Che lamore centri con lultimo film di Ficarra e Picone è evidente. Che il punto di vista sia squisitamente maschile è la divertente chiave daccesso con cui i due comici siciliani raccontano le pie(a)ghe del nobile sentimento. Che travolgono un po tutti. In un vortice di romantico sentire che merita di essere accolto con la dovuta leggerezza. Attraverso un duetto che, dopo Il 7 e l8 e La matassa, si srotola in uno squisito gioco di gag e battute che fanno da supporto a una commedia degli equivoci dal tono piuttosto sostenuto. E godibile anche dal gentil sesso.
Sarà perché sin dalle prime scene Valentino (Valentino Picone) e il suo modo di amare fanno sorridere. Anzi, fanno tenerezza. Lui e la sua ossessione per Gisella (Ambra Angiolini), con cui convive, che si trova maniacalmente sommersa da attenzioni a forma – stucchevole – di cuore. Tanto che se si è donna e si sta guardando il film non ci si può sentir mancare un po laria e maledire il giorno in cui si è tanto desiderato uomini con uno spiccato senso del romanticismo.
Per fortuna la vita sa essere generosa e a controbilanciare le smancerie di Valentino si mette di giusto impegno Salvo (Salvatore Ficarra), suo amico dinfanzia nonché socio nellimpresa di servizi turistici che i due gestiscono a Torino. Un bus su due piani e una guida turistica – sempre giovane, straniera e bellissima – sono gli ingredienti con cui i due amici intrattengono i visitatori nel capoluogo piemontese. Mentre Valentino, aria sognante e decisamente imbambolata, pensa giorno e notte e a come stupire con nuove smancerie la povera Gisella, Salvo incarna il tipico sciupa femmine – almeno in potenza – italiano allergico ai sentimenti. Forse. Perché basta poco, tra un tentativo di seduzione della bella Alessandra (Sascha Zacharias) – la nuova guida – e laltro per far ricordare a Salvo il senso dellamore.
O meglio. Basta lei, Sonia (Diane Fleri). Capello corto sbarazzino e una vita trascorsa negli Stati Uniti. Ma ora è tornata, anche se per poco. E con lei quel sentimento sepolto nel tempo e travestito da amicizia. La commedia degli equivoci, così, ha inizio.
Tra frasi interrotte a metà, bugie, fidanzamenti spezzati, vite vissute in qualche modo solo per incapacità di volere un cambiamento reale nella propria vita. E sentimenti troppo veri, ma nascosti, per saperli riconoscere e accettare. Non sarà una commedia familiare a La matassa. O uno scambio di vite alla Il 7 e l’8. E, forse, ci vien da dire, non sarà nemmeno una di quelle storie impedibili che ci fanno sopportare “ore” di coda alla cassa del cinema.
Anche se è amore non si vede, però, merita di essere visto. Per la leggerezza, la semplicità e le risa strappate. Che non sono sguaiate e volgari, ma gentili come l’amore di cui parla. Che sia quello ossessivo e insicuro di Valentino o quello soffocato e menefreghista di Gisella. O, ancora, quello licenzioso di Salvo. O, infine, quello taciuto e negato di Sonia. E, come in ogni commedia degli equivoci che si rispetti, le parti si invertono, le situazioni si ingarbugliano fino a quando tutto si spezza. Il cerchio imperfetto dell’amore si chiude. E vissero felici e contenti.