Miliardi di persone davanti ai televisori e ai computer, per seguire minuto per minuto quello che è già stato definito da tempo il matrimonio del secolo e l’evento multimediatico dell’anno. Stiamo parlando delle nozze reali tra Williams del Galles, erede al trono d’Inghilterra, e Kate Middleton, non una nobildonna, ma  che è stata comunque in grado di conquistare il difficile cuore della Regina Elisabetta. Una favola? Gli elementi ci sono, per questa sorta di cenerentola (in realtà già ricca di suo) del Terzo millennio che sposa l’affascinante principe. Sta di fatto che oggi 29 aprile si assiste a questo evento e anche chi lo ha criticato inevitabilmente finirà per darci un’occhiata più o men approfondita.  Un evento che si colloca molto vicino all’altro grande fatto che interesserà milioni, probabilmente miliardi di persone: la beatificazione di Giovanni Paolo II. Per comprendere i risvolti prettamente mediatici ma non solo IlSussidiario.net ne ha parlato con il conduttore televisivo Massimo Bernardini.



Il matrimonio tra William e Kate è davvero l’evento multimediatico dell’anno, anzi del secolo?

Questo non lo so, so che però c’è una concomitanza di eventi interessante in questi giorni. Oggi il matrimonio reale e domenica la beatificazione del Papa. Evidentemente sono due eventi molto diversi fra loro, però sono eventi che saranno visti entrambi da milioni, probabilmente miliardi di persone, e quasi sicuramente dalle stesse persone. Quelli che si sono sintonizzati per vedere le nozze di William e Kate poi faranno lo stesso per vedere la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II. Dunque c’è un interesse mediatico elevato e concentrato nello spazio di poche ore.



Da dove nasce questo interesse per così dire globale?

Come dicevo sono due eventi diversi: da una parte c’è un santo, dall’altra la favola. Sono però entrambi due eventi che hanno la capacità di parlare alla gente. Il matrimonio reale stesso, con quel senso di favola che si porta dietro dimostra una voglia di bellezza da parte della gente. Perché nonostante molti facciano gli snob, questo matrimonio è una cosa bella da vedere: i due sposi sono giovani, sono eleganti, sono belli. Saranno i futuri re e regina d’Inghilterra, ma non si può liquidare come una cosa che interessa solo agli inglesi. Ed è bello poi vedere come il popolo si riconosca in questa istituzione che è la monarchia. Ecco: sono due eventi di popolo, e vedere un popolo è una cosa molto bella. Il fatto che accadano così vicini nel tempo poi ci porta quasi in un’altra dimensione, in un’altra epoca storica, vorrei quasi dire il medioevo. La celebrazione della santità di un Papa e un matrimonio reale, cose da altri tempi. Insomma come dire: alla fine di tutto, quando hai vagliato tutta la nostra modernità, quello che ti resta sono i valori antichi.



Non è che la gente si metterà davanti alla televisione convinta di vedere un altro reality?

Ma questa è la realtà. Questi sono i Windsor, esistono davvero. Diffido da certe letture sommarie e apocalittiche. Il matrimonio del secolo, questa favola, può essere qualcosa di bello. Si può sempre inciampare in qualcosa di bello nella vita, e questo riverbero del bello che hai visto poi ti rimane dentro a futura memoria.

Tutto questo interesse può essere anche dovuto al fatto che William è figlio della sfortunata Diana, su cui si sono spese milioni di parole?

Sì, gioca un ruolo importante, ma sai quanti libri sono stati scritti su Diana e poi sono finiti al macero? Viviamo in un’epoca che fa profonde riflessioni millenaristiche, poi tre giorni dopo butta via i libri. Facciamo grandi chiacchiere, poi andiamo sempre a ricercare certe cose. Teniamo poi conto che ai tempi delle nozze di Lady Diana non esisteva Internet. Il fatto che la Casa Reale abbia aperto un canale video sulla Rete, The Royal Channel, così come ha fatto il Vaticano per la beatificazione del Papa, indica un interesse incredibilmente alto. C’è qualcosa di nuovo, questa volta, che l’altra volta non c’era. C’è una multipiattaforma che toglie alla televisione generalista il ruolo di sola protagonista.

Quale sarà il momento topico di questo matrimonio, dal punto di vista mediatico?

Sicuramente quando si affacceranno al balcone di Buckingham Palace, con tutta la famiglia reale, da Elisabetta ai nipotini, sarà molto emozionante. Ma a me piace anche pensare che l’anglicanesimo, la religione di Stato inglese, viva un momento importante, come sempre nei momenti chiave della storia inglese. Elisabetta questo lo ha ben presente, essendo lei il capo della Chiesa inglese. E cioè che l’autorità monarchica si sta affidando a Dio e che i due sposi si stanno assumendo  un compito davanti a tutto il popolo. Noi che siamo abituati a un mondo dove l’unione fra uomo e donna è una cosa privata, alla fine siamo affascinanti dall’idea che il matrimonio diventi invece un fatto pubblico, un compito di fedeltà davanti al popolo. Sono anni che si dice di non creder più al matrimonio,  invece ecco che siamo così  affascinati da un matrimonio con tutte queste conseguenze pubbliche.

(A cura di Paolo Vites)