Il week-end cinematografico è iniziato un po prima, con larrivo in Italia mercoledì 3 marzo dellultimo film di Tim Burton, Alice in Wonderland, un film che in realtà si discosta dal testo di Lewis Carroll, in quanto Alice è cresciuta e ritorna nel Paese delle Meraviglie, di cui non ha ricordo. Questa volta però, lo stile opulento e immaginifico di Burton non rende un buon servigio alla fiaba: tutti gli orpelli, il trucco e gli effetti speciali appesantiscono la storia al punto da renderla poco appassionante, quasi fosse soltanto loccasione per uno sfoggio di abilità tecniche.

Tratto da un giallo di grande successo è invece il thriller Shutter Island, di Martin Scorsese, con Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Max Von Sydow. Un film di genere, molto ben costruito, con molte domande sulla percezione della realtà, sulla vita e sulla malattia, con alcune scene di grande impatto (e anche in grado di far saltare sulla sedia), grazie anche alla sicurezza con la quale Scorsese dirige Di Caprio.

Nel film dice di sentirsi vecchio a 56 anni, ma in realtà Jeff Bridges ne ha 61 e li porta molto bene, anche quando, in Crazy Heart, interpreta Bad Blake, un acciaccato cantante di musica country alcolizzato e perennemente on the road, che sbarca il lunario da un localaccio allaltro dellamerica rurale. Troverà una donna che lama e la perderà a causa del vizio che lo perseguita, ma riuscirà a ravvedersi e scriverci su un paio di belle canzoni. Ad onta del tema un po scontato, Bridges è bravissimo, e quando canta e suona (ed è veramente lui), sembra un vero professionista. Una nomination allOscar più che meritata.

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Anche L’amante inglese (Partir) di Catherine Corsini offre la possibilità a Kristin Scott Thomas di mettersi in bella mostra. Un film sul classico triangolo marito-moglie-amante, ambientato nel sud della Francia, girato con una particolare cura al realismo delle scene, e che punta sul carattere della protagonista.

Poliziesco secondo i consueti canoni, ma con molte sorprese è Revanche, dell’austriaco Götz Spielmann, una storia di criminali, soldi, prostitute e poliziotti, dove per un colpo finito male, un uomo medita vendetta, ma dove c’è spazio per indagare anche sul significato delle azioni umane e delle loro conseguenze e responsabilità. Un film duro, ma con approfondimenti originali sul peccato e sull’espiazione.

Molto più convenzionale è invece Diamond 13, prodotto e interpretato da Olivier Marchal (il regista di 36 Quai des Orfevres e L’ultima missione), che vede come protagonista Gerard Depardieu nel ruolo di un commissario dai modi spicci, che accetta un affare sporco, e che per questo si ficca nei guai. Un poliziesco molto francese (lì questo genere di film si chiama polar), con ruoli e clichè ben definiti, che soddisferanno certamente gli estimatori di Depardieu come gli amanti del genere.