Doveva essere una puntata sul duello Fini-Berlusconi e si è invece trasformata in una assai interessante discussione sui problemi dellimmigrazione. Complici i servizi costruiti come al solito per colpire e suscitare il dibattito, la trasmissione è stata molto animata ma sempre dentro binari accettabili, per quanto lo possa essere una trasmissione che lo stesso Santoro definisce volutamente faziosa. Vi faccio vedere qualche cosetta per farvi arrabbiare un po di piùquesta è stata una delle affermazioni fatte dal conduttore prima di un intervallo pubblicitario: unottima sintesi, forse involontaria, dello stile del programma.

Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: Santoro sta modificando in meglio il taglio del suo racconto. Non rinuncia certamente alla provocazione e alla sensazione, ma sia nella conduzione sia nel reclutamento degli ospiti sta dimostrando di voler alzare il tiro puntando un po di più ad una trasmissione degna di un servizio pubblico. Molto azzeccata la presenza del ministro Carfagna, che pur trovandosi in assoluta minoranza (laltro rappresentante del Pdl era il finiano Della Vedova) si è dimostrata una elegante leonessa ben dotata di zanne e di unghie.

Passati gli spezzoni sulle litigate alla direzione del Pdl, la scena è stata quasi completamente occupata dalla questione del Comune di Adro, dove la mensa scolastica è stata negata ai figli dei genitori morosi, e il contributo di un imprenditore del Pdl che è venuto in aiuto degli extracomunitari è stato considerato con ostilità. La redazione in questo caso ha ovviamente soffiato sul fuoco, mettendo le madri le une contro le altre con i mezzo i figli, e questo è stato giustamente stigmatizzato. La Carfagna non ha mai mollato il punto, contestando a Santoro di voler dare della Lega una immagine volutamente razzista, anche se il sindaco di Adro ne ha fatte e dette di ogni genere per apparire tale.

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In ogni caso lo spunto, in molti momenti assai drammaticamente gestito, è servito come si è detto a far affrontare il problema dell’integrazione degli immigrati, dei loro diritti, degli effetti della crisi economica sulle classi disagiate di ogni colore. Assai interessante la capacità di Santoro di variare registro, utilizzando sempre più spesso quello dell’umorismo, mai dimentico della faziosità che rimane la sua cifra. Può sembrare paradossale, ma sembra quasi che riesca a far accettare il concetto che la sua faziosità costituisca un buon meccanismo per attivare la riflessione. Ieri sera è stato certamente aiutato dalla scelta degli intervenuti: pacato ma non arrendevole Della Vedova; brillante, appassionato e a tratti divertente il sindaco di Firenze Renzi (e si capisce come abbia affascinato l’elettorato giovane di sinistra).

 

Con questi ospiti Travaglio si è visto un po’ bagnare le polveri, e solo a stento è riuscito a strappare un mezzo sorriso ricordando quante volte il figlio di Bossi è stato bocciato. Meglio del solito Vauro, che comunque si è prudentemente tenuto alla larga dall’incandescente situazione che si era creata ad Adro tra i genitori delle opposte fazioni. Alla fine della trasmissione si è capito chiaramente che gli immigrati pagano in tasse il doppio di quanto ricevono in termini di servizi sociali, mentre la leonessa Carfagna ha aggirato tutti a sinistra sostenendo che non si po’ arretrare di fronte alla difesa della dignità dei bambini, italiani ed extracomunitari che siano.

 

Puntata interessante, che ha lasciato sullo sfondo l’incandescente riunione di direzione del Pdl per affrontare tematiche assai serie, e che ha mostrato un Santoro alla ricerca di una diversa dimensione. Vedremo come risponderà il pubblico e se saprà continuare in questo cambiamento.