Secondo i referti medici degli anni Ottanta, il 30% delle ragazzine italiane riportava escoriazioni sulle ginocchia, graffi e lividi sui polsi, distorsioni alla schiena e caviglie fratturate. Secondo i dati delle vendite annuali dei ferramenta, negli anni Ottanta le vendite di catene (a maglia fine) hanno avuto unimpennata del 23%. La maggior parte delle pallavoliste di età compresa fra i 27 e i 35 anni conservano nellarmadio il segreto della Goccia di Ciclone. Mimi Ayuhara, meglio conosciuta in Giappone come Kozue Ayuhara, è la responsabile di tutto questo.
Io sono un suo accanito fan, non perché ne fossi innamorato, ma perché è stata la prima a sfidare la forza di gravità nellambito sportivo. Questa era la potenza della storia di Mimì, capitano della squadra del Fujimi: lassenza delle leggi fisiche nello sport!
Nata dalla matita di Urano Chikako, Mimì diventa cartone animato nel 1969, con il nome di Attack N.1, sullonda del successo della vera nazionale di pallavolo Giapponese, che in quegli anni, insieme allUnione Sovietica, si contendeva medaglie e vittorie nei tornei mondiali.
Se Candy è rimasta nel cuore come la ragazza della porta accanto, Mimì è quella che rappresenta al meglio la donna sportiva per eccellenza, con allenamenti estenuanti e uno spirito di sacrificio al limite dellautodistruzione. La sua storia è conosciuta a tutti: 104 episodi densi di sudore, fatica e schiacciate a rete al limite dellinverosimile. Durante la sua carriera Ayuhara incontra avversarie che le daranno filo da torcere con palle invisibili e salti mortali degne di un trapezista circense.
Chi ha molta memoria ricorda che la serie di Mimì venne presentata in Italia come Quella Magnifica Dozzina, titolo molto Spaghetti Western; dopo il successo dei primi episodi, fu ribattezzata Mimì e la nazionale di pallavolo e infine negli anni Novanta diventò La fantastica Mimì.
Ovviamente il nome Mimì è ispirato alla pizzeria dove andava il direttore del doppiaggio italiano. Non me ne vogliano i fan della serie, ma tre doppiaggi, due sigle televisive e tagli qua e là hanno rovinato lo spirito del cartone animato, rendendo a volte ridicoli i dialoghi fra le protagoniste. Racchia, gallinella e strega erano gli insulti che si scambiavano in campo le giocatrici. Olga, Serenella, Orietta e Sabina erano i nomi dei personaggi riadattati a quelli giapponesi, ispirati probabilmente alle prozie defunte dei curatori. Infine Mila non era la cugina di Mimì, ma solo unaltra invenzione italiana per lanciare la serie Mila e Shiro.
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Ayuhara dovrà battere molte avversarie prima di diventare la giocatrice numero uno al mondo, come promesso all’amico-amato Sutomo, che morirà sul monte Fuji in un incidente con il camioncino delle verdure. Mai scena fu così straziante e imbarazzante allo stesso tempo. La nostra Mimì s’impegnerà così a più non posso per mantenere il patto con il ragazzo: sconfiggerà attacchi e inventerà schiacciate dai nomi fantasiosi come “la palla che si ingigantisce”, “foglia cadente”, “attacco a mitraglia”, “ la palla invisibile” e ci mancava la palla matta e chiudevamo il cerchio!
Durante la mia infanzia nel campetto dietro la casa di mia nonna ho visto bambine spaccarsi il mento e rompersi il coccige imitando le famose sorelle Yanisawa, ribattezzate in Italia sorelle Kappa. Ve le ricordate? Erano famose nella serie per il loro attacco Triplo, ovvero una sorta di miscuglio di corpi in cielo che ricordava una coreografia dei Momix più che una squadra di pallavolo.
Ancora più delirante era il capitano della squadra russa che sotto rete si esibiva in tripli carpiati, prima di effettuare la schiacciata. Ma il premio per il più famoso attacco della storia mondiale dello sport non se lo aggiudica la “catapulta infernale” dei gemelli Derrick di “Holly e Benji” e neanche il tiro ad effetto di “Pat la ragazza del baseball”, bensì la micidiale Goccia di Ciclone di Mimì.
Come eseguirla al meglio? Scegliete un campo da pallavolo, preferibilmente all’aperto, recatevi in un giorno ventoso con una palla leggera, ve la ricordate quella con la scritta Super Tele? Bene, ora posizionatevi sotto rete e fatevi alzare la palla da una brava giocatrice. Saltate e giratevi su voi stessi inarcando la schiena di circa 60 gradi. Se poi siete ancora interi, cercate di colpire la palla con il polso, facendola scivolare sul palmo, per darle un effetto maggiore. Se il vento soffia nella vostra direzione, la natura farà il resto lasciando tutti a bocca aperta. È preferibile avere in panchina un chiropratico oppure non prendermi sul serio.
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Il successo di un cartone animato lo si capisce quando questo diventa un film con attori veri. Nel 2005 Mimì in Giappone è diventata anche una serie televisiva, con protagonista la Idol Aya Ueto: 11 episodi che vedono la nostra beniamina in carne e ossa, ma purtroppo senza nessuna traccia delle famose schiacciate del cartone animato.
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Per i collezionisti più sfegatati posso dire che esistono anche i pupazzi (chiamati gashapon) di Mimì Ayuhara, che raffigurano la giocatrice nelle sue posizioni più famose: la schiacciata, il bagher il pianto dopo la pallonata in faccia!
Fra le curiosità mai viste in Italia ricordiamo la censura dell’episodio 58 in cui Mimì viene aggredita con un coltello, ricattata e obbligata a perdere una partita, tutto per non far diffondere la foto del loro allenatore in compagnia di una prostituta.
IL VIDEO DELLO SPEZZONE CENSURATO
Ayuhara resta di fatto una delle icone dell’animazione giapponese e nonostante le regole della pallavolo siano cambiate è sempre un piacere vederla roteare in aria e ricordare che una volta esisteva il cambio palla.
A contenderle lo scettro di regina furono trasmesse in Italia altre due serie: la già citata Mila di “Mila e Shiro” e “Shita e Attack” riadattata in “Mimì e le ragazze della pallavolo”, giusto per confondere le idee ai bambini. Tre eroine sportive con unico obiettivo: vincere i Mondiali, le Olimpiadi o, con meno presunzione, il torneo dell’oratorio!
(Gabriele de Risi)
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