Uno dei tanti meriti della televisione commerciale è stato quello di importare in Italia le serie televisive statunitensi per affrontare il dominio incontrastato dei celebri sceneggiati Rai. Nel 1986 Canale 5 si accaparrò Visitors, una delle serie più importanti e premiate dal pubblico televisivo, seguita nel 91 da un altro fenomeno di culto, Twin Peaks.
A distanza di venticinque anni è giunto il momento di un remake per la celebre serie fantascientifica che vedeva lo sbarco sul nostro pianeta di alieni allapparenza belli e pacifici, ma che nascondevano dietro al loro volto umano spaventose sembianze da rettile e intenzioni non del tutto pacifiche.
Al timone del progetto troviamo Scott Peters, noto agli appassionati di sci-fi televisiva per prodotti come 4400 e Outer limits, che assembla il cast della sua nuova creatura prelevandolo da alcune delle serie di fantascienza più celebri: cè la Juliet di Lost, lInara di Firefly, il Tom Baldwin di 4400, ottima operazione sia per levidente livello di recitazione degli attori, sia per fidelizzare il più possibile il pubblico di appassionati.
Il lavoro di adattamento della nuova serie, pur non regalando (almeno fino ad ora) grandi differenze tematiche rispetto alloriginale, si differenzia per lottimo lavoro fatto sui personaggi. Protagonista di questa serie è innanzitutto Elizabeth Mitchell, agente dell FBI che, impegnato in indagini su un nucleo terroristico, si imbatte in realtà in un nucleo di resistenza agli alieni, scoprendo così verità sconcertanti.
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Nemmeno la sua vita familiare va tanto meglio, visto che il figlio adolescente si arruola tra i messaggeri di pace dei Visitors. Chad Decker è invece un giornalista televisivo che, sebbene sia diventato il reporter ufficiale dei Visitors, capisce che sotto le loro intenzioni benevole si nasconde qualcosa di sinistro.
C’è poi la storia di Padre Jack, sacerdote che affronta l’arrivo degli alieni con sentimenti contrastanti, cosa che lo porterà a indagare insieme a Elizabeth. I caratteri dei personaggi ci permettono di affrontare i temi proposti sotto punti di vista differenti (politico, mass-mediatico, religioso) e sinora il modo in cui il tutto ci è stato presentato sembra più interessante e coraggioso di quanto pensassimo.
Dov’eri quando Kenendy fu assassinato? Dov’eri l’11 settembre 2001? Dove ti trovavi questa mattina? Già dalle prime battute capiamo come il remake di Visitors punti sull’arrivo degli alieni sulla Terra come ad un evento realmente accaduto, che ha veramente cambiato le nostre vite. Anche nel corso delle puntate, si fa spesso menzione di fatti storici, soprattutto di quell’11 settembre diventato metro di giudizio per affrontare ogni crisi e ogni problema.
L’arrivo delle astronavi degli alieni è però differente da quello degli aerei schiantati sulla superficie delle Twin Towers: i Visitors arrivano in pace, si presentano bellissimi, sorridenti, positivi, proponendosi come panacea di tutti i mali, da quelli del corpo a quelli della società. Che la serie voglia in realtà mettere in campo una sorta di contrappasso per le nazioni più evolute (in primis proprio gli Stati Uniti)? La metafora non è nemmeno troppo velata, ma funziona in modo preciso e non banale nel suo evidenziare come spesso le potenze mondiali (bellissime, sorridenti, piene di ottimismo) si rivolgano alle nazioni in difficoltà ufficialmente per aiutarle e ufficiosamente per sfruttarle. Gli echi della recente guerra in Iraq e delle missioni di pace, rivive metaforicamente in questi nuovi Visitors, forse per cercare di farci riflettere sui nostri errori.
V – Visitors si aggiorna anche dal punto di vista visivo. Ottima la regia e alto lo standard degli effetti speciali, che danno il loro meglio nell’arrivo delle astronavi nei cieli della Terra. Il lavoro di Peters è stato premiato da ottimi ascolti, peccato che la Abc, il network che ha commissionato la serie, abbia fatto scelte alquanto strane rispetto alla programmazione. Dopo i primi quattro episodi ci sarà infatti uno stop di qualche mese, prima di una ripresa primaverile con altri nove episodi. Avverrà anche un passaggio di consegne da Scott Peters a Scott Rosenbaum, quindi il destino e la qualità della serie sono ancora tutte da confermare.