Quarto Grado: Gennaro Rea racconta le stranezze di Salvatore Parolisi. Quarto Grado, in onda su Rete 4, ha ospitato Gennaro Rea, padre di Melania, la giovane mamma assassinata, del cui delitto è accusato Salvatore Parolisi. Il papà di Melania ha accusato Parolisi di essere stato un grandissimo attore. Per due anni è stato con una persona e, quando lui e Melania venivano a casa nostra o noi andavamo a casa loro, quando stavamo insieme, brindavamo insieme, non si è mai verificato nulla che facesse pensare a qualcosa di negativo. Sembrava innamorato della moglie. Noi labbiamo trattato come e più un figlio e quindi questo mi fa molta rabbia:  tutto quello che abbiamo fatto è stato invano. Durissime pe parole di Gennaro in diretta al programma condotto da Salvo Sottile con Sabrina Scampini, che ieri sera oltre al  caso di Melania Rea ha affrontato la scomparsa di Denise Pipitone con alcune novità. Prima di parlare del delitto di Melania in studio si ricorda della scomparsa di Alessia e Livia Schepp, le gemelline scomparse dalla Svizzera quasi un anno fa e il cui padre si è suicidato gettandosi sotto un treno. La madre delle bambine fa un appello perché ci si continui ad occupare del caso.



Un’altra parentesi viene aperta sul caso di Yara Gambirasio: il PM annuncia che proseguiranno i prelievi dei campioni di Dna sempre all’interno della comunità dove viveva la ragazzina.

Il primo caso che viene affrontato è quello di Melania Rea. Il magistrato ha annunciato la chiusura delle indagini entro la fine dell’anno, cioè tra pochissimi giorni. In studio il padre e il fratello della ragazza.



Il primo nodo da sciogliere è capire se Melania il giorno della sua scomparsa sia stata o meno a Colle San Marco come affermato da Salvatore Parolisi, suo marito. I dati sui quali potranno basarsi le indagini sono relative alle perizie dei tecnici sulle celle telefoniche, sui pollini e sul terriccio ritrovato sotto le suole delle scarpe della ragazza.

A proposito del telefonino i periti hanno effettuato delle prove simulando gli spostamenti del telefono di Melania e arrivando alla conclusione che non si possa affermare con certezza assoluta nè la presenza, nè l’assenza della ragazza a Colle San Marco il giorno della sua scomparsa. La stessa incertezza scaturirebbe dalle analisi dei pollini e del terriccio.



Il padre di Melania commenta amareggiato il comportamento del genero che, tra l’altro, dal carcere si è messo in contatto con la soldatessa sua amante e mai con la famiglia della moglie. Giudica Salvatore un vigliacco capace di fingere nei due anni di relazione extraconiugale, durante i quali si mostrava affiatato e innamorato della moglie. Per tutte e due le ore che siamo stati davanti al giudice ha dichiarato Gennaro Rea .  Salvatore è stato con la testa china, gli occhi piantati per terra, abbassati. E questa cosa la dice lunga. Se una persona è innocente, non si comporta così Gennaro Rea ha poi ricordato un episodio piuttosto insolito: durante le ricerche di Melania, invece di cercare la moglie,  Parolisi si preoccupò di andare in Caserma a parlare con i suoi commilitoni. Un mio nipote in quella occasione voleva accompagnarlo per non lasciarlo solo, vista la situazione. Si era già seduto nella macchina di Parolisi ma Salvatore lo ha fatto scendere dalla vettura perché voleva andare da solo. Tutto questo è stranissimo.

Mentre i familiari di Melania non hanno dubbi nel giudicare il comportamento di Salvatore, se non colpevole, quantomeno bugiardo e ingannatore, i familiari dell’uomo lo difendono a spada tratta convinti della sua innocenza. Salvo Sottile ricorda di un presunto patto tra Parolisi e il suocero relativo alla necessità di tacere le relazioni extraconiugali del marito di Melania per non infangare la donna stessa. Gennaro Rea nega l’esistenza di questo patto.

Sabrina Scampini ci parla dell’uomo che ha telefonato alla polizia per segnalare la presenza del cadavere di Melania non ancora identificato e domanda all’ingegnere Alberto Federico, esperto audio, se è possibile ricavare dati circa l’identità dell’uomo dalla sua voce. L’ingegnere dice che alcuni data, quali l’età, la corporatura, si possono evincere dalla voce con una certa attendibilità, ma che non possono condurre all’identificazione mancando una voce da confrontare. Secondo Barbara Palombelli il telefonista rimane anonimo perché teme il clamore creatosi attorno alla vicenda.

Alessandro Meluzzi, invece, pone l’attenzione sul fatto che seppur mentitore Parolisi, essendo militare, avrebbe potuto uccidere la moglie in altro modo, ad esempio sicuramente non con quel numero di coltellate. Egli è convinto che Parolisi possa aver partecipato all’omicidio, ma non con primo attore o possa saperne qualcosa, ma non esserne coinvolto.

Lasciato il caso Rea si passa a quello di Lucia Manca: ancora non sono pronti i risultati delle analisi che dovranno determinare se la donna sia stata uccisa. Viene ricostruita la vicenda della scomparsa della donna soffermandosi sul profilo del marito, un uomo che viveva una doppia vita diviso fra l’amante, alla quale aveva detto di essere separato e la moglie, alla quale aveva assicurato che avrebbe lasciato la donna entro la fine di giugno.

Il criminologo Massimo Picozzi ritiene che l’omicidio possa essere generato da una lite tra i due coniugi durante la quale l’uomo avrebbe ucciso la moglie in casa per poi trasportarla successivamente sul luogo del ritrovamento. (continua alla pagina seguente)

L’attenzione si sposta sulle motivazioni della sentenza uscite in questi giorni, che ha portato alla scarcerazione di Amanda e Raffaele per l’omicidio di Meredith. Le motivazioni della sentenza sembrano negare l’attendibilità di tutte le prove portate in primo grado come le tracce sul coltello della cucina di Sollecito e quelle sul gancetto del reggiseno di Meredith attribuite a Sollecito.

Mentre Picozzi non sembra convinto delle motivazioni della sentenza, Meluzzi ritiene che prima delle prove tecniche dovrebbero valutarsi quelle logiche: non sarebbe stato logico portare un coltello da casa di Raffaele compiere con questo un omicidio e poi rimetterlo nel cassetto come se niente fosse. L’avvocato di Sollecito annuncia che se non ci sarà ricorso in Cassazione, e quindi questa sentenza diverrà definitiva, chiederà un risarcimento per l’ingiusta detenzione del suo assistito.

Il caso successivo è quello di Denis Pipitone per la cui scomparsa si sta celebrando un processo a carico della sorellastra Jessica Pulizzi e della madre di lei, Anna Corona, per squestro di minore.

Nel processo è emersa una testimonianza in base alla quale nel giorno della scomparsa di Denise, un Ford Fiesta scura guidata da una donna bionda, si sarebbe allontanata a velocità dalla zona dove è stata rapita la bambina. Grazie alle prime lettere della targa dell’auto sono state sequestrate tre automobili, tutte e tre in uso a parenti o conoscenti di Jessica. La madre di Denise lamenta come siano state fatte le indagini all’inizio e si dice negativamente colpita dall’atteggiamento delle due imputate che si sono avvalse, sin dall’inizio, della facoltà di non rispondere.

Prima di concludere la puntata, l’ultima dell’anno, Salvo Sottile presenta due aggiornamenti: il primo sul caso Scazzi per l’omicidio della quale è imminente il processo che vede imputata l’intera famiglia Misseri e l’altro sul caso di Yara Gambirasio, le ferite trovate sul corpo della ragazzina sono state inferte casualmente, non nascondono perciò nessuna simbologia.