Ci sono due modi per domare un elefante. Si può usare il pungolo, ferendo lanimale e sottomettendolo con la paura, oppure attirarlo con lacqua di cui ha bisogno. Nel film di Francis Lawrence, ambientato nel mondo del circo, il violento August (Christoph Waltz) sceglie di ammaestrare gli animali e i suoi dipendenti con la forza. Il giovane idealista Jacob Jankowski, interpretato dallidolo delle teenager Robert Pattinson, opta invece per lumanità, conquistando la fiducia altrui con le buone maniere.

Come lacqua per gli elefanti, adattato dal romanzo di Sara Gruen, è un melò con tutti i crismi: i colori caldi, i bei costumi, le atmosfere depoca, la vena nostalgica. Nella tradizionalissima cornice, lanziano e malinconico Jacob fugge da una casa di cura in una notte piovosa per recarsi in un circo, dove racconta la sua storia in un lungo flashback.

Si torna indietro alla crisi del 29 in America, quando gli emigranti cercavano nel nuovo continente il riscatto sociale dalla miseria del proprio Paese, il proibizionismo induceva a commerciare di nascosto dei prodotti scadenti e lemancipazione della donna era ancora un traguardo lontano.

Il giovane e colto Jacob, a un passo dalla laurea in veterinaria, rimane improvvisamente orfano ed è costretto a rinunciare a un futuro promettente per guadagnarsi il pane. Il destino lo guida sul treno che trasporta il circo dei Benzini Brothers, gestito con il pugno di ferro da August, un manager iracondo e spietato che, stranamente, prende in simpatia il nuovo arrivato. Jacob è introdotto in un mondo misterioso e affascinante, che nasconde dietro lo scintillio degli acrobati e dei domatori un universo di operai affamati e di animali maltrattati.

Rinunciando a restituire il fascino delle atmosfere circensi, il film si concentra ben presto sullattrazione proibita tra Jacob e la bella moglie di August, Marlene, una Reese Witherspoon biondissima, fragile e (naturalmente) irraggiungibile. Lavorando insieme per addomesticare lelefantessa Rosie, destinata a risollevare le sorti della baracca, Jacob e Marlene sinnamorano sotto gli occhi minacciosi del loro carceriere. Lui la convince di meritare una vita diversa, un marito rispettoso; lei vuole sentirsi la stella dello show e lo attrae e lo respinge, finché non cede alla tentazione di un amore sincero (e giovane).

Pattinson si allontana finalmente dal clichè del vampiro pallido e triste, dimostrando di essere un attore con un futuro slegato dalla Twilight Saga, ma tra lui e la Witherspoon l’alchimia sembra un miraggio. La coppia recita in modo trattenuto, almeno quanto il cattivone Waltz esagera la sua irruenta performance, meritando la vendetta che gli riserveranno gli animali (e gli uomini) che non ha esitato a sfruttare.

Gli elementi più affascinanti sono sviluppati in modo timido, senza “esploderli”: non soltanto il tendone del circo ma anche il treno, un paese sulle rotaie che unisce persone diverse per il carattere e l’estrazione sociale, ma accomunate dal sogno americano. Come Jack, il protagonista di Titanic, Jacob vince il biglietto di un viaggio che non sembrava destinato a compiere, guadagnandosi un nemico e un’amante.

Manca però un respiro più ampio, un’esplorazione più convinta e convincente del mondo del circo e delle emozioni. Il film poteva risultare più intenso e romantico, invece è un prodotto patinato che segue lentamente il percorso di un treno che, alla fine, arriva a una stazione da cui non è più necessario ripartire, senza però il senso di appagamento che fa la differenza.