La saga di Twilight è una di quelle rare storie capaci di raccogliere entusiasmi in ogni angolo del pianeta. Potere del romanzo, che ha creato un mondo in cui le folle vorrebbero vivere, o del cinema, che ha dato un volto ai personaggi e ha offerto a queste folle qualcuno da idolatrare?

un po come chiedersi se sia nato prima luovo o la gallina. Prendiamo il caso italiano: il romanzo di Twilight circolava nelle nostre librerie già nel 2006, quando nessuno lo conosceva tranne qualche appassionato di storie fantastiche alla ricerca di nuovi autori. Nessuno aveva sentito parlare di Stehpenie Meyer, la casalinga americana che una notte sognò un vampiro e decise di scriverci un libro.

La traduzione italiana non era granché, la storia sembrava per adolescenti e appassionati di vampiri; in breve, nessuno gridò al fenomeno. In America, invece, Twilight scatenò subito gli entusiasmi dei lettori, forse perché la mitologia a cui lautrice attinge è molto legata al suo paese (vampiri, leggende dei Pellerossa, licantropi, nonché il contrasto tra Phoenix, la città nel deserto, e Forks, cittadina del piovoso e boscoso Stato di Washington).

Di fronte al successo editoriale, che portò lautrice a scrivere unintera saga, Hollywood allungò le mani, ma il film non arrivò subito: ci voleva lintuito della Summit Entertainment, casa di produzione indipendente, per arrivare a una sceneggiatura convincente e dare avvio alla produzione.

Un cast perfetto e linfallibile bravura degli americani nel confezionare una pellicola con il giusto mix di atmosfera, romanticismo, fotografia e musica coinvolgenti, completarono lopera: il potere del cinema è quello di arrivare dovunque e con più prepotenza dei libri, perciò Twilight film riuscì a sfondare.

Nei primi mesi del 2009, le librerie italiane erano tappezzate di copertine nere con mele, piume, nastri e scacchi (le stesse delledizione americana) e gli adolescenti (ma non solo) facevano la fila per comprarne una copia. raro trovare qualcuno che abbia letto il libro e non abbia visto il film; facile invece che i fan del film abbiano deciso di risparmiarsi la fatica di leggere il romanzo.

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Per quanto la sceneggiatura sia fedele all’originale e gli attori interpretino bene i personaggi, però, senza il romanzo alla mano non si riesce a spiegare davvero il successo della storia d’amore tra il vampiro e la “ragazza comune”.

 

È facile capire perché Robert Pattinson, alias Edward Cullen, nel film si innamori quasi a prima vista di Kristen Stewart, alias Bella Swan: lei è bella, intelligente, e pure disinteressata ai pettegolezzi femminili e alla moda. E il suo sangue lo attrae come l’eroina attrae il tossicodipendente. È il frutto proibito, la sfida più grande per un vampiro che vaga da 100 anni nelle cittadine più piovose e sperdute degli Stati Uniti, ripetendo la scuola continuamente e annoiandosi a morte.

 

Il meccanismo funziona perché il cast è indovinato e la Stewart rende credibile e moderno un personaggio che, nel romanzo, rischia a volte di risultare quasi antipatico. La Meyer ha ammesso di avere incontrato molte difficoltà a creare Bella, una ragazza dal comportamento spesso contraddittorio: viene presentata come una diciottenne più saggia e matura della media, brava a scuola, eppure non è per nulla ambiziosa e non si ritiene quasi in grado di frequentare il college. È a suo modo femminista, solitaria, spaventata dal matrimonio, ma finisce per avere in testa solo l’amore e la famiglia.

 

Essendo la storia raccontata dal suo punto di vista, noi vediamo Bella come lei stessa si vede: un’adolescente che non ha molte chance di attirare l’attenzione di un ragazzo bello come un dio greco. Eppure, Edward la ama di un amore così assoluto che quasi risulta impossibile… d’altra parte, lui è un vampiro, quindi la verosimiglianza è già stata abbandonata in partenza.

 

(1. continua)