Si è concluso Il più grande spettacolo dopo il weekend, lo show campione di ascolti di Fiorello, puntate viste da un pubblico numerosissimo e che hanno battuto ogni share dell’anno. E si è concluso alla grande, con la presenza del solito uragano Roberto Benigni che ha scherzato da par suo, si è lanciato in un monologo dedicato all’ex premier Silvio Berlusconi (“C’era una volta un cavaliere con tanti stallieri, tanti castelli e tante principesse, tutte sul pisello”) e ha eseguito il suo antico cavallo di battaglia, L’inno del corpo sciolto. A sorpresa, Benigni ha voluto anche omaggiare il grande disegnatore scomparso, Andrea Pazienza (“Come diceva Andrea Pazienza, non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa”). Ha anche ricordato l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini. Non era il solo ospite, ieri sera Benigni: sono infatti apparsi anche Jovanotti, Roberto Bolle, Pippo Baudo e Malika Ayane, ma ovviamente l’attore e regista toscano ha fatto la parte del mattatore. Benigni è entrato in scena prendendo di mira subito Berlusconi (Le più belle dimissioni degli ultimi centociquant’anni). Quindi comincia il suo monologo assicurando che usciremo dalla crisi: mica siamo nel medioevo, dice quando  c’era il Parlamento dei ladri, dei corrotti, gente che comprava i parlamentari, passava da uno schieramento all’altro, c’erano tanti privilegi, si facevano le orge. Ovvio riferimento ai tempi di oggi, almeno dal suo punto di vista.  Continua martellando Berlusconi e dice che a un certo punto arrivarono un orco, anzi un’orca dalla Germania che urlava “bund, spread, bund” e le principesse di Berlusconi fuggirono tutte lasciandolo solo, si dimise e vivemmo felici e contenti. Fiorello chiede a Benigni di dire tre cose sulla situazione del Paese  e Benigni si lascia andare a qualche riflessione seria sul futuro dell’Italia: “Non ho consigli da dare  se non che nei momenti difficili bisogna stare insieme, lo sappiamo fin dall’Ecclesiale”. Cita Pertini, un pacifista convinto che andò in guerra perché aveva visto partire i figli dei contadini e degli operai e sentì il bisogno di dare qualcosa di più per loro: chi ha, conclude, deve dare molto di più. Quindi un “saluto leggero come una farfalla” allo scomparso Andrea pazienza, disegnatore straordinario che se ne è andato molto giovane.



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