Dopo la carrellata iniziale di news nelle quali scopriamo uno straordinario ricordo di Paolo Fox e ci interroghiamo su come sia possibile che gli aborigeni australiani fossero i più vicini ai nostri antenati e, ancora, scopriamo di essere scampati per un pelo alla fine della nostra civiltà per un passaggio di una cometa vicino alla terra solo 170 anni fa, il presentatore ci introduce la prima indagine. Il cuore è solo una pompa o è, come suggeriscono le antiche credenze, sede della nostra anima, memoria della nostra personalità, organo “pensante”? L’indagine ci conduce attraverso la storia di una donna Clair Sylva che, a causa di una grave malattia aveva subito un trapianto. Al suo risveglio dall’operazione, la donna, una ballerina borghese espresse il desiderio di bere birra, contro ogni sua abitudine precedente e sviluppò una vera e propria passione per i cibi da fast food che non aveva mai mostrato prima. Era stato forse il cuore che le era stato trapiantato appartenente ad un ragazzo di 18 anni a modificare i suoi gusti? E che dire dell’improvviso fascino che esercitavano su di lei donne bassine, robuste e bionde? A 5 mesi dall’intervento la donna fa un sogno inquietante nel quale incontra un ragazzo Tim L. lo supera e torna indietro come richiamata da lui. Poi, dopo averlo inspirato con un bacio profondo si era resa conto che nulla avrebbe potuto separarlo da lui.
Dopo questo sogno il desiderio di conoscere il nome e la storia del suo donatore diventano una necessità e così si reca in una biblioteca dove con le poche informazioni che ha a disposizione sul suo donatore, data della morte, zona e causa del decesso, riesce a risalire al suo nome che, sorprendentemente è proprio Tim come quello del ragazzo sognato. Accompagnata dallo psicoanalista che la segue si reca a conoscere la sua famiglia. Ma non sono solo le tante storie dei trapiantati a far riflettere sulla capacità del cuore di ricordare, ma anche alcuni studi. Come l’osservazione che il cuore di un feto comincia a battere ben prima che si formi il cervello, o il fatto che il cuore sia in grado di produrre dopamina, facoltà prima attribuita solo al cervello.
Inoltre il cuore è in contatto con l’amigdala, organo sede delle nostre emozioni. Nonostante molti neurologi continuino ad essere scettici sulla possibilità che organi staccati dal corpo possano conservarne la memoria alcuni studi sembrerebbero provare il contrario. Come quello sui globuli bianchi prelevati dal corpo e poi centrifugati per essere separati l’uno dall’altro e che hanno reazioni durante alterazioni del corpo che li ospitava anche se posti a grande distanza. Ma sono le storie dei trapiantati quelle che lasciano più esterrefatti. Voyager ci racconta quella di una ragazza che aveva avuto il cuore di una coetanea assassinata e che cominciò a sognarla fino a fornire indizi che permisero l’arresto del suo assassino. 
La seconda indagine riguarda il terribile Vlad III vissuto nel 1400, l’ispiratore della storia del conte Dracula raccontata da Bram Stoker nell’ottocento. Questo sovrano crudele, definito l’impalatore per il modo in cui uccideva le sue vittime un giorno fece imprigionare tre sacerdoti. I tre poveretti, fratello Hans, Fratello Michel e il giovane novizio Jacob, trascorrevano il tempo in attesa del loro terribile destino. Sapevano infatti della crudeltà del sovrano che per evitare l’invasione degli Ottomani aveva preparato loro un terribile spettacolo: aveva fatto impalare i suoi stessi sudditi e li aveva posti quale atroce monito sul loro cammino.
Quando finalmente i tre poveretti vengono convocati dal sovrano il fratello Hans raccomanda loro di rispondere solo con la verità alle domande del crudele Vlad. Il sovrano interroga il giovane Jacob chiedendogli dove crede che lui andrà dopo la morte. I due fratelli più anziani intervengono in aiuto del novizio chiedendo di rispondere al suo posto. Ma nonostante diano risposte diametralmente opposte, il primo mentendo e affermando di essere sicuro che Dio comprenderà l’intento generoso delle crudeltà di Vlad compiute per salvare il suo paese, il secondo dipingendogli le pene e la solitudine dell’inferno, entrambi fanno una terribile fine. Non si sa cosa rispose Jacob, quello che è certo è che al giovane fu risparmiata la vita, forse solo allo scopo di raccontare le crudeltà del tiranno. Ma forse il sadismo del sovrano è solo un’invenzione ad opera di un suo alleato contro gli Ottomani. Questi infatti, desideroso di dominare la Transilvania la invase giustificandosi con gli altri sovrani con la necessità di liberarla da tanta crudeltà. 



L’ultima indagine è relativa alle mummie e ci porta alle cascate del Niagara, qui in un museo è conservata una mummia con le braccia incrociate. Chi è? Cosa ci fa lì? Scopriamo che la mummia è arrivata lì grazie ad un tale Douglas che l’aveva importata per conto del museo. Alcune caratteristiche fanno pensare che la mummia risalga all’epoca romana, al Nuovo regno. Per dimostrarlo vengono fatte comparazioni, attraverso la Tac con crani appartenenti ad illustri dinastie di faraoni, scoprendo che appartiene a quella di Ramses I, e che forse, addirittura si tratti della sua stessa mummia. L’indagine prosegue con la mummificazione degli animali, adorati al fine di essere protetti e con la storia di una mummia che si trova in Italia a Narni e che sembra essere l’ispiratrice dell’Aida, l’opera di Verdi. La trasmissione si conclude con la sorprendente storia di un corpo di una donna cinese, datato oltre 2000 anni fa, incredibilmente conservato, semplicemente immerso in un liquido e sigillato in una bara contenuta in altre sei.

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