La Rai ha investito in maniera oculata sulle fiction e i risultati si vedono. La tv pubblica ha scelto di produrre miniserie di due puntate da 100 minuti e non come Mediaset su una continuità seriale.

Domenica sera è andata in onda la prima parte de La mia casa è piena di specchi che ha letteralmente stracciato Il Grande Fratello La nostra avventura.
Lo share per RaiUno e stato del 26,48% con 6.600.000 spettatori contro il 17,16% e 3.500.000 teste per Canale 5. Passi che probabilmente il GF ha dato tutto lunedì scorso, e perciò è stato raschiato il fondo del barile, ma la fiction della Rai era di buon livello.

Probabilmente Rai Fiction ha giocato sul velluto: è facile arrivare in alto con una storia simile, in cui è coinvolta la più bella e brava attrice del cinema italiano e la saga, vera e reale, a lieto fine della sua famiglia.

Cè da considerare che la fiction italiana odierna è come se avesse sostituito il cinema popolare degli anni 60, ha una funzione di rievocazione storica, ha un linguaggio nazional-popolare, ed in un momento precario come quello attuale, punta a rassicurare lo spettatore a partire da una tradizione.

A parte la serialità di Montalbano, a cui ci dobbiamo comunque inchinare, laver proposto fiction impegnate, in cui emergono e si esaltano valori senza rischiare la banalizzazione e lanacronistico, ci fan ringraziare mamma Rai che si espone e propone.

Domenica pomeriggio nel salotto di Pippo Baudo a Domenica In, cerano Maria Scicolone e Margareth Madè, mentre di Sophia Loren sono andati in onda degli interventi pre-registrati. stato trasportato in fiction il libro autobiografico della sorella della Loren, Maria, sposata con Romano Mussolini e madre della nota parlamentare Alessandra. Il libro La mia casa è piena di specchi è stato pubblicato nel 2004 e narra la vita di mamma Romilda e delle due sorelle. Una storia vera, che ha avuto unottima trasposizione cinematografica.

 

Nell’intervista di Baudo, Maria ha raccontato i dettagli e la dura vita della madre, che dopo essere stata ingravidata di Sophia e successivamente di lei, ha vissuto faticosamente, mentre il compagno non l’ha mai sposata e non ha voluto riconoscere la seconda figlia. Contemporaneamente si racconta la crescita artistica e personale della Loren, dei primi film italiani, di quelli americani e del matrimonio con il produttore Carlo Ponti.

 

La fiction inizia con la telefonata che annuncia all’attrice la vittoria del premio Oscar per l’interpretazione ne La Ciociara, film di Vittorio De Sica, rifiutato da Anna Magnani, insieme alla Loren una delle grandi stelle del cinema italiano.

 

Nella fiction la madre Romilda è interpretata dalla Loren, mentre Margareth Madè è Sophia. La bella protagonista di Baària colpisce per le capacità che ha e mi ricorda vagamente nel viso l’attrice, ma sicuramente non nell’aspetto fisico, troppo magra per essere la Loren. Anche la Madè nella realtà ha vissuto senza padre, con la madre e la nonna in quanto i genitori si erano divorziati. Sicuramente la conoscenza del dolore e della fatica nata da tale situazione l’ha aiutata nel comprendere il personaggio di Sophia.

 

Questa negli interventi pre-registrati da Pippo Baudo, ha raccontato di sé e della emozione nel dover calarsi nei panni della madre.
“Ci ho messo tanto ad accettare. Il libro di mia sorella è molto bello. Ho detto sì per fare un omaggio a mia madre, che si è sempre battuta per noi.”

 

 

Una interpretazione perciò non facile, intensa e sofferta e non possiamo che applaudire la Loren, si è immedesimata in una maniera splendida. Su di lei e sulla sua carriera cinematografica non si può che parlare bene.
Anche per Enzo Decaro nelle vesti di non- padre delle giovani è una buona vetrina. Invecchiato al punto giusto, ha avuto la teatralità giusta nel calarsi nei panni del seduttore e del padre assente.
Rilevante e non sottotraccia Maria, la sorella di Sophia, interpretatata da Gilda Lapardhaja, che sicuramente ha sofferto per il non riconoscimento del padre e soprattutto per le attenzioni maggiori della madre nei confronti di Sophia. La seconda parte ci mostra la vita di Maria con il matrimonio con il farfallone Mussolini, mentre l’ascesa americana di Sophia viaggia parallelamente con le immagini storiche della settimana Incom.
I dialoghi sono semplici ed efficaci, anche quelli in dialetto napoletano. La regia di Vittorio Sindoni è pulita, senza sbavature, ed esalta molto i personaggi protagonisti. Avendo la Loren e la Madè non poteva che confezionare un prodotto estetico brillante.

 

Una bella e popolare fiction, gradevole, che esalta la vita, le fatiche e le asperità, ma che non toglie il gusto e il desiderio di cercare di portare a compimento i propri desideri.