Non ha resistito più di cinque mesi alla scomparsa dellamato Raimondo. Come nelle più classiche storie damore, Sandra, già fortemente minata nel fisico, ha smesso di tenere duro come aveva fatto per tanti anni combattendo contro diverse infermità cui ha tenuto botta grazie alla compagnia del suo affezionato e ineffabile marito, ed è andata a raggiungerlo.
Con loro riposano in pace i ricordi di una televisione, di una radio, di un cinema e di un teatro che per oltre sessantanni hanno divertito con garbo gli italiani di diverse generazioni senza mai una volgarità o una pesante caduta di gusto, nemmeno quando si interpretavano film da titoli allusivi come Le olimpiadi dei mariti, Sotto il lenzuolo, Siamo tutti pomicioni, Veneri in collegio, Scandali al mare, La donna degli altri è sempre più bellaeccetera.
Erano i progenitori del cinepanettone, ma anche filmetti che a volte erano in realtà una satira dei vizi degli italiani. Ma non è per questo che Sandra è rimasta nel cuore di tutti gli italiani, e nemmeno per opere più serie come Lodissea o Il Fornaretto di Venezia. Perché non cè ruolo che lei non abbia saputo interpretare con altissima professionalità e grandissima simpatia: presentatrice, attrice, soubrette, cantante, caratterista.
Non vi voglio tediare con la lista dei suoi programmi, dei suoi spettacoli teatrali e cinematografici, che troverete facilmente digitando il suo nome su internet. Mi preme di più ricordare che nel 1954, anno di nascita della tv pubblica, Sandra appariva già dalla scatola magica conducendo Settenote. E che da lì in poi ha costituito una presenza insostituibile nel panorama dellofferta Rai, lavorando con professionisti del calibro di Marcello Marchesi, Paolo Poli, Tino Buazzelli, Sergio Corbucci, Lina Volonghi, Enzo Garinei, Renato Rascel, Carlo Dapporto, Oreste Lionello, Nanni Loy, Johnny Dorelli, Walter Chiari, Franca Valeri, il Quartetto Cetra e molti altri ancora.
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E, naturalmente, Raimondo Vianello, con il quale ha costituito un inseparabili e irresistibile sodalizio professionale e personale. Se da sola aveva tenuto a battesimo insieme a pochi altri la tv di Stato, con il marito tenne a battesimo nel 1982 la tv commerciale, lasciando la Rai e approdando alla Fininvest con lo spettacolo “Attenti a quei due”. Così iniziò l’altra lunga e importante pagina della sua vita professionale, un periodo in cui sviluppò per la gioia dei bambini il personaggio del clown Sbirulino, ma soprattutto diede vita con il marito Raimondo alla più longeva sit-com della tv italiana: “Casa Vianello”: 16 serie con 364 episodi!
Un successo senza precedenti e senza cedimenti, che spinse la rete a inventarsi anche “Cascina Vianello” e poi “I misteri di casa Vianello”, nel quale i due si calarono nell’insolito ruolo di investigatori/umoristi. Forse il successo di Casa Vianello fu dovuto al fatto che la sit-com costituiva una paradossale, formidabile forma popolare di psicanalisi della famiglia media italiana, con i suoi tic, i suoi litigi con il condominio, i problemi con i figli, la gelosia per gli sguardi del marito alla cameriera procace.
Sandra e Raimondo sono passati dalla tv pubblica a quella commerciale, dalla pubblicità al teatro comico (come dimenticare infatti Carosello?), con la leggerezza di un coltello nel burro. Rimanendo sempre se stessi, vale a dire sempre fedeli alla loro dignità di attori rispettosi del proprio lavoro, di quello degli altri e soprattutto del pubblico.
Non faccio tempo a pensare che ci mancheranno tanto, insieme a tutti gli altri grandi personaggi della tv citati prima, che su una rete sedicente innovativa e brillante, compare un promo di un programma in cui alcuni volti televisivi, forse pensando di essere spiritosi, ripetono più volte che per loro quello sarà “un programma di merda”. Mi domando che avrebbe fatto Sandra di fronte a tanta innovativa ed elegante creatività. Credo nulla. Se non tirarsi la coperta sulla testa per non sentire, come faceva sempre alla fine di Casa Vianello.