Partita nel 2006 con gran clamore e un ottimo successo di pubblico, oggi è arrivata, inaspettatamente, al capolinea.

Parliamo di Ugly Betty, la serie americana targata Abc che racconta le disavventure di una ragazza bruttina nel mondo sfavillante di una rivista di moda. Tratta da una soap opera colombiana, Yo soy Betty, la fea (in italiano Betty la cozza), Ugly Betty è dunque giunta alla sua quarta e ultima stagione: è del gennaio di questanno la decisione di sospendere il telefilm, che ha costretto gli sceneggiatori a una chiusura anticipata e conseguente riduzione delle puntate (da 22 a 20).

Alla base della scelta, come spesso accade, la scure dellAuditel, che incombe minacciosamente negli Stati Uniti come in Italia, dove la serie non ha replicato il successo oltreoceano. Partito su Italia 1, Ugly Betty era stato uno dei migliori esordi, in termini di share, per un telefilm, tanto da far sospendere la programmazione in chiaro per sfruttare un passaggio in anteprima sul digitale terrestre.

Un programma cult, insomma, che però si è spento con la stessa rapidità con cui è giunto al successo (la terza serie non è mai stata trasmessa da Mediaset, ma solo dalle reti Sky). Qual è allora il motivo che trasforma un fenomeno mediatico in un flop?

 

Il telefilm si basa su un archetipo, la favola di Andersen del brutto anatroccolo che, a causa della sua diversità, viene rifiutato dai fratelli. Basterebbe tornare alla prima immagine con cui ci viene presentata Betty Suarez per capire chi è oggi un brutto anatroccolo.

 

Siamo nella redazione di una delle più patinante riviste di moda, Mode, nella città “carnivora” per eccellenza, New York, e a presentarsi per il colloquio di assistente dell’aitante caporedattore è una ragazza che viene dal Queens, sovrappeso, dal fisico certamente non statuario e dal look… improbabile. Chi ha visto la serie non può non ricordare il mitico poncho che America Ferrera, alias Betty, indossa nel pilot.

 

Alla base del successo della serie sicuramente c’è la figura della protagonista che non può che suscitare simpatia ed empatia nel pubblico a casa. Ma ecco che, in questa quarta serie, sin dalle prime puntate l’anatroccolo sembra essersi trasformato in cigno.

 

Betty tanto ugly non lo è più: inizia ad avere uno stile, anche se tutto suo (ricordiamo che la costumista è Patricia Field, la stessa di Sex & the city), sogna di togliere l’apparecchio (anche se per lei è più un incubo che un sogno), cambia gli occhiali (seppur controvoglia) e fa crescere la sua mitica frangetta, spinta dalla sorella a sperimentare un nuovo look.

 

Betty ha incominciato persino a fare carriera, firmando i suoi primi articoli (eppure deve ancora subire le angherie degli spietati colleghi) e addirittura fa soffrire un ragazzo carino e danaroso… insomma dov’è finita la “cozza” a cui ci eravamo affezionati tanto?

 

 

Le serie tv sfruttano un meccanismo che porta i personaggi a non cambiare mai, a essere sempre sul punto di una maturazione, ma a rimandarla continuamente, per rimanere ciò che sono, ciò che il pubblico vuole vedere in loro e il motivo per cui, settimana dopo settimana, torna a sintonizzarsi su quel programma.

 

Ma se, come cita il primo episodio della quarta serie, “il bruco si è trasformato in farfalla”, chi sarà in grado ancora di vedere il baco, nascosto dalle ali e dai colori? Betty ha sempre avuto paura del cambiamento, temeva di diventare come Wilhelmina, la spietata caporedattrice della rivista, disposta a tutto pur di far carriera. Ma piano piano, puntata dopo puntata, la nostra piccola Betty le assomiglia sempre più, perdendo parte della sua anima e della sua goffaggine che ce l’ha fatta amare tanto.

 

Come lei anche gli altri personaggi stanno cambiando: la stessa Wilhelmina sembra preoccupata più della famiglia che non del suo posto di lavoro, Daniel, l’ex capo di Betty, da sciupafemmine è diventato un triste vedovo in lutto perenne, persino Amanda, la bionda e superficiale receptionist, incomincia a porsi domande sulla sua vita e sul suo futuro.

 

E se Betty negli ultimi fotogrammi della prima puntata incornicia il suo poncho e lo appende al chiodo, ci vuole forse dire che il brutto anatroccolo è ormai retaggio del suo passato? Insomma essere ugly non è più di moda?