Prima o poi gli americani ci dovevano arrivare: una serie sullo sport, che però non parlasse di danza. Infatti, ABC (family network per eccellenza) ha proposto nel 2009 la prima stagione di Make it or Break it (Giovani Campionesse), in Italia trasmessa da Fox e presentata in questi giorni al Fiction Festival di Milano: una teen series con protagoniste quattro giovani ginnaste, che si allenano nello sperduto ma prestigioso centro sportivo The Rock, in Colorado.
Dimenticate le gossip girls impegnate soltanto a scegliere quale vestito (e fidanzato) presentare alla prossima festa mondana: qui le ragazze hanno un sogno ben preciso, per il quale sono disposte ad alzarsi allalba, sacrificare gli svaghi, faticare e persino rinunciare alle cotte adolescenziali. Niente romanticismo, dunque? No di certo. Stabilita una regola, il conflitto nasce proprio dallinfrazione, e non cè drammaturgia senza conflitto. Il bello della storia è vedere le ragazze cadere e rialzarsi, fare i conti con la vita, che non è soltanto sport e sogni di gloria ma anche un insieme di piccoli doveri, abitudini e piaceri quotidiani a cui non è giusto, né sano, rinunciare.
Le quattro protagoniste sono definite in base al loro carattere, al rapporto con i genitori e al sottile equilibrio tra problemi adolescenziali e passione sportiva. Abbiamo la brava ragazza, Payson, piena di talento e rispettosa delle regole ma costretta a fare i conti con un grave incidente che le cambierà la vita; la campionessa nazionale, Kaylie, sempre sotto pressione per dimostrare il proprio valore; ladolescente problematica, Lauren, che sfoga contro se stessa e gli altri il disagio per una famiglia disastrata; infine, la nuova arrivata, Emily, alle prese con problemi economici e la paura del fallimento.
Dopo linvasione di ballerini e cantanti (onestamente, non se ne può più), è intrigante entrare nel mondo della ginnastica artistica, uno sport faticoso, che richiede disciplina e consente una carriera brevissima, ma spettacolare ed emozionante quanto la danza. Il pregio della serie, che conta su quattro bravissime attrici protagoniste, è quello di mostrare un percorso di crescita in grado di coinvolgere lo spettatore (e non solo adolescente).
Payson, Emily, Kaylie e Lauren crescono puntata dopo puntata, imparano dai loro errori, a volte tornano a commetterli, ma sempre affrontando la vita “di petto”: qualcosa che raramente le nuove serie per giovani osano mostrare. Sono sedicenni con un entusiasmo, un’energia e una voglia di vincere fuori dalla norma, che puntano alle Olimpiadi e sono disposte a fare enormi sacrifici per arrivarci.
Il tema del sogno mostra qui la sua doppia faccia: cosa accade se, per qualche motivo, il traguardo non si può conquistare? Quando Payson, la migliore del gruppo, rischia di non poter più gareggiare a causa di un grave incidente, si scatena una delle domande più “calde” della serie: quanto vale la pena sacrificare per un sogno? Payson era disposta a sacrificare tutto, ma il suo percorso la porta ad aggiustare il tiro.
Grazie al ritmo elevato, la tensione delle gare, lo spettacolo offerto dalle esibizioni, le storie d’amore complicate, l’inedita ambientazione “montanara” e una colonna sonora che pesca nel repertorio pop internazionale, la serie è riuscita a conquistarsi l’affetto del pubblico americano, convincendo i produttori a mettere in cantiere una seconda stagione.
Sono bravi gli autori a far leva sul desiderio di vincere, di farcela, che appartiene – latente o esplicito – a tutti gli esseri umani, costruendo una storia che riesce a trasmettere la carica di un litro di caffè: vedremo mai qualcosa del genere prodotto nel nostro paese? Mah. Nel frattempo, godiamoci la storia delle giovani campionesse americane.