La fine di settembre ci regala una fresca novità nella stagione teatrale milanese: debutta infatti al Teatro Nazionale Mamma Mia!, il famosissimo musical creato a partire dalle musiche degli Abba che ha segnato la storia di Broadway. Più che una produzione teatrale, un grande fenomeno che già si era scatenato nel 1999 (anno del debutto teatrale londinese) e in Italia si era affermato con lavvento del film nel 2008 e con lapprodo sul palco degli Arcimboldi della produzione di questo musical in lingua originale, sempre grazie allorganizzazione firmata Stage Entertainment.
Questa volta, però, il musical non è su pellicola, e non canta in inglese, ma debutta per la prima volta in lingua italiana. Una grande operazione artistica ed economica, quella della casa produttrice del musical, che già dallanno scorso con La Bella e la Bestia ha cominciato ad aprire gli occhi del pubblico italiano sulla cultura del long running show: uno spettacolo che va in scena 6 giorni su 7 fino a quando cè pubblico, nella scia della tradizione di New York e Londra.
Allingresso in sala un enorme sipario di colori che vanno dal turchese allazzurro introducono un elemento chiave dello spettacolo: il mare, reso ancora più realistico e accattivante dalla proiezione di onde e la copertura di tutto il boccascena con quinte degli stessi colori. Il brusio della platea si trasforma in risata generale grazie alla classica battuta della voce fuori campo che ci ricorda che lo spettacolo è sconsigliato ai deboli di cuore, per la presenza di vertiginose zeppe anni 70 e aderentissime tutine in plexiglass e colori shocking.
Il sipario si apre su una scenografia essenziale ma efficace: due moduli rotanti rappresentano di volta in volta linterno o lesterno della locanda di Donna, la protagonista, fulcro della vita dellisolotto greco in cui è ambientata la vicenda. Alla giovanissima – e bravissima – Elisa Lombardi (Sophie) tocca aprire lo spettacolo con la canzone Io sognerò (I have a dream), nel momento in cui invia le lettere di invito al suo matrimonio ai tre possibili padri che non si chiamano più Sam, Bill e Harry, bensì, Giò, Marco e Samuele (GIPETO, Luca Arcangeli e Roberto Andrioli).
questa infatti la grande novità del nuovo Mamma Mia!: una italianizzazione radicale, che trasforma anche la spina dorsale dello spettacolo, ovvero le canzoni degli Abba, che hanno fatto la fortuna di questo musical. Unoperazione non semplice e rischiosa, toccata tra gli altri anche a Stefano dOrazio dei Pooh, ma fortemente voluta dalla produzione nella consapevolezza che solo una comprensione totale del significato delle canzoni permette in un musical come questo una godibilità piena della vicenda narrata.
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Nella traduzione i pezzi non perdono il loro fascino intramontabile, ma a nostro avviso a volte sfiorano la banalità ripetendo sempre gli stessi concetti con le stesse parole (sogno, amore, felicità) e non sono sempre perfetti nella metrica (come in “Chi vince porta via” ovvero “The winner takes it all”).
A ogni modo va sottolineato l’altissimo livello artistico del cast femminile che si avvale di una eccezionale Chiara Noschese (applaudita a scena aperta più volte), della già citata Lombardi e di Giada Lorusso e Lisa Angelillo, nei panni delle amiche e compagne di scorribande giovanili di Donna, ossia Rosie e Tanya. È difficile per il cast maschile reggere il confronto con le “Dynamo” (così si fanno chiamare Donna e le sue amiche), ma emergono tra gli altri Verzicco, nei panni di Sky, il fidanzato di Sophie; e i suoi simpaticissimi amici Pepper (Giacomo Angelini) e Eddie (Gabrio Gentilini). Senza dimenticare tutto il resto dell’ensemble che delizia gli spettatori con il numero finale del primo tempo attraverso una coreografia incalzante di un sirtaki collettivo.
Insomma, uno spettacolo godibile, fresco e nostalgico come queste sere settembrine, che scorre liscio e leggero verso il lieto fine a sorpresa. La morale un po’ buonista del finale (evviva la famiglia, di qualunque tipo e genere) non stona all’interno di una storia così femminista, così seventy come questa; e il sipario si chiude mentre il pubblico canticchia inevitabilmente “Mamma mia, how can I resist you?”
(Davide Ienco, Camilla Mereghetti)