Semplice, forse un po banale, ma divertente. Così Le amiche della sposa, firmato Paul Fieg, si fa spazio nel panorama di fine estate delle sale cinematografiche. Coniugando una storia al femminile con unironia dal sapore tutto maschile.
Scordatevi i Wedding date, i 27 volte in bianco, i Bride Wars o i Un amore di testimone di turno. Tutte commedie romantiche in cui giovani donne vivono il concretizzarsi dellambito sogno del matrimonio. Favole più o meno incantate in cui un principe azzurro conduce allaltare la fortunata di turno.
Mentre Le amiche della sposa non si vergogna di cedere a tratti demenziali per dipingere un universo quello femminile fino a oggi dorato. Pardon, fino a ieri. Perché con luscita nelle sale di questo film Paul Fieg riscrive in qualche modo le regole del genere. O forse no. Si pone nella categoria delle eccezioni. In primis offrendo un posto in poltrona anche allo spettatore maschile, meno incline a sentirsi raccontare una storia da donne.
Il matrimonio, poi, è solo una scusa, un pretesto per parlare di amicizia e di sentimenti femminili quali complicità, solidarietà, invidia e gelosia. Come quando la tua migliore amica, quella con cui hai condiviso tutto sin da quando eravate ragazzine, mette da parte il tuo parere per seguire i consigli dellultima ma già intima – conoscente. Perché nel magico mondo del matrimonio, in fondo, tutto deve luccicare doro. E allora è più facile farsi aiutare da una riccona la cui vita è perfetta piuttosto che dalla tua migliore amica, le cui giornate assomigliano ad un colabrodo.
E quello che succede a Annie (Kristen Wiig), quarantanni e una serie di sfortune ammucchiatesi nel tempo. E a Lillian (Maya Rudolph), lamica di sempre, che riceve la tanto attesa proposta di matrimonio. Lillian la sposa. Annie la sua damigella donore. Fino a qui tutto perfetto, non fosse per lintromissione di Helen (Rose Byrne), che, forte della sua pettinatura inamidata, tenta di spazzar via anni di affetto con lammiccante profumo dei soldi. Mentre la vita di Annie cade a picco. A cominciare da quella sentimentale. Un ex fidanzato alle spalle, il matrimonio un sogno lontano e un uomo che la usa a suo piacimento. E poi cè il lavoro. Quello vero, quello che era la sua passione e che le consentiva di tirare fuori ogni giorno il meglio di sé. Annie non era una semplice pasticcera. Creava dolci in cui metteva anima e cuore. Ma anche quello ormai è un ricordo, mentre fino a ieri pagava laffitto con uno squallido lavoro in gioielleria procuratele dalla madre. Un modo per non farla sentire una fallita. Già.

In questo marasma di fiaschi l’unica circostanza che sembra sopravvivere è la sua amicizia con Lillian. Quando anche questo si infrange, tutto diventa disincanto.
Semplice, forse un po’ banale, ma divertente. Così Le amiche della sposa si fa spazio nel panorama di fine estate delle sale cinematografiche. Coniugando una storia al femminile con un’ironia dal sapore tutto maschile.
Perché per quanto scontato e prevedibile nelle dinamiche, l’ironia demenziale che contraddistingue il personaggio di Annie e molte delle circostanze della storia rende la pellicola tutt’altro che smielata. Non c’è compiacimento, come nei due Bridget Jones, solo voglia di ridere delle debolezze – tutte umane – delle donne. Che, per fortuna, non sono degli esseri angelicati.
Infine l’amore. Quello vero. Quello imperfetto e tenero che Annie, irrigidita dalle circostanze, rischia di buttare via. Quello che le consente di riscoprire il lato di sé che aveva sepolto alla chiusura della pasticceria e che Nathan le offre.
Un plauso meritatissimo a Kristen Wiig, bravissima nell’interpretare la sfigata che tocca il fondo ogni scena sempre di più. Ma alla fine – e stavolta non si ride – anche lei viene salvata dall’amore.