Sua Maestà John Lasseter (due premi Oscar alle spalle), la gallina dalle uova doro della Pixar, alle prese con il sequel di Cars ha deciso di cambiare genere. Se il film precedente era una storia di formazione ambientata nel coloratissimo mondo delle macchine da corsa, questo secondo capitolo diventa a sorpresa unavventura di spionaggio internazionale, con qualche tocco ecologista e una storia di amicizia e di rivalità.

Cars 2 ci riporta a Radiator Springs, lamena cittadina della California del Sud dove vivono lautomobile sportiva rossa fiammante Saetta McQueen, il carro attrezzi Cricchetto, fiero delle sue ammaccature, laffascinante Porsche Sally e i loro amici.

Tra i canyon e la polvere del deserto, però, si resta ben poco, perché stavolta Lasseter ha deciso di far viaggiare i suoi protagonisti allestero, seguendo i circuiti di un Gran Premio organizzato da un magnate del petrolio che inaugura il suo nuovo carburante ecologico. McQueen e Cricchetto volano in Giappone e poi in Europa, cercando la vittoria in pista e trovandosi invece al centro di un inaspettato intrigo internazionale.

I paesaggi in animazione sono quasi più belli che in fotografia: la psichedelica e tecnologica Tokyo, la vecchia Parigi che strizza locchio a Ratatouille, unimmaginaria cittadina costiera italiana (che in realtà assomiglia a Montecarlo) e la classica Londra rossa e blu, rivisitate in chiave cartoon rigorosamente 3D, abbagliano con i colori accesi e i dettagli accurati.

Su questo mirabolante sfondo si snodano le avventure del buon Cricchetto, il vero protagonista del sequel, che ruba la scena a McQueen e si dimostra allaltezza della situazione. Innocente e sincero, apparentemente tonto, il carro attrezzi attraversa un periodo nero quando si rende conto che la gente ride di lui.

La sua amicizia con McQueen è in crisi, la sua autostima è vuota come un serbatoio senza benzina. Ma il suo candore è scambiato per una furba copertura dalla spia inglese Finn McMissile, unauto elegante in stile Mission Impossibile che, insieme alla bella Holly Shiftwell, ha il compito di sventare il diabolico piano di un misterioso criminale.

Mentre Cricchetto vive il suo comico tirocinio da spia, McQueen deve vedersela con Francesco Bernoulli, una fiammante auto da corsa italiana piena di sé e (indovinate?) mamma-dipendente, che vuole vincere a tutti i costi. Peccato che il magnate promotore del Gran Premio abbia solo finto di lanciare una benzina green. Sta sabotando in gran segreto le gare, per dimostrare che il carburante ecologico è un fallimento e alzare così la richiesta del petrolio. Il messaggio è chiaro.

I cattivi stavolta sono pericolosi sul serio. Sono criminali veri, che hanno a disposizione le bombe e il know-how della malavita internazionale. La scena iniziale sulla piattaforma petrolifera dà subito l’idea del tono del film: una spy story dal ritmo concitato, che infila una serie di gag visive e di battute divertenti ma gioca sul filo dell’ansia (la trovata finale della bomba sembra presa da una puntata sella serie Tv Alias).

Tra una gara e un inseguimento, il film procede senza pit-stop e travolge lo spettatore in un turbine di invenzioni esilaranti, in cui gli adulti riconosceranno una chiara parodia della saga di James Bond e affini. I bambini si divertiranno, ma avranno qualche problema a raccontare la trama.

Nel vorticoso mondo di Cars 2, l’aspetto emotivo della storia è fagocitato dall’azione e dalle logiche del marketing (Saetta McQueen e i suoi amici hanno fruttato un bel po’ di soldi con il merchandising). Dopo aver lanciato il messaggio “sii sempre te stesso”, speriamo che non sia la Pixar, che finora ci aveva regalato dei film poetici e profondi, a tradirlo per prima.