La leggenda narra che, scrivendo il nome della persona amata su una maglietta, essa l’attirerà come per magia in pochissimo tempo. Questo racconto è tratto da una storia vera. Un giorno, preso dallestro creativo di diventare un imprenditore della moda giovanile, ho fatto stampare delle frasi su delle t-shirt nere. La più gettonata e fotografata è stata quella di un cartone animato famosissimo negli anni ottanta. La gente per strada mi domandava dove lavessi acquistata, gli addetti della moda mi fermavano per comprarmi il brevetto, ma io volevo solamente incontrare lei.
Sicuro di me, e fiero del mio progetto, ho sempre camminato a testa alta e a petto in fuori con la scritta Kiss me Licia. Kaoru Tada è la mangaka che ha partorito questo fumetto per ragazze nel lontano 1982. Storie di rockn roll e damore, di gatti e di okonomiyaki. Sfatiamo subito la leggenda: il papà di Licia non cucinava polpette, bensì okonomiyaki, ovvero delle specie di frittate giapponesi con dentro qualunque cosa. Allora, ve li ricordate i Bee Hive? Gli antesignani dei Gorillaz, e lunico caso di band a cartoni animati che è riuscito a scalare le classifiche italiane. Cè molto da raccontare su questo cartone.
Pare che lallora responsabile del palinsesto ragazzi Fininvest (ora Mediaset), Alessandra Valeri Manera, fu la prima a notare questo anime giapponese, e che pochi avrebbero investito su questo prodotto. Doveva avere locchio lungo però la Signora delle anime, perché Kiss me Licia, in originale Aishite Knight, era quello che si aspettavano le orfane di Candy e Lady Oscar: ovvero una storia damore a lieto fine, o quasi.
Tutti conosciamo le avventure di quel giorno di pioggia in cui Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso.
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Da quel momento la ragazza intreccerà un triangolo amoroso con Satomi e Mirko, il front man del gruppo dei Bee Hive. Figlia di un vedovo ristoratore di Osaka, Licia faticherà a fare accettare al padre il suo fidanzamento con Mirko: uno per via dei capelli biondi e rossi, due per il suo mestiere “frivolo”.
Ma è stato questo il punto di forza dell’anime giapponese, ovvero un’ intensa storia d’amore fra una ragazza sempliciotta e sciatta con una star dagli abiti improponibili. E’ come vedere oggi il leader dei “Tokyo Hotel” insieme alla barista dell’Autogrill del Villoresi Ovest. Praticamente impossibile.
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Un giorno, tre teppistelli con lo skateboard mi hanno circondato chiedendomi dove avessi comprato quella t-shirt, e nel loro slang mi hanno detto: “Bella fratello, quella ci ha cresciuti tutti!” E’ così che ho capito che “Kiss Me Licia” è stato un prodotto trasversale: metallari, punk, paninari e dark hanno amato questo cartone animato. Nessuno escluso. Se Candy poteva essere motivo di vergogna, Licia aveva dalla sua un particolare in più per essere apprezzata da tutti, ovvero Licia è Rock!
Il culmine della serie si raggiunge con il famoso bacio fra i protagonisti. Atteso per 28 puntate, finalmente i due ragazzi si scambieranno quella che fu considerata la scena d’amore più famosa degli anime di quell’epoca, più del bacio fra Toshio e Creamy o tra Oscar e Andrè. Un tripudio di lacrime e dolcezza tanto da fare venire la carie agli spettatori.
Nel fumetto ovviamente Licia e Mirko si spingono oltre, quindi se volete vederli in atteggiamenti più intimi andate nella vostra fumetteria di fiducia e compratevi i 7 volumetti. Potrete leggere e vedere come Sheller ci provi spudoratamente con Mirko, e dell’esistenza di un terzo pretendente di Licia, completamente eliminato nella serie.
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Fra alti e bassi, i due fidanzatini coroneranno la loro storia d’amore con il matrimonio, ma non prima di aver terminato il tour dei Bee Hive negli Stati Uniti. Un finale abbastanza aperto: una Licia sognatrice con l’abito da sposa che attende il suo Mirko dal vestito leopardato. Licia non ti sposare uno che si veste così!
Peccato che l’autrice di Kiss Me Licia sia morta per un incidente domestico.
Non sto scherzando.
Durante il trasloco pare sia inciampata e abbia sbattuto la testa provocandosi un’emorragia cerebrale.
Quindi nessun sequel è stato mai pensato nè tanto meno disegnato. 4 milioni di italiani rimasero orfani e in attesa di sapere se Licia avrebbe mai sposato Mirko.
Ci pensò subito la Fininvest che produsse una serie televisiva, ovvero l’unica trasposizione italiana “live action” di un cartone animato giapponese. Fu un tripudio e un successo.
Una sera, in discoteca al mare, una ragazza mi toccò sulle spalle chiedendomi: “Posso fare una foto alla tua maglietta?” Io senza neanche farmelo ripetere assunsi la posizione da catalogo PostalMarket. Click!
“Comunque se ti interessa Licia è in mezzo alla pista che balla”
Mi girai e…continua la prossima settimana!
(Gabriele De Risi)