Pare che Silvio Berlusconi si sia veramente infuriato guardando il monologo di Ascanio Celestini a Parla con me, la trasmissione condotta da Serena Dandini. E, in Consiglio dei Ministri, avrebbe detto: «E’ veramente incredibile come un servizio pubblico possa continuare in queste aggressioni. In effetti, il monologo di Celestini, oltrepassa abbondantemente la linea di demarcazione tra satira e insulto. Basti pensare ai nomignoli affibbiati a Berlusconi e Fini che, nel racconto di Ascanio Celestini non sono mai citati esplicitamente, ma il riferimento a loro è palese: Tony Mafioso e Tony Corrotto.
«Tony Corrotto e Tony Mafioso, erano rispettivamente i segretari del partito dei corrotti e del partito dei mafiosi: così esordisce il racconto di Ascanio Celestini. «Un bel giorno continua Celestini – Tony Corrotto e Tony mafioso uniscono le forse e decidono di fondare un unico partito. E fondarono il Grande Partito del Piccolo Popolo dice Celestini. «Il partito era uno, ma loro erano in due, chi avrebbe dovuto comandare nel nuovo partito? Ovviamente Tony Mafioso era più importante e andò a fare il presidente del Consiglio, continua Ascanio Celestini, riferendosi, ovviamente, a Silvio Berlusconi. E qual è la sua prima riforma? «La prima grande riforma di Tony Mafioso, fu una grande riforma aspettata e richiesta da tutti: la depenalizzazione del corruzione. Chi rubava, non era più un ladro prosegue Ascanio Celestini.
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Nel monologo di Ascanio Celestini a Parla con Me, l’attore ce n’ha per tutti, anche per l’opposizione: «L’opposizione insorge» – racconta Celestini. «Non per la corruzione, che è uno strumento utile. Quanto per parola lì: “ladro”. Una parola poco elegante, che non si può pronunciare quando sorseggi whiskey o quando giochi a bridge», prosegue Celestini. «Allora – dice – anche l’opposizione iniziò una lunga stagione di una nuova politica, ovvero la politica del “quasi”: sarebbe stato meglio trasformare la parola “ladro”, nella parola “quasi onesto”. Che è molto più carina».
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