In questo assolato mese dagosto mi è arrivata una notizia che francamente speravo non giungesse alle mie orecchie: il Grande Fratello 11 partirà a ottobre e durerà cinque mesi. A dire il vero me laspettavo, ma la speranza è sempre lultima a morire.

Dopo lexploit del Grande Fratello 10, Mediaset non poteva che riproporre la stessa formula vincente. Sì, perché nonostante la lunga durata e il compleanno con la decima candelina dedizione, il programma ha superato le più rosee aspettative. Il reality show più famoso al mondo ha dato prova che in Italia è vivo e vegeto.

Un canale del digitale terrestre 24 ore su 24, un libro con dvd, 250 milioni di pagine internet lette, tutto ciò ha alzato gli ascolti di Canale 5. Ragionevolmente non poteva che essere riproposto con la nuova stagione.

Già nei mesi scorsi il Grande Fratello è tornato alla ribalta con la morte di OGuerriero Pietro Taricone, la prima star del programma che ha fatto la propria strada affermandosi anche come attore. Una morte su cui le reti del Biscione hanno costruito programmi e serate, una morte che fa entrare Pietro nella leggenda della tv. Una specie di James Dean del reality.

Il vincitore della decima edizione, Mauro Marin, estroso, sopra le righe, ha fatto riempire poi le pagine dei giornali affermando di essere stato in cura per schizofrenia e di essere stato sottoposto a TSO, trattamento sanitario obbligatorio, cioè è stato ricoverato in un centro psichiatrico a forza contro la propria volontà.

Tutto ciò ha fatto sì che migliaia e migliaia di giovani e meno giovani partecipassero alle selezione per la nuova edizione. Lidea che la tv sia la manna doro ormai è radicata nella mentalità delle persone, sempre più giovani laureati e non, che aspirano a una vita splendente di euri nel mondo dorato dello spettacolo. Lidea di fare gavetta in una fabbrica ormai è obsoleta e tramontata.

Il Grande Fratello è ormai un fatto sociale, una mentalità che ha intriso il cervello della gente. La maggior parte dei telespettatori dice che è una boiata pazzesca, ma al tempo stesso lo guarda. Si vergogna perché sa che in fondo è un programma anacronistico, ma non ne fa a meno. Ormai, e penso a mia figlia, una generazione è cresciuta in dieci anni a pane e GF con un bombardamento mediatico costante. perciò entrato di diritto (quale non lo so) nel costume e nella cultura italiana.

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Per assurdo nella casa non c’è la tv, ma ormai è proprio il Grande Fratello a essere la televisione. Nella casa non ci sono libri, giornali, radio, non arrivano notizie, ma si festeggia il Natale e Capodanno con una diretta sul piccolo schermo. Il teorema massimo di una civiltà che è stata comprata con la tv. E lì si gioca, si litiga, si piange e si ride, ma qual è lo scopo? L’effimero, il nulla.

 

Forse c’è la possibilità di concretizzare i propri desideri? Di trovare l’amore, il lavoro della vita? Forse, ma le speranze che questo avvenga sono troppo esili. Pensate all’ex hostess dell’Alitalia che ha fatto di tutto per mettersi in mostra, il pizzaiolo siciliano del GF1 e tutti gli altri, sono finiti nell’oblio.

 

Sicuramente anche quest’anno lo show andrà bene, si tende sempre a pensare che la tv possa essere un rifugio, una possibilità di elusione dalla quotidianità della vita. Gli autori stanno già lavorando sulla scelta dei partecipanti, anche se ormai ne bastano due o tre con una spiccata caratterizzazione per far decollare il programma. Aggiungeteci qualche ospite di spicco (vedi Bonolis nell’ultima puntata) un po’ di urla, di litigi, e di sesso e il gioco è fatto. Per fortuna al termine del GF 10 non è andata in onda la versione delle notti proibite, che era stata promossa ma subito cancellata. Che a Mediaset abbiano pensato di non esagerare?

 

Per questa edizione farei ai telespettatori una proposta: guardate con più attenzione Mai dire Grande Fratello della Gialappa’s, un modo per farci tornare alla realtà della nostra miseria, fatta di errori e strafalcioni. Con la giusta ironia che è quella di saper ridere di sé stessi.

 

Comunque un consiglio al Biscione lo darei: mettete nella casa un islamico, un politico in carica, Balotelli (se si infortuna alla prima giornata con il City), Corona (tanto tra un po’ andrà agli arresti domiciliari), un coreano comunista, un paio di bruttine stagionate, un prete gay e un over size di 160 kg. Almeno così si vivacizza l’ambiente e i cinque mesi saranno meno noiosi.