Uno dei servizi della puntata di ieri di Report, il programma di Milena Gabanelli, è stato dedicato alla Fiat e il suo futuro, alla lluce dellaccordo con Chrysler.
Linchiesta del programma di Milena Gabanelli ha passato in rassegna i momenti salienti della più grande azienda italiana, «passata dall’anticamera del fallimento alla scalata di Chrysler, grazie ad interviste approfondite ai numerosi personaggi che oggi, come anni fa, hanno avuto in un modo o nellaltro a che fare con la casa automobilistica. Dallex ad Romiti, al sindaco di Torino Sergio Chiamparino, dallex Ad di Unicredit, Alessandro Profumo, fino al presidente di Banca Profilo, Matteo Arpe. Oltre, ovviamente, a Sergio Marchionne.
Ora che Fiat si è alleata con il colosso americano, grazie ai «dollari di Obama e ai nuovi contratti applicati nelle fabbriche italiane, «l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha gettato i presupposti per uno scenario nuovo, dagli esiti imprevedibili. Come, del resto, alla luce degli accordi e dei nuovi contratti, è imprevedibile il piano strategico industriale del Lingotto, la cosiddetta Fabbrica Italia. A Giovanna Boursier che chiedeva se la sede legale sarà spostata a Detroit, come in molti temono, Marchionne, nel corso della puntata, risponde: «ho semplicemente detto, per chiarezza, che la scelta di dove sarà la sede legale dopo che la Chrysler andrà in borsa è una decisione da prendersi sulla base di governance, non è un problema di oggi, lo so che lei si sta preoccupando del futuro.
Il punto, tuttavia, spiega Gabanelli, è il seguente: «il processo che sta portando alla fusione con Chrysler va avanti, e gli Stati Uniti puntano sulla nostra tecnologia per fare lauto a basso consumo. Mentre a Mirafiorni si promettono 2 miliardi di investimenti per fare il Suv, e 20 miliardi complessivi su tutto il paese. In cambio si chiedono sacrifici: per rientrare degli investimenti fatti bisogna far girare gli impianti a pieno regime. Ma chi obbliga Marchionne a mantenere le promesse fatte?
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