Il week end apre con un horror anomalo: Paranormal Activity dellesordiente Oren Peli (con Katie Featherston, Mark Fredrichs e Amber Armstrong), di cui diamo conto con un approfondimento apposito. In breve possiamo dire che Paranormal Activity è un film a basso budget, ma che riesce bene nel suo intento, che (come per tutti gli horror) è tenere lo spettatore in costante tensione.

Non aspettatevi scene sanguinolente, mostri o corpi fatti a pezzi. Qui la paura è puramente psicologica, ma oltremodo efficace: ambiente claustrofobico, riprese da una telecamera spia, notti insonni e presenze misteriose sono adeguatamente miscelate, dimostrando come basti poco per liberare il pauroso che cè dentro ciascuno di noi.

Atmosfere anni 60 invece per An Education di Lone Scherfig, con Peter Sarsgaard, la giovane promessa Carey Mulligan e Alfred Molina. Sceneggiato dallo scrittore inglese Nick Hornby, il film è unacuta descrizione delle aspettative di Jenny, una sedicenne inglese tutta presa dallo studio per essere ammessa a Oxford.

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La routine scuola-studio-famiglia viene però sconvolta dall’ingresso di un trentenne affascinante, che lascia intuire a Jenny come fuori dalle quattro mura di casa ci sia un mondo meraviglioso, e lui ne possegga le chiavi. Jenny si lascia conquistare e portare a Parigi, per scoprire come sia facile commettere degli errori e come la vita possa essere dolorosa, senza nessuno che ti dia una mano per affrontarla.

 

Dal regista di Train de vie e Vai e vivrai, il rumeno Radu Mihaileanu, il film più bello del mese: Il concerto, ambientato nel mondo della musica classica. Un direttore d’orchestra russo, caduto in disgrazia per aver difeso una violinista ebrea durante la dittatura comunista e ormai ridotto a far le pulizie al teatro Bolshoi di Mosca, ha la grande occasione di ricostituire la sua vecchia orchestra e suonare l’amato Ciaicovskij a Parigi, anche se abusivamente.

 

Una commedia divertente e malinconica, che incorona Mihaileanu come il nuovo Kusturica, capace di valorizzare l’anima slava, la follia gitana, ma soprattutto l’insostituibile capacità della musica di parlare al cuore dell’uomo. Non perdetevelo.