La puntata del 17 ottobre di “Otto e Mezzo” ha come ospite Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura e Donatella Stasio, giornalista del Sole 24 ore. La conduttrice Lilli Gruber esordisce facendo ascoltare la ricostruzione di un’intercettazione di Berlusconi che parla al telefono con Lavitola, in cui il premier dice di non avere nessun potere oggi in Italia perchè tutto è nelle mani dei magistrati e della stampa di sinistra. Aggiunge, inoltre, che lui ha solo due alternative possibili: o si vede costretto a lasciare il suo ruolo e ci sta pensando anche a causa del suo stato di salute non buono, oppure deve fare la rivoluzione. L’intercettazione, che ha fatto molto discutere, va contestualizzata, in quanto risale al 2009, poco dopo la bocciatura dell Lodo Alfano.
Vietti commenta l’intercettazione, dicendo che queste frasi fanno parte del repertorio consueto di Berlusconi, ma questo non lo giustifica, perché di fatto il premier delegittima le istituzioni della Repubblica. Queste frasi nella giornata odierna sono state commentate come eversive anche dalla stampa. Anche la giornalista del Sole 24 ore si unisce al coro dicendo che c’è poco di nuovo in queste intercettazioni, perché Berlusconi si è già espresso molte volte in pubblico in questi termini negli ultimi due anni, delegittimando la magistratura e alcuni giornali come la Repubblica.
La Stasio ribadisce che la magistratura dovrebbe prendere posizione perchè o le accuse mosse da Berlusconi sono fondate oppure minano alle basi la democrazia. Di conseguenza, il Consiglio Superiore della Magistratura deve comminare una sanzione al premier. Vietti risponde che non è tra i poteri del CSM quello di sanzionare il premier, al massimo il CSM può eseguire una pratica tutela, che serve a poco.
Senza la magistratura non c’è convivenza civile, secondo Vietti, e non è in alcun modo accettabile la teoria complottistica, che Berlusconi sta portando avanti da anni. Vietti argomenta la sua asserzione con la seguente motivazione: la magistratura non è un potere gerarchico, non è piramidale, addirittura lo si può definire frantumato, e quindi per definizione non può ordire congiure.
“Otto e Mezzo” prosegue con la Gruber che invita Vietti ad esprimere un parere sul fatto che i cattolici oggi si siano riuniti a Todi ed abbiano dichiarato che questo governo è totalmente inadeguato a svolgere le sue funzioni. Vietti su questo non vuole pronunciarsi per non invadere il campo dei cattolici, ma afferma che questi ultimi potrebbero avere un ruolo importante nella costituzione di un nuovo senso delle istituzioni all’interno del Paese. Pare che tutti abbiano comunque escluso in questo contesto la rinascita di un partito cattolico, come è stata DC, che oggi sarebbe del tutto anacronistica.
La Gruber sollecita i suoi ospiti su un altro punto di grande attualità: la prescrizione breve, che in questi giorni si ridiscute al Senato, perché Berlusconi ha molta fretta di farla approvare. Vietti la definisce, qualora venga approvata, la “Caporetto” della giustizia, in quanto migliaia di processi moriranno senza trovare una reale conclusione.
Aggiunge che siamo già nella lista nera europea perché i nostri processi di corruzione si prescrivono troppo presto: “è come dire che un malato fa un ricovero breve in ospedale, e se non è guarito entro la data stabilita viene fatto fuori”. Vietti sottolinea che i processi devono arrivare ad una sentenza definitiva, ma la prescrizione non è un istituto creato solo nell’interesse dell’imputato ma anche in quello dello Stato. Aggiunge, inoltre, che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile, benché costoso per le casse dello Stato. E’ possibile procedere ad una razionalizzazione della spesa per risparmiare qualcosa, ma non possono essere considerate come un arma impropria. La magistratura italiana non ne sta facendo un abuso, e non si può andare contro l’istituto delle intercettazione.
Dallo Stato italiano, contrariamente a quanto avviene in altri paese europei, le intercettazioni vengono pagate al gestore telefonico, forse sarebbe opportuno prevedere una legge che diminuisca questo costo. La Gruber manda in onda il Punto di Paolo Pagliaro: se si misura la produttività in Europa i magistrati italiani sono ai primi posti rispetto ai colleghi europei e non guadagnano molto perchè come stipendio sono solo al ventesimo posto. Questi dati sono contenuti nel libro di Vietti “La fatica dei giusti”.
L’Italia, secondo Vietti, ha un elevata litigiosità e non a caso è il paese con il maggior numero di avvocati in Europa. Le proposte di riforma portate avanti da Vietti, infine, sono relative alle fasi che precedono il processo che devono permettere una sostanziale scrematura del superfluo sia nel civile che nel penale, poi si deve rendere più elastico il processo stesso soprattutto nel civile, e si devono abolire i tre gradi di giudizio, che oggi sono un lusso che in questo paese non ci si può più permettere, ne basterebbero due. La Gruber sollecita l’opinione di Vietti sulla dichiarazione del Ministro degli Interni Maroni di aggiungere nuove leggi più severe per prevenire la violenza, dopo gli episodi che hanno caratterizzato la manifestazione di sabato da parte dei black bloc.
Vietti si dice contrario a legiferare sull’ onda dell emotività, e dice che ci sono già molte leggi nel nostro sistema, basta applicarle. L’ultima domanda della conduttrice è relativa alla situazione politica attuale: la giustizia sarebbe motivo di scontro anche se ci fosse un altro Presidente del Consiglio?
Vietti risponde che se la politica è debole e non sa far le riforme influisce inevitabilmente sugli altri poteri dello Stato; non tocca a lui dire se debba cambiare il Presidente del Consiglio. La giustizia deve essere un volano per la crescita.