Locke.
Nel frattempo l’isola vaga nello spazio-tempo e Sawyer, con la mia ex fiamma Juliet, Faraday e Jin si trovano nel 1977, nei primi anni del progetto Dharma, in cui riescono a inserirsi. Capiscono di poter cambiare il futuro, detonando la bomba a idrogeno che 27 anni dopo avrebbe provocato il disastro del volo 815.
Il nostro aereo precipita nuovamente sull’isola, ma mentre Kate, Jack, Hugo e Sayd si trovano nel 1977, io rinvengo di fianco a un Locke diabolicamente risorto, nel 2007. Con me anche la coreana Sun, cui ho promesso il ricongiungimento col marito.
Mi trovo faccia faccia col mostro di fumo: in una sorta di Dies Irae mi ordina di ubbidire a Locke che, vittorioso, mi porta da Jacob, istigandomi ad ucciderlo.
Giunto al rifugio (un deforme piedone di marmo) scopro che Locke non é Locke ma un’entità pluricentenaria nemica di Jacob. Dove sono Bene e Male? E io da che parte sto?
Nel dubbio uccido Jacob, reo come tutti gli altri di non avermi amato.
Nel ’77 intanto ricomincia il triangolo intorno a Kate, con Sawyer legatosi nel frattempo alla mia Juliet. Su istruzione del defunto Faraday i nostri si preparano a detonare la bomba. Segue un bianco bagliore. Saranno riusciti a cambiare il futuro?
Sono piuttosto confuso. Vorrei capire per cosa ho macchinato, mentito e ucciso in tutti questi anni. Cos’é insomma quest’isola maledetta in cui si risorge, si viaggia nel tempo e si odia il proprio padre? Come Vasco voglio dare un senso a questa storia, perché questa storia un senso – per ora – non ce l’ha.