Patrick Lussier di lavoro potrebbe fare l’impiegato e non ci accorgeremmo della differenza. Perché Patrick Lussier (che ha alle spalle un passato da montatore per Wes Craven) dirige Drive angry con il pilota automatico, senza grosse idee registiche o stilistiche, semplicemente mettendo le cose che servono nel posto giusto e al momento giusto.
La storia è più o meno questa: Nicolas Cage interpreta un camionista morto che, finito allinferno, scappa per vendicarsi dell’uccisore di sua figlia, il leader di una setta satanista che le prova tutte per far tornare sulla Terra il Diavolo. Aiutato da una giovane ragazza, il protagonista ha davanti a sé la strada della vendetta, non senza difficoltà, visto che la setta si dimostra essere più forte di quello che pensava, e che il Diavolo (quello vero) ha inviato un suo servo per riportarlo allinferno.
Patrick Lussier da regista ha sempre praticato l’horror e ha sempre sfruttato i clichè del genere, invero mai in maniera decente. La stessa cosa succede anche con il suo ultimo film, Drive angry, ma con un risultato diverso e inaspettato pure per lo stesso regista. Il film, infatti, è così pieno di clichè da diventare spassoso e divertente: ralenti inutilmente esasperati, esplosioni alle spalle del protagonista, automobili veloci, belle ragazze, sparatorie e scene di sesso e sigari giganti (tutti e tre in una sola scena!), pessima computer grafica e regia ai limiti del digeribile.
Drive angry è un film con un’idea folle e ridicola degna di meritarsi qualche strano premio. Una storia che non ha grandi meriti e che scade spesso nel facile sentimentalismo (i flash-back), così come vuole sembrare forzatamente sopra le righe (come fare a reggere i primi venti minuti di sole parolacce?!). Ma la storia è così banale da essere scritta con un po’ di mestiere e, soprattutto, è sorretta da dialoghi spacconi quanto basta che, messi in bocca a Nicolas Cage ,acquistano ancora più valore.
Cage, mattatore della pellicola, indossa un nuovo parrucchino biondo e recita senza freno alcuno sbavando alla grande i toni, ma è per questo che gli vogliamo così bene. Al suo fianco Amber Heard fa la sua bella figura, ma a rubarle la scena arriva William Fichtner, grande caratterista del cinema americano (da Strange days a Il cavaliere oscuro) che qui trova un ruolo che gli si cuce bene addosso.
Drive angry è sempre la solita schifezza, ma stavolta riesce a non annoiare, anzi persino a divertire. Anche se di certo non possiamo ritenere questo risultato merito del regista.