Conto alla rovescia per lottava e ultima puntata della fiction Non smettere di sognare, in onda questa sera alle 21.10 su Canale 5. Grande attesa per conoscere lesito del talent che fa da protagonista in questa serie. Ma non solo. Perché Non smettere di sognare racconta anche gli amori, le amicizie, le vicende personali e i problemi di un gruppo di giovani con il comune sogno di esprimere attraverso larte del ballo o del canto il proprio talento.

Quale sforzo rappresenti realizzare una fiction non è una domanda a cui è facile rispondere per i non addetti ai lavori. In termini tecnici, ma anche umani. Perché se da una parte ogni ingranaggio deve girare alla perfezione per mandare avanti la macchina produttiva, dallaltra il set diventa per molti una seconda famiglia lungo tutto il tempo della lavorazione. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare chi ha dedicato la propria professionalità – e umanità – a questa fiction. Si tratta di Nazarena Intino, Direttore di produzione Mediaset, della sua più stretta collaboratrice nonché Organizzatore di produzione, Bibiana Bellini e di Giovanni Puccio, Direttore di produzione insieme a Nazarena.

Nazarena, in cosa consiste il lavoro del Direttore di produzione televisivo?

Sinteticamente, consiste nel pianificare, gestire, coordinare le risorse necessarie alla realizzazione di una produzione tv, si tratti di risorse umane (gestione diretta del personale di produzione e collegamento diretto con i vari capo-reparti: fotografia, scenografia, arredamento, costumi, tecnica, contenuti, sicurezza, e tutti i service esterni) o di mezzi (telecamere, luci, audio, postproduzione) o economiche (contratti, budget, consuntivi).

la prima volta che si occupa di fiction?

Lavoro in Mediaset dal 1993 e mi sono occupata quasi sempre di intrattenimento (dal quiz, ai musicali, ai tg satirici, ecc.). Dal 2006 al 2010, poi, ho collaborato alla realizzazione di sitcom in coproduzione con società esterne e nel giugno 2010 sono stata incaricata dalla mia azienda di collaborare insieme a Giovanni Puccio alla realizzazione della serie di otto puntate di Non smettere di sognare, fiction completamente autoprodotta per la prima volta da Mediaset.

In cosa è diverso il suo lavoro (se ci sono delle differenze) tra la fiction e lintrattenimento?

Sostanzialmente, le differenze riguardano gli strumenti di lavoro (per esempio, lordine del giorno, i piani di produzione, i fogli di convocazione attori, ecc.), ma anche la pianificazione, normalmente modellata sullaccorpamento di scene in base agli ambienti/location. Senza dimenticare lutilizzo di figure professionali che nellintrattenimento non hanno ragione di esistere, quali il planner, la segretaria di edizione, gli actor coach o gli attrezzisti per costruire ambienti/arredi.

Comè la giornata tipo del Direttore di produzione di Non smettere di sognare?

Supponiamo che l’orario di registrazione sia in una location esterna (una casa) e che si svolga con un orario diurno (8.00-18.00) ed eccovi un tipico ordine del giorno con scene abbastanza semplici. Si inizia alle 7.00, orario in cui siamo tutti convocati. Alle 7.45 arrivano i camper, il cinemobile, il furgone sartoria e il reparto costumi. Un quarto d’ora dopo, alle 8.00, mentre gli attori sono al trucco, il reparto arredamento scenografia attrezzeria sistema gli ambienti interni. Alle 8.30 arriva la troupe tecnica e il reparto luci e macchinisti, nonché la regia e si iniziano gli allestimenti. Finalmente alle 9.15 inizia la prova lettura copione con gli attori sul set.

Questo per quanto riguarda la mattina. E dopo?

Dopo la pausa pranzo, alle 14.00 continuano le riprese fino alle 16.30, tempo per smontare tutto in 45 minuti e rientrare alla base entro le ore 18.00, altrimenti siamo in straordinario. Il Direttore di produzione e il personale del reparto di produzione è l’ultimo ad andare via, perché deve verificare che tutto sia a posto. Che tutti i reparti, per esempio – ma non solo -, abbiano effettuato lo smontaggio nei tempi e modi stabiliti nella riunione di produzione verificatasi la settimana precedente. Verso le 18.00 forse si riesce ad andare via, se l’imprevisto non predomina nella giornata. Ore 19:00 rientro in sede e poi a casa. Ma non è finita qui!

Perché?

Oltre a coordinare quanto esposto nell’ordine del giorno, il Direttore di produzione si occupa di verificare che tutto il necessario richiesto dai reparti per il giorno successivo sia effettivamente disponibile e confermato. Inoltre, redige l’ordine del giorno per l’indomani e contemporaneamente deve tener sott’occhio la settimana successiva per garantire che tutti siano informati sul da farsi. La fiction (otto puntate) è durata 18 settimane!

Qual è stata la tematica da lei più sentita?

Desiderare dormire di notte con la speranza di farcela a resistere fino alla fine e con successo, soprattutto senza dimenticare il significato ultimo del mio vivere e del mio lavoro. Il successo personale c’è stato, la sfida professionale è stata superata e vinta, il senso del vivere l’ho conservato cercandolo di condividerlo con tanti rapporti… Ahimè, dormire è stata una lotta a cui cerco di porre rimedio ancora adesso.

Giovanni, Non smettere di sognare è stata girata in alta definizione: in questo senso è davvero innovativa. Questo cos’ha comportato da un punto di vista tecnico?

Registrare in High Definition è stata un’impresa innovativa, che ha messo alla prova tutti quelli che ci hanno lavorato, che ha portato conoscenza, impegno, studio e approfondimento di risorse e metodi nuovi. Insomma, davvero una grande esperienza. È stato deciso di utilizzare le telecamere Sony 2700 Full HD su scheda di memoria. Uno dei principali problemi che ci siamo posti è stato come e dove memorizzare la quantità di dati registrati. Si trattava infatti di disporre di circa 300 ore di girato per otto film della durata di 100 minuti circa ciascuno.

Quindi cosa avete fatto?

Abbiamo creato una sala di postproduzione in grado di immagazzinare e gestire un flusso di dati 1/1 con l’ausilio di otto torrette HD (1 per puntata), distribuite in tre sale di montaggio. In fase di registrazione, la scelta di queste telecamere ha permesso un ridotto uso dei corpi illuminanti facilitando le fasi di allestimento e di smontaggio. Ogni fase delle lavorazioni è stata curata nei minimi particolari anche per quanto riguarda l’audio registrato in presa diretta. Forse, però, l’innovazione più significativa è stata utilizzare per un prodotto televisivo, tecniche, risorse e figure professionali tipicamente cinematografiche.

Bibiana, Non smettere di sognare parla dei giovani, delle loro passioni e del loro sogno di entrare nel mondo dello spettacolo. Come sono stati vissuti questi temi dalla vostra squadra, dal momento che voi stessi lavorate in questo settore?

Giovani ci si sente sempre, se poi con i giovani si sta a stretto contatto per più di 12 ore al giorno e se il proprio sogno di bambina era quello di fare l’attrice cantante e ballerina, capite bene che questi temi da me e da tanti di noi sono stati vissuti con energia positiva, con commozione di fronte a un ballo particolarmente impegnativo e con emozione viva nel veder nascere una nuova canzone. Una canzone che diventa la colonna sonora della prima fiction che noi ci sentiamo di aver contribuito a comporre, che abbiamo vissuto con passione ora per ora, giorno per giorno. Come il talent, che doveva produrre nello spettatore un susseguirsi di sentimenti, un incrociare di dita costanti…una passione che nasce e che non fa mai smettere di sognare!

Quindi, secondo lei, Bibiana, il successo del talenti show può aver influito sul successo della fiction?

Beh, come dicevo poco fa, il talent doveva insinuare nello spettatore ansia, passione, doveva incollarlo allo schermo con l’intento di portarlo a conoscere il vincitore, nella speranza che questi fosse colui che durante tutte le puntate aveva appassionato di più. Perciò mi sento di rispondere sì. A conferma di ciò, i dati auditel hanno rilevato che il nostro pubblico era composto da ragazzi – soprattutto ragazze – dai 15 ai 20 anni.

Questo background condiviso tra le diverse professionalità ha influenzato il clima sul set? Se si, in che modo? Siamo curiosi, Bibiana, di sapere se, nell’epoca di Boris e della sua dissacrante visione della squadra televisiva, si è creata una sinergia particolare tra tutti voi.

Direi che sinergia è poco. Si è creato un qualche cosa di magico e in quei mesi assolutamente totalizzante. Vivevamo come una grande famiglia, si mangiava in piedi in cinque minuti. Si correva ai ripari se qualcuno aveva bisogno e il suo bisogno diveniva un bene comune e un prezioso ostacolo da superare insieme. Ci siamo emozionati insieme, incavolati insieme, addormentati insieme e risvegliati insieme per raggiungere tutti lo stesso risultato, perché credetemi è la squadra che vince sempre su tutto.

Tornando all’esperienza sul set, com’è stato il lavoro con gli attori più giovani e qual è stata la storia o il personaggio cui si è affezionata di più?

Il rapporto con gli attori più giovani è stato incantato; sì incantato perché si appoggiano a te, ti chiedono supporto e considerano ciò che gli puoi dare come bene prezioso. Poche sono state le persone altezzose e sprezzanti. I personaggi ai quali mi sono legata maggiormente, sia nella finzione che nella vita reale, sono Bianca (Alice Bellagamba) e Massi (Luca Fiamenghi), due persone deliziose: grandi professionisti seri ed estremamente rispettosi dei ruoli di tutti.

Tra gli attori ci sono ex concorrenti di talent show: come hanno lavorato sul set?

Solo Alice Bellagamba è stata ex concorrente di talent. Garantisco che la sua partecipazione al talent, dato che lei è dotata di grande professionalità – è una ballerina davvero brava e seria – non è stata componente così significativa ai fini della sua performance nella fiction. Certo, le sarà servito per approfondire le tecniche nella danza, ma sono certa che quando una persona è seria la sua natura emerge sempre. Gli altri ragazzi hanno già avuto esperienze in altri set cinematografici oppure in altre fiction e sit com, mentre le ballerine hanno svolto ruoli in teatro.

Nazarena, in qualità di Direttore di produzione, ma non solo, qual è il momento della lavorazione che ricorda più piacevolmente?

I momenti piacevoli sono stati diversi, ma sempre connotati dall’affetto. Star in piedi fino tardi per conquistare il giorno dopo, arrivando alla soluzione! “Riconfigurare” l’ora di pausa con i colleghi più stretti e, arricchendo il solito cestino con qualcosa di più buono portato da casa, ridere fino a non poterne più di particolari della giornata più buffi a cui non hai potuto dar retta per il susseguirsi delle cose da fare. Quando mi hanno chiamata urgentemente sul set dicendomi che dovevamo per forza andare in straordinario e, invece, in 50 tra tecnici, attori, produttori, e tutti della troupe mi aspettavano con un bicchiere di spumante per farmi gli auguri di compleanno. I non pochi “grazie Nazarena” che spesso, nei momenti più duri, facevano sperare di farcela e alla fine della produzione si sono rivelati ancora più sinceri! Alcuni rapporti proseguono ancora oggi e si approfondiscono.

E il momento più duro?

Quando mi hanno detto che dovevo fare la fiction. Ero lusingata quanto spaventata. Non un film, che non avevo mai fatto, bensì otto! E quando è saltata una location importante (l’ospedale). Avevamo già fatto tutti i sopralluoghi, ordinato gli arredi e le luci, pianificato le scene e gli attori, i costumi e i trucchi, e 15 giorni prima delle riprese l’ospedale ci… saluta! Ricominciare daccapo non è stato facile, ma neanche impossibile.