Okay, è iniziata la Coppa America, ma alzi la mano chi di voi la sta prendendo sul serio. Un po perché molte delle partite sono di notte, un po perché prendere sul serio il calcio di luglio è come scrivere la lettera a Babbo Natale il giorno di Ferragosto o preoccuparsi per il colesterolo davanti a un piatto di fagioli con le cotiche oppure rinnovare lassicurazione sulla vita nel giorno del proprio funerale.
Da un recente sondaggio della rivista inglese Tv Smiles and Songs, risulta, per esempio, che il 104,8% degli intervistati a Capalbio (patria degli intellettuali Vip e Snob) alla domanda Cosè la Coppa America? ha risposto, un po annoiato: Non si dice Coppa Amevica, bensì Amevicas Cup, quella delle vegate e di Luna Vossa. Ma adesso, pev favove, basta domande, pevché devo andave con mio figlio Giangivotondo a vedeve lultimo documentavio pvodotto da Nanni Movetti dal titolo ‘La gioventù dei Fantastici Quattvo’. Non i supevevoi, sciocchino, pavlavo della gioventù di Sebastiano Maffettone, Paolo Floves DAvcais, Davio Fo e Luciana Littizzetto. A Siena, in tuttaltre faccende affaccendati, ha risposto solo lo 0,003% dei senesi, affermando: Coppa America, sì, ma cosa cè in Palio?. A Napoli, infine, il 96,8% ha confermato che non vedrà nemmeno una partita dellArgentina se il ct Batista accanto al Pocho Lavezzi non farà giocare Hamsik.
Intanto su Sky impazzano dirette e differite, ma la Rai non sta a guardare. Su Rai Braccio di Ferro (probabilmente il suo canale più forte: lo trovate sulla piattaforma ecologica del digitale extraterrestre di Sky) – oltre a trasmettere Spoon River Plate, unantologia di epitaffi rivolti dai tifosi alla propria squadra clamorosamente retrocessa – manda in onda una serie di speciali del programma Sfide dal sottotitolo provvisorio Sfighe, dove vengono proposte le biografie di quei campioni, che – dimenticati da Dio, dagli uomini e, soprattutto, dai commissari tecnici – non sono stati convocati per questa competizione. Ecco i protagonisti delle prime cinque puntate.
Diaz Grunho. È la cattiveria (non solo agonistica) fatta calciatore. Peruviano dal carattere ruvido, essendo nato a Lima, appena deposto nella culla ha fronteggiato con un tackle deciso l’infermiera che voleva cambiargli il pannolino. Affronta a muso duro qualsiasi avversario. Gran divoratore di stinchi: ha cominciato la sua carriera in un campetto di periferia tirando i primi calci, mentre i successivi li ha tirati nel resto della sua carriera, durante la quale ha toccato ben poche volte il pallone. Il suo numero di maglia è progressivo, ama aggiornarlo di volta in volta in base agli avversari che con lui hanno avuto la peggio nei contrasti: nell’ultimo campionato ha iniziato con il 308 e ha terminato con il 426.
Leo Malmessi. La sua storia ha commosso tutto il Paese. È soprannominato la “Pùlcera”, perché piccolo come una pulce e sempre afflitto da violenti attacchi di gastrite. Rimandato più volte a scuola, non è mai riuscito a entrare nella squadra dell’Estudiantes, dove giocano solo i migliori laureati: ha dovuto accontentarsi di restare nei Ripetentes, la “cantera” della società. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ha contratto tutte le malattie possibili, tranne quelle che cominciano per H, J, K e Q. È stato operato nella sua carriera 14 volte al menisco, 15 alla tibia (sempre la stessa) e 43 ai malleoli. Ha subìto un’asportazione del radio e più asportazioni dell’autoradio che teneva in macchina. Ha cominciato a prendere i primi calci dopo i primi vagiti. A causa dello spazio ristretto nella nursery, è stato infatti deposto nella stessa culla con un altro bambino: era Diaz Grunho. Ora Leo Malmessi gioca con la maglia numero 118 e nelle partite in notturna usa la seconda divisa dotata di sirena lampeggiante.
Elasticodeiboxer. Nato in Cile, ma originario delle Isole Bermuda, per la povertà che regnava in famiglia è stato abituato fin da piccolo a tirare la cinghia. Ha vissuto il massimo fulgore della sua carriera agonistica come Pamperos, che è il nomignolo affibbiato dai tifosi ai giocatori del Pampers di Valparaiso: qui diventa il collante del gioco, è lui che sa tenere su la squadra come pochi. Nei Pampers raggiunge fama, ricchezza e amore, che però paga a caro prezzo, rimanendo in braghe di tela per il divorzio chiesto e ottenuto dalla moglie Katy Perry Zoma, che scappa con Diaz Grunho dopo un rovente weekend trascorso insieme, a Cuba, nella Baia dei Porci. Elasticodeiboxer si trasferisce tre anni fa nell’America di Lines, dove gioca a centrocampo e fa coppia fissa con il compagno di linea Mutatis Mutandis, di chiare origini greche.
Senonjogotitular Mepuertoviaelbalon. Soprannominato “Mepuerto” – per distinguerlo dal fratello-procuratore Seluinonjogatitular Sepuertaviaelbalon, detto “Sepuerta” – questo maturo campione boliviano ha avuto un’infanzia terribile. Figlio di un disoccupato di lungo periodo, Infelix Mepuertanoviaeltrabajo, e di una casalinga disperata e nullatenente, Dolores Siemprealverde, ha conosciuto in tenera età Diaz Grunho, suo compagno di banco e di giochi dall’asilo fino alla terza media, che hanno finito entrambi a 29 anni. Mepuerto è l’unico a cui Grunho riusciva a portare via il pallone e non gli stinchi.
All’anagrafe il nome per esteso di questo funambolico trequartista del Brasile è stato registrato in una settimana: Douglas y Lucimar y Luis y Manoel y Paulo y Ricardo y Cunha y Vicente y Nazario y Francisco y Chagas y Ferriera y Borba De Carvalho Sisenando Bebè. Lo sponsor è impazzito per inserire il suo nome sulla maglia: in pratica non c’è stato spazio per il numero. Anche il codice fiscale risultava troppo lungo. Allora la federazione carioca ha deciso di farlo incontrare con Diaz Grunho. Ora si ritrova con un nome ridotto all’osso: Y. Un appellativo stretto per un giocatore che ama il fraseggio stretto. Accorciato il nome, Y ha però preteso che sulla maglia figurasse il suo codice Iban. Un numero a 27 cifre.
Le prossime puntate. Nel corso della Coppa America, “Sfighe” trasmetterà anche le biografie dell’uruguaiano Rosybinder (definito dal ct Tabarez “più bello a vedersi che intelligente tatticamente”), del venezuelano Labalalastainlofrigo (bravo solo a congelare il gioco) e del difensore ecuadoregno che non abbocca mai alle finte Oscar Tunonmechuliconunfingimiento (soprannominato Nochuli).