Cera una volta la città dei matti, anticipazioni e trama prima puntata, stasera, 7 febbraio, Rai Uno ore 21.30 Torna la grande fiction Rai con Cera una volta la città dei matti, la miniserie in sue puntate che racconta la sfida di Franco Basaglia, direttore del manicomio di Gorizia, che, grazie alla sua legge, ha permesso la chiusura dei manicomi, luoghi di segregazione per malati psichici. Manicomio di Gorizia, anni ’60. Margherita vive rinchiusa in una gabbia. Boris è tenuto legato a un letto. Lampo è ridotto a una larva. Cicca-Cicca vive tremando di paura. La loro vita, riporta il sito Italia fiction news, cambierà grazie al nuovo direttore: un giovane psichiatra pronto a sfidare l’establishment. C’era una volta la città dei matti, miniserie in onda su Raiuno domenica 7 e lunedì 8 febbraio, racconta la sua storia. La storia di Franco Basaglia.
Cera una volta la città dei matti, anticipazioni e trama prima puntata, stasera, 7 febbraio, Rai Uno ore 21.30, il cast Oltre a Fabrizio Gifuni che interpreta Franco Basaglia, in Cera una volta la città dei matti recita anche Vittoria Puccini, che interpreta Margherita, una ragazza fatta rinchiudere in manicomio dalla madre per il suo carattere ribelle e istintivo. Tra gli altri intepreti di Cera una volta la città dei matti: Michela Cescon, Nives l’infermiera, Branko Dujric: Boris, il reduce di guerra, Thomas Trabacchi, Lampo l’ex partigiano, Federico Bonaconza, Cicca Cicca Sandra Toffolatti, Franca Ongaro la moglie di Basaglia, Toni Bertorelli, prof. Santini. Ma vediamo nel dettaglio la trama della proma puntata di Cera una volta la città dei matti, secondo quanto diffuso dal sito della Rai.
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C’era una volta la città dei matti, trama prima puntata, stasera, 7 febbraio, Rai Uno ore 21.10 – Prima c’era la Città dei matti, il manicomio. Con tutto il suo carico di orrori piccoli e grandi. Letti di contenzione, camicie di forza, celle d’isolamento, elettroshock punitivi, infermieri-carcerieri e malati-carcerati, rapporti sadici fra medici e pazienti. In tutto il mondo occidentale, nessuno aveva mai messo in discussione il manicomio, nessuno aveva mai osato sfidare frontalmente il potere degli psichiatri. Almeno fino all’inizio degli anni ’60 quando, in una città di provincia del Nord, un giovane psichiatra ribelle, emarginato dal mondo accademico, Franco Basaglia, accese quella scintilla che provocò un incendio impensabile fino a qualche anno prima. Franco Basaglia quando diventa direttore del manicomio di Gorizia. Un posto marginale, a suo modo comodo, dove lo psichiatra potrebbe limitarsi a prendere lo stipendio e continuare a scrivere i suoi libri delegando, come il suo predecessore, ad assistenti e infermieri lo sporco lavoro di amministrare l’ospedale. Ma Basaglia e sua moglie, Franca Ongaro, una donna coraggiosa e colta dell’alta borghesia veneziana, a contatto con quella realtà terribile sono sconvolti.
E decidono di cambiarla. Come, non lo sanno, perché il manicomio è una delle istituzioni repressive più durature della storia umana in Occidente. Ma qualcosa si deve fare. A costo d’inimicarsi l’establishment politico e culturale dell’epoca. Comincia così un’avventura straordinaria che porta Franco e sua moglie, ai quali si uniranno altri giovani psichiatri ribelli, a "smontare" letteralmente l’universo della Città dei matti. Un’avventura mai tentata prima, piena di rischi e di pericoli il cui esito è tutt’altro che certo.
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C’era una volta la città dei matti, il backstage