Esce domani nelle sale cinematografiche Draquila – L’Italia che trema, l’ultimo docufilm di Sabina Guzzanti sul terremoto dell’Aquila e l’effetto mediatico derivato. Del quale, secondo l’attrice, Berlusconi ha potuto ampiamente godere. Più di mille persone hanno applaudito Sabina Guzzanti nel corso della prima nazionale proiettata proprio nella città terremotata, in una grande tenda posta in Piazza Duomo. «Mi sento sollevata. Non mi aspettavo questa accoglienza al film» ha detto la Guzzanti, commentando il calore riservatole dagli spettatori.
«L’idea del film è che, raccontando quello che succede qui all’Aquila, si può capire, un po’, quello che succede in Italia», ha detto Sabina Guzzanti che, in Draquila – L’Italia che trema, prende di mira – in particolare – il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Il primo, per aver sfruttato il terremoto come vetrina in cui recuperare consensi e credibilità dopo il calo dei mesi precedenti; il secondo, per aver trasformato la Protezione civile in uno “stato parallelo”, incurante delle leggi, in grado di aggirarle a suon di ordinanze laddove, arbitrariamente (secondo la Guzzanti) sia stabilita per un qualunque evento la denominazione di “grande evento”.
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«Presto, prestissimo, si parlerà di noi e dell’Aquila. Ad un festival del cinema si presenterà una verità che non è la verità ma, appunto una parte di verità»: così, Guido Bertolaso, ha commentato la presenza di Draquila al Festival del Cinema di Cannes. «E non faremo – ha continuato -, credo, come Italia, una bella figura. Anche perché, in questi 12 mesi l’intero sistema paese che è intervenuto a L’Aquila, senza chiedere aiuto all’estero, ha fatto un lavoro straordinario». Immediata la replica della Guzzanti che, lanciandosi in un paragone azzardato, ha risposto: «Per Andreotti negli anni Settanta il neorealismo diffondeva un’immagine distorta dell’Italia nel mondo. Invece Ladri di biciclette ha fatto amare il nostro Paese in tutto il mondo».
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