Parigi è una delle città più visitate in Europa. I giapponesi ne vanno pazzi e persino la Disney ha voluto costruirci il suo parco a tema. Io e mia cugina, qualche anno fa, abbiamo però preferito vedere Versailles. Non perché non ci piacessero Topolino & Company ma perché volevamo verificare una cosa: 700 stanze! Ditemi voi come potevamo trovare il passaggio segreto che usava Maria Antonietta per incontrare il conte Fersen! Lunico modo era infilarci segretamente nella stanza da letto della regina di Francia oppure chiedere alla guida.

Siccome ci vergognavamo del nostro francese maccheronico, abbiamo mandato la zia in avanscoperta, ma anche lei con la lingua non ci sapeva proprio fare. Zia puoi domandargli dove sono le stanze di Lady Oscar? E chi è? Cosa si è persa!

La più grande condottiera degli anime giapponesi, la Giovanna Darco dei cartoni animati, Lady Oscar è ancora oggi uno dei fumetti più venduti in Italia. La vera riscossa del genere femminile nei cartoni animati dopo le sdolcinate Candy Candy e Heidi. Lady Oscar ha dato al cartone animato per ragazze una sterzata clamorosa.

Nata donna e cresciuta da maschio, Oscar Francois de Jarjayes è diventata il simbolo dellamore tormentato e della rivalsa sul genere maschile. Ryoko Ikeda è lautrice che nel 1972 diede alla luce il capolavoro dal nome La rosa di Versailles (Versailles no bara).

Oscar è la figlia del generale delle guardie reali di sua maestà, François Augustin Reynier de Jarjayes: esistito realmente, fu quello che tentò di far fuggire Maria Antonietta dalla Bastiglia. Siccome ebbe solo figlie femmine, il generale decise di allevare la sua ultimo genita come fosse un maschio. Ne creò così una specie di cripto lesbo, etichetta che la povera Oscar si è portata dietro per sempre.

Ma nessuno si è mai accorto che alla fine si fidanzava con un uomo? Sembra quasi che tutti abbiano dimenticato le scene hot nel cartone animato dove lei amoreggiava con il fidato Andrè, suo vassallo, autista, cameriere ma soprattutto quello che lha fatta rinsavire e riscoprire la sua femminilità.

La vita di Oscar è una specie di montagna russa: dagli agi di corte alla delusione per lamore non corrisposto verso Fersen, dalla posizione prestigiosa di capitano della guardia reale a quella più ordinaria di comandante della gendarmerie. Oscar avrà però modo di conoscere il vero amore e capire che la sua vita da maschio fu solo un capriccio del padre.

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“Allora zia cosa ti ha detto?” “Che non esiste nessuna Lady Oscar in questo palazzo”. “Magari prova con Madamigella…è così che la chiamavano”. In Italia per mascherare la tematica bisessuale e l’aurea di ambiguità che circondava la protagonista e tutte le dame a corte, gli adattatori attaccarono a Oscar il nomignolo “Madamigella”, per far capire allo spettatore che all’interno del cartone animato era sempre vista come donna.

 

Venne totalmente cancellata la scena dove Rosalie, certa di aver a che fare con un aitante militare, le si offriva in cambio di denaro. Infine nell’episodio “Lo scandalo della collana” fu riadattato il dialogo dove Jeanne accusa Maria Antonietta di essere lesbica e di intrattenere rapporti con le dame di corte e con la stessa Oscar.

 

Notizia vera questa: la regina di Francia fu spesso biasimata per i suoi rapporti lascivi e discutibili. A scuola non ce lo insegnano, ma Maria Antonietta venne processata con l’imputazione – oltre di essere una spendacciona – di molestare sessualmente persino i suoi figli.

 

Deve averne viste di cotte e di crude Oscar a Versailles, per questo alla fine si è dimessa da Capitano della guardia reale. Il finale del cartone animato è triste e sconvolgente: la morte prematura di Andrè getta Oscar nello sconforto, ma non scalfisce la sua anima di guerriera.

 

L’ultimo sguardo al cielo di Oscar prima di essere uccisa durante la battaglia per la presa della Bastiglia è un’immagine che è rimasta impressa in modo indelebile nella memoria di tutti i fan. Il sacrificio dei due innamorati è qualcosa di veramente patriottico, che rispecchia più l’animo giapponese del kamikaze che quello francese del rivoluzionario. Pare ci sia chi ancora piange ogni volta che rivede l’ultima puntata di Lady Oscar.

 

“Senti zia andiamo alla Bastiglia, magari hanno messo qualche targa intitolata a Oscar”. “Ma io voglio vedere il palazzo della Regina!”. “Ma che te ne frega, tanto l’hanno copiata dalla Reggia di Caserta!”.

 

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E fu così che il mito di Madamigella Oscar varcò gli oceani e diventò un simbolo per tutti. Quante volte l’ho citata nelle interrogazioni di storia. In Giappone “La rosa di Versailles” è diventata anche una piece teatrale, allestita nella forma del Takarazuka, ovvero recitata e cantata da sole donne.

 

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DEL TAKARAZUKA SU LADY OSCAR

 

 

Esiste anche una versione cinematografica, edita in Italia da Yamato video, prodotta nel 1979. Diretto dal regista francese Jacques Demy, il film vede protagonista nel ruolo di Oscar Catriona MacColl, famosa in Italia per aver recitato nelle pellicole di Lucio Fulci. Lo stesso personaggio è interpretato da bambina da una giovanissima Patsy Kensit, la cantante degli Eighth Wonder.

 

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DEL FILM SU LADY OSCAR

 

 

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Il film è uno dei pochissimi realmente girati nella reggia di Versailles ma non bastò questo per renderlo un successo al botteghino. In Italia, nel 2009, Andrea Palotto scrisse i testi e mise in scena al teatro Sistina il musical rock di Lady Oscar.

 

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DEL MUSICAL SU LADY OSCAR

 

 

È ancora vivo il suo mito. La sigla dei Cavalieri del Re resta il loro cavallo di battaglia e un successo senza eguali, tanto che all’epoca fu prodotto un intero album con canzoni ispirate al cartone animato.

 

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DI LADY OSCAR

 

 

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Anche Lupin ha incontrato Lady Oscar, non ci credete? Andate a rivedervi la puntata del ladro gentiluomo “Folle amore a Versailles” e vedrete che non mento.

 

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TRA LUPIN E LADY OSCAR

 

 

“Zia ma dov’è la Bastiglia?”. “Non c’è, l’hanno rasa la suolo!”. “Quindi non c’è nessuna traccia di Lady Oscar?”. “Ma guarda che non esiste”. “Non capiscono niente questi francesi!”

 

(Gabriele de Risi)

 

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