È tempo di maturità, di notte prima degli esami. E chissà quanti studenti si stanno chiedendo cosa gli servirà conoscere la Divina Commedia quando andranno a lavorare o nella vita di tutti i giorni. La risposta potrebbe arrivargli da Go Nagai, il papà di Mazinga,Goldrake e Jeeg.
Il creatore di questi veri e propri simboli dei robottoni anni Ottanta aveva infatti nella sua infanzia letto l’opera di Dante Alighieri illustrata da Gustavo Doré e si ispirò ai suoi disegni per dare vita a Devilman (titolo originale Debiruman) nei primissimi anni Settanta. Si tratta di un anime, diventato poi fumetto, che parla del mondo dei demoni (prima di questo personaggio, Nagai stava lavorando a un’altra serie chiamata, non a caso, Mao Dante, portata in dvd solo qualche anno fa).
Imprigionata nei ghiacci dell’Himalaya (maturandi, il ghiaccio non vi ricorda l’inferno dantesco?) vive la tribù dei demoni, capeggiata dal terribile Zenon. Ma ora le temperature si stanno alzando (segnate, o studenti, un altro degli effetti del riscaldamento globale) e le becere creature hanno intenzione di riprendere possesso del Pianeta che hanno dovuto abbandonare a causa dell’era glaciale. Ma prima dovranno liberarsi della razza umana, occupatrice abusiva della Terra.
Il piano di Zenon è semplice: mandare il suo più valoroso guerriero, Devilman, cammufato tra gli uomini per seminare morte e distruzione. Il contributo più importante arriva, sfortuna sua, da Akira Fudo, un ragazzo giapponese in gita con suo padre proprio sulle vette ghiacciate. Il giovane e suo padre muoiono letteralmente dallo spavento nel vedere Devilman e altri due demoni. Zenon concederà al suo prediletto di impadronirsi del corpo di Akira per far cominciare dal Giappone la rivolta dei demoni.
Sfortunatamente per il principe dei demoni, appena Devilman varca la porta della sua nuova casa, si trova faccia a faccia con Miky, figlia dei coniugi Makimura (amici della famiglia Fudo), che gli getta le braccia al collo e lo stringe a sé preoccupata. Quell’incontro imprevisto cambierà la vita di Devilman.
Seppur perfido, aggressivo verso i compagni di classe (spesso si sfila la cintura pronto a scagliare cinghiate a destra e a manca) e irriverente verso gli adulti, nulla potrà di fronte ai sonori schiaffi di Miky. Non reagirà, e soprattutto abbandonerà la missione per cui era stato inviato. Uccidere gli uomini vorrebbe dire eliminare anche quella ragazza coraggiosa e determinata, l’unica che si oppone agli istinti distruttivi del nuovo Akira. E vorrebbe anche dire farla soffrire. E Devilman non vuole che accada: ormai ha capito di amare Miky.
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Zenon, che tutto vede, capisce che il suo piano è andato in frantumi. Spedisce quindi un demone per cercare di far rinsavire il suo miglior guerriero. Ma appena questi tocca Miky, Devilman torna alle sue reali fattezze (ben superiori a quelle dei grattacieli nipponici) e lo uccide. Zenon non molla, invia nuovi demoni a punire quello che considera un traditore e Devilman dovrà affrontarli tutti.
Nel corso della sua vita umana, il demone guerriero diventerà più docile, più attaccato all’intera razza umana, e non solo a Miky. Sperimenterà anche la paura: quella di perdere la sua amata, ferita gravemente da un demone. Proverà vergogna, per il suo reale aspetto, la sua vera natura. Sarà sempre tentato di staccarsi da Miky, per evitarle sofferenze e la delusione di scoprire che dentro Akira non batte un cuore umano.
In questa opera di Nagai (la serie e il fumetto nel corso del tempo cominceranno a viaggiare su binari separati) già vediamo alcune caratteristiche dei suoi successivi personaggi. Innanzitutto la trasformazione: in ogni puntata Akira si trasforma in Devilman quando affronta i suoi nemici come avviene nei famosi robottoni; il demone guerriero è dotato di armi proprie e peculiari (le ali di Devilman, le lame di Devilman, il lampo di Devilman, il raggio di Devilman, il calcio di Devilman, il colpo di Devilman e la vista di Devilman); nella serie ci sono anche personaggi comici e surreali (il preside della scuola, il professor Alfonso e Tare, il fratellino di Miky); il mondo sembra iniziare e finire in Giappone (ma su questo punto lo stesso Nagai ha dato chiarimenti in un’intervista: non pensava assolutamente che le sue serie varcassero i confini del paese del Sol Levante).
Ciò che invece differenzia Devilman dai personaggi della saga dei robottoni è una domanda di fondo introspettiva: può un essere superiore, dotato di poteri straordinari, usarli a fin di bene? (nei robottoni la domanda sembra essere ribaltata: una persona normale come userà dei poteri che gli vengono messi a disposizione?). Un’altra differenza è che disegni, ritmo e dialoghi (quindi anche il doppiaggio) sono peggiori in Devilman, data la datazione temporale.
Distruzioni degne del miglior Godzilla segnano i 39 episodi di questa serie (ambientata prevalentemente nella scuola di Akira, Miky e Tare), con mostri dalle forme e dai poteri ogni volta differenti (per certi versi ricordano le divinità mitologiche dell’antica Grecia).
Devilman non è però l’unico demone a cambiare missione per amore. Nella serie fa infatti la sua comparsa Lala, la “bella oca” della tribù dei demoni che, erroneamente convinta che Devilman sia innamorato di lei, decide di fermarsi sulla terra e di difendere Akira e suoi amici proprio per il sentimento che lei comincia a provare per il demone guerriero. Sfortunatamente verrà uccisa da Magdora, un altro demone venuto a distruggere la Terra.
Parlando di Devilman non si può non citare la sigla italiana firmata da I cavalieri del re. Questa è forse la più bella (si contende il primato con Tigerman) che la famiglia (non è uno scherzo, si tratta proprio di mamma, papà, zia e figlio) abbia mai cantato (e dire che ne hanno decine all’attivo).
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DI DEVILMAN
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L’ultima puntata di Devilman non risolverà per sempre la battaglia tra bene e male: Zenon invia infatti Godman, il capo delle sue guardie, ex comandante di Devilman, a distruggere la Terra. Questi si reca subito da Akira dicendogli che non rivelerà a Miky la sua vera natura demoniaca se Devilman non interferirà col suo piano. Il ragazzo accetta, la paura che Miky scopra la verità è forte, ma non sufficiente a fermare Akira dal salvare la vita a Tare.
Miky scopre quindi la verità, e vede anche Akira trasformarsi in Devilman davanti ai suoi occhi. La vittoria di Devilman su Godman non risolve la furia distruttiva di Zenon, ma in qualche modo segna un nuovo inizio della vita del giovane guerriero demone. Miky resta infatti al suo fianco, pur sapendo qual è la sua reale natura. Insieme sono pronti ad affrontare la battaglia finale, anche se noi non la vedremo mai.
La morale di questa storia? Vi consiglio di guardare le scene dell’ultima puntata per capirla. Devilman ha sconfitto Godman e ora, con le fattezze di Akira viaggia in moto insieme a Miky, che ha ormai scoperto il suo terribile segreto. “Ti ringrazio Miky”, dice Akira alla sua amata. “Di che cosa?” risponde lei. “Di aver continuato a volermi bene nonostante tutto quello che hai saputo di me”. “Non mi importa se prima eri qualcun altro, dentro di me sei sempre Akira”. “Sì, hai ragione Miky”.
Beh, alzi la mano chi non vorrebbe vivere un momento così liberante, un amore così profondo, nella sua vita (coloro che hanno alzato la mano si ritengano arruolabili per far parte della schiera di Zenon).
PS: A questo punto i maturandi possono passare al ripasso di un poeta come Leopardi, magari senza ritenerlo un pessimista cosmico o uno sfigato. Anche lui, in fondo, cercava solo la sua Miky.
(Giorgio Allegri)