“Violetta” è la fiction ambientata nella Milano di metà ottocento, che prende spunto dal capolavoro”La Signora delle Camelie” dello scrittore Alexandre Dumas, trasformato poi nella Traviata risorgimentale di Giuseppe Verdi. Una rielaborazione in chiave televisiva in cui Violetta, un personaggio complesso, una cortigiana, interpretata da Vittoria Puccini, mantenuta da un filo- austriaco, interpretato da Andrea Giordana, s’innamora del carbonaro Alfredo, interpretato a sua volta da Rodrigo Guirao Diaz. Quest’ultimo è ormai un artista conosciuto al grande pubblico: nato a Vicente Lopez il 18 gennaio 1980, inizia a fare dei corsi per attore nella scuola “Centro Culturale San Martin” e partecipa a delle pubblicità.
Nel 2005 la sua prima interpretazione importante con “La ninera”, versione argentina de “La Tata”, “Paraiso Rock e “1/2 Falta”, nel 2006 “Amas de Casa Desesperadas”. Ma è soprattutto l’anno successivo quello del suo successo internazionale con il ruolo di Nicolas ne “Il mondo di Patty”. Nello stesso partecipa anche a “Son de Fierro”.
Nel 2010 un altro successo strepitoso in una produzione italiana “Terra ribelle”, dove interpreta il protagonista Andrea. L’abbiamo quindi sentito per questa sua partecipazione a “Violetta” in questa intervista un esclusiva a IlSussidiario.net.



Il suo è un personaggio simbolicamente importante, quello quasi dell’eroe che salva Violetta da una vita difficile, disperata… Come si è trovato nel ruolo di Alfredo?

Alfredo è stata una sfida per me. Era la prima volta che interpretavo un ruolo così tanto drammatico e così romantico al tempo stesso. Prima ho provato a comprendere la psicologia di una persona come Alfredo. Dopo aver lasciato andare i suoi ideali, la sua vita cambia, per amore di una donna che presto cesserà di essere al suo fianco, una donna che ha un passato oscuro, una donna che lo tradisce con altri uomini per denaro. Poi , grazie al  regista Antonio Frazzi ho cambiato il mio ritmo naturale. Abbiamo lavorato per parlare più velocemente e con maggiore intensità. Tutto doveva essere molto intenso. L’ Amore e la Morte della persona amata.



Tanti temi affrontati, qual è quello che più ha sentito suo in questa storia?

Sicuramente il destino e la vita che portano Alfredo e Violetta ad essere separati, nonostante un amore forte, struggente ed appassionato.

Come si è trovato a recitare con Vittoria Puccini?

Lei è una grande e bravissima attrice. Ho imparato molte cose da lei, della la sua professionalità, concentrazione e serenità al lavoro. Un’ attrice sicura e generosa con i suoi compagni di lavoro.

Le è piaciuto recitare in costume?

Sì. Aiutare a cambiare il modo di muoversi con il corpo, come camminare, sentirsi diverso. E ‘bello essere influenzato dai costumi.



Ci può raccontare qualche aneddoto, delle riprese, qualche curiosità successa durante la lavorazione di “Violetta”

Curiosità? Avevo Sempre nella tasca del pantalone 2 scalda mani. Ci sono stati giorni in cui abbiamo lavorato con meno 7 gradi.  Ho Sempre indossato  magliette termiche sotto  camicie e giacche.

 

Che idea ha di un’epoca profondamente diversa come era questo secolo, l’ottocento?

 

E ‘molto difficile da spiegare. Non mi piace  costruire un personaggio su altri film, ma sulla vita stessa. Come questo è una cosa impossibile, devo affidarmi alla mia immaginazione e alla immaginazione del regista. Farmi influenzare dai costumi, dalla scenografia, dal set, dagli altri personagi… mi sono preparato molto con la musica di quel periodo e ho osservato quadri e ritratti  di persone di quel tempo. E l’immaginazione ha fatto la sua parte.

 

 Conosceva già i temi, le opere di Giuseppe Verdi, un opera come la Traviata. Sono famose anche nella sua nazione, in Sudamerica?

 

Sì, La traviata è conosciuta in tutto il mondo. Mia madre si chiama Monica Aida, mia nonna si chiamava Aida come l’opera di Giuseppe Verdi.

 

 

Com’è cambiato il suo modo di recitare, passando da una telenovela come Il mondo di Patty a Terra ribelle alla grande fiction in costume come Violetta?

 

Nel mondo di Patty ho imparato a recitare molto rapidamente per essere in grado di improvvisare e rimanere concentrato in quanto sul set c’era poco tempo per profonde analisi.
In terra ribelle ho imparato a personificare un eroe romantico. Un gioco con un genere diverso come quello e il western. Le inquadrature erano più strette,  molto simile al cinema. In Violetta era importante  esprimere le emozioni nei i miei occhi. Questo l’ ho imparato grazie a Cinzia TH Torrini. Ho imparato quanto sia importante l’arte dello sguardo: devo tutto a lei. In Violetta mi sono trovato di  fronte a una grandissima sceneggiatura, di Sandro Petraglia,, con una delle migliori attrici italiane del momento, Vittoria Puccini, ed una superba regia, quella di Antonio Frazzi. Con uno dei migliori attori tedeschi come Tobias Moretti. Con questo personaggio ho imparato a esprimere e contenere  emozioni. Il lavoro è stato completamente diverso da quello affrontato per interpretare il personaggio di Terra Ribelle. In questo Antonio Frazzi mi ha aiutato dal primo giorno, devo a lui L’ 80 per cento della mia recitazione in Violetta . L’altro 20 per cento al mio cuore, alle esperienze della mia vita che mi hanno permesso di interpretare questo personaggio con  verità. E ‘stato il lavoro più duro in termini drammatici che abbia mai interpretato.

 

(Franco Vittadini)