Missione compiuta. In occasione del primo compleanno del TG LA7 sotto la sua direzione, Enrico Mentana accoglie i giornalisti con queste due semplici ed eloquenti parole, e con il sorriso soddisfatto di chi sa di avercela fatta unaltra volta, di aver vinto la sfida, una sfida non facile peraltro. Si parla nello specifico di una cavalcata inarrestabile che ha portato il TG LA7, di cui fino allanno scorso probabilmente molti italiani ignoravano lesistenza, alle spalle, in termini di ascolti, solo dei due principali Tg nazionali, Tg1 e Tg5, con uno share giornaliero che da medie inferiori al 3% è arrivato a toccare picchi del 13%. Per non parlare della visibilità portata alla rete, dellattenzione mediatica e degli encomi raccolti praticamente ovunque.
Sono stati dodici mesi importanti, così Mentana introduce il bilancio di questannata trionfale ma sicuramente complessa. cambiata la pelle dellItalia, dellinformazione e anche di LA7.
Comè potuto avvenire il miracolo che ha portato un telegiornale prima quasi ignorato ad essere il terzo più visto del Paese? Non è che prima ci fossero incapaci, anzi, a distanza di un anno questi risultati sono stati ottenuti con gli stessi giornalisti che ho trovato al mio arrivo spiega il giornalista. Il lavoro di Piroso (direttore del TG LA7 prima di Mentana, ndr) non era certo da  buttare via, semplicemente il Tg era pensato come unalternativa a quelli principali, unalternativa non realmente concorrenziale.
Certamente il rinnovamento del Tg è arrivato in un momento propizio, in cui lopinione pubblica si stava dimostrando sempre meno soddisfatta del modo di fare informazione delle principali reti televisive e stava emergendo sempre più diffusa lesigenza di qualcosa di diverso, cosa di cui il neo-direttore Mentana era consapevole fin dallinizio: Mi sono trovato di fronte uno scenario di grande cambiamento, in cui i due Tg principali stavano perdendo il loro appeal, accusati di dare poco spazio alle notizie veramente importanti e di stare troppo attenti a non pestare i piedi al potere. Quindi cera lo spazio per poter fare  concorrenza diretta.
Qual è dunque lalternativa che LA7 ha offerto con il suo nuovo telegiornale? Siamo una rete attenta allinformazione, al parlato, ai contenuti. I motivi del successo? Siamo una novità e un telegiornale ben sagomato, guardandolo puoi immaginare il suo pubblico. Un pubblico che presenta una fortissima concentrazione di giovani e di laureati.
 I risultati non hanno tardato ad arrivare, come confermano le parole del direttore: In breve il TG LA7 è diventato un appuntamento forte in una rete piccola, un Tg fortemente concorrenziale che ha reso la rete la terza più vista nella fascia oraria dalle 20 alle 20.30, e ogni giorno partendo dal 2% di share arriva fino al 10%, facendo a meno di un traino forte come un game show, cosa che la tv generalista oggi ritiene fondamentale. Risultati che fino allo scorso anno non erano neanche pensabili: Prima cera unanomalia: nelle reti sane il Tg raccoglie i maggiori ascolti, perché incrocia tutte le fasce di pubblico, mentre su LA7 gli ascolti dimostravano che il Tg non era affatto il prodotto di punta.



La rivoluzione del Tg di Mentana è ancora più mirabile perché attuata con mezzi ben lontani da quelli delle reti concorrenti (tanto che il direttore si paragona ad uno chef alle prese con la cucina povera): “Non solo non abbiamo corrispondenti dall’estero, ma neanche al di fuori di Roma e Milano, e siamo perfino sprovvisti di una troupe interna”.
Per quanto riguarda l’altro trend che ha pesantemente investito l’informazione italiana, ovvero l’attenzione sempre più forte rivolta ai casi di cronaca nera e la loro conseguente spettacolarizzazione, Mentana si dichiara orgoglioso di aver rinunciato alla cronaca quando si trattava di un indugiare morboso.
Questo il bilancio dei risultati ottenuti finora, ma le ambizioni di Mentana si spingono ancora oltre: “Si può e si deve provare a fare di più, perché lo spazio c’è. Si può conquistare altro pubblico, indipendentemente da come vengano realizzati gli altri Tg, mantenendo il nostro taglio unico, senza fare il tifo per nessuno e senza omettere notizie scomode. Non mi sento soddisfatto, nel senso che bisogna lavorare ancora molto per crescere. È importante fare di LA7 una rete visibile a tutte le ore dal pubblico arrivato, lo dico immodestamente, grazie al mio Tg. Noi cerchiamo di dare sostegno a tutti quelli che fanno informazione su questa rete.” In quest’ottica sono previste serate evento dedicate a film come il documentario “Silvio forever” e “Viva Zapatero”, ma soprattutto otto serate con protagonista Roberto Saviano, di cui quattro in coppia con Fabio Fazio.
Inevitabile un riferimento alla polemica che ha tenuto banco nei mesi estivi sul mancato ingaggio di Michele Santoro e conclusasi con le parole provocatorie di quest’ultimo: “Io e Mentana siamo diversamente liberi”. “Santoro sarebbe stato molto utile a LA7”, ammette apertamente il giornalista non senza un pizzico di rimpianto, “una grande risorsa dello show informativo. Ho cercato in tutti i modi di far sì che venisse, ma sono stato vittima del fuoco amico. Santoro starebbe bene a LA7 perché è una rete libera. Spero che in una prossima stagione questo matrimonio s’abbia da fare”.
I nuovi arrivi comunque non mancheranno anche in questa stagione televisiva, da Corrado Formigli, inviato storico proprio di Santoro, a Nicola Porro, che sostituisce Luisella Costamagna in coppia con Luca Telese nel programma “In onda”, ed è attesissimo l’arrivo del nuovo direttore Paolo Ruffini, così commentato da Mentana: “Ruffini ha liberamente scelto di lasciare Rai3 e venire da noi, questo significa molto. E da qui nessuno se ne va. La nostra identità è l’informazione senza reticenze”, conclude, “e ciò non vuol dire necessariamente essere di opposizione o di sinistra”.

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