– Gossip Girl si guarda per due motivi: le splendide inquadrature di una New York da cartolina e il gusto di sbirciare nelle dimore e negli armadi dellaristocrazia americana, provando la stessa sensazione di sfogliare una rivista patinata come Vogue.

I giovani protagonisti portano nomi altisonanti: Blair Waldorf, Serena Van Der Woodsen, Chuck Bass, Nathaniel Archibald. Sono i rampolli delle più illustri famiglie newyorkesi, che sotto limpeccabile e invidiabile facciata nascondono come dobbligo scandalosi segreti e molta infelicità.

Della (solita) serie, anche i ricchi piangono. I ragazzi frequentano la stessa scuola delite, sono amici, a volte nemici, si innamorano, si lasciano, bevono troppo, subiscono il peso degli ingombranti nonni e genitori, affrontano insomma tutta la lista dei problemi adolescenziali e, di tanto in tanto, (forse) studiano. Ma non fanno troppi sforzi, perché in fondo non hanno bisogno di preoccuparsi per il futuro: erediteranno i beni di famiglia e cercheranno di divertirsi come possono, mantenendo però una rispettabile facciata.

Un mondo patinato, splendido da guardare grazie a unottima fotografia e un cast perfetto, abiti da sogno, case lussuose: insomma, Beautiful in formato teen, con in più la furba invenzione di un blog tenuto da una misteriosa ragazza dellUpper East Side (Gossip Girl, appunto) che, come dichiara allinizio di ogni episodio, è la sola e unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Manhattan.

 

La serie è tratta dalla collana di romanzi di Cecily Von Ziegesar, autrice americana che racconta le vicende dei ricchissimi allievi di un liceo newyorkese basandosi sulla propria personale esperienza: sono storie così lontane dalla vita di un qualsiasi studente di una classe sociale media delle nostre città da sembrare quasi inverosimili.

 

Invece, un fondo di verità c’è (basti pensare alle storie delle ereditiere americane), ma è accompagnato da una buona dose di esagerazione a volte ironica (soprattutto nel personaggio di Blair, circondata da una “corte” quasi principesca e a tratti ridicola) che aiuta a prendere meno sul serio certe situazioni.

 

Chi ha seguito la serie, non può non tirare un sospiro di sollievo sapendo che, nella terza stagione ora in onda su Mya, Serena & company hanno finalmente 18 anni: anche se le storie non cambiano, perché si può facilmente immaginare dal primo episodio che feste, conflitti, dispetti, storie d’amore e di sesso verranno semplicemente spostati dal liceo al college, almeno adesso i ragazzi sono anagraficamente un po’ più vecchi.

 

Il loro stile di vita, infatti, sembrava – oltre che esagerato in sé – dei tutto sfasato rispetto alla loro età. Il sospetto che affiora in noi spettatori, è che questi personaggi non siano altro che icone di uno stile di vita invidiato ma inconsistente, condiviso da giovani e adulti, che non cambiano mai perché in fondo sono chiusi in una bolla di cristallo che li porta lontani dalla vita reale.

 

 

Per evitare di allontanare lo spettatore, si è scelta la ormai abituale soluzione di introdurre un punto di vista diverso, quello della famiglia Humphrey, di classe sociale inferiore e residente a Brooklyn: il capofamiglia Rufus, divorziato, ritrova però ben presto il suo amore di un tempo, Lily Van Der Woodsen, a sua volta divorziata, la sposa e trasloca con i due figli nell’Upper East Side. La figlia Jenny diventa lo stereotipo della ragazza ricca, arrogante e odiosa, mentre il figlio Dan vorrebbe conservare lo sguardo critico e distaccato sul mondo che lo circonda.

 

La sua storia d’amore con Serena riproduce il modello Marissa/Ryan di The O.C., il teen drama diretto antecedente di Gossip Girl, ma nella scorsa stagione si è dissolto per lasciare spazio ad altri intrecci, scambi di coppia e amori che di romantico hanno ormai ben poco. Sono adolescenti cinici quelli di Gossip Girl, che non si fanno troppe domande sul senso della vita e non sprecano tempo ad aspettare il Principe Azzurro; non sono cattivi, anzi, a volte compiono scelte coraggiose e dimostrano sensibilità, ma manca loro una bussola, una guida, un mentore.

 

I genitori non riescono ad esserlo, anzi, fanno per lo più una ben magra figura e quando entrano in scena i nonni, capiamo anche perché; perciò, i ragazzi finiscono per vivere secondo i dettami della moda e a basare le loro decisioni sull’ultima rivelazione pubblicata da Gossip Girl.

 

Se la terza stagione avrà un guizzo inaspettato e smentirà la sensazione di scintillante vuoto che si prova di fronte alla serie, tanto meglio: per ora, resta un prodotto da guardare con il sano distacco che richiede una rivista patinata.