La puntata di Ballarò di ieri sera 10 gennaio inizia con il cartello che mostra il fatto del giorno, il sì per l’arresto di Cosentino della Giunta per l’autorizzazione della Camera. La votazione in Aula sull’eventuale arresto per riciclaggio aggravato da finalità mafiosa, e falso e violazione delle leggi bancarie, si farà giovedì 12. La copertina di Maurizio Crozza inizia con Maurizio che ironizza sul suo nuovo look stile Marchionne e imitandolo dice che la benzina costa più della Panda. Inoltre afferma che è più facile spostare un’intera azienda che costruire un’auto vendibile in Italia che sia bella, funzionante, economica. Poi inizia a fare ironia sulle affermazioni di Malinconico che ha scoperto solo recentemente che la vacanza gli era stata offerta a sua insaputa. Cita Ricordando Scaiola come un predecessore: Crozza fa notare che sembra quasi la nascita di una nuova filosofia chiamata “filosofia dell’inconsapevolezza costituzionale”. Crozza augura a tutti un buon 2011, dato che sembra che stiamo rivivendo l’anno appena trascorso. Infatti ci sono nuovamente la cricca, la crisi, i favori insaputi, il caso Cosentino: manca solo che Ahmadinejad abbia una nipote e poi sarebbe tutto identico. Altro tema sono gli investimenti della Lega in Tanzania e dice che il loro motto è cambiato da “aiutamoli a casa loro” a “aiutateci a casa vostra”. Cambio di argomento:  lo stupore dei cittadini di Cortina quando hanno saputo che dovevano pagare le tasse. I commercianti di Cortina hanno passato tutto il giorno a studiare le istruzioni dei registratori di cassa. La Santanchè ha affermato che i controlli della finanza sono stati una criminalizzazione della ricchezza. Crozza fa notare che equivale a dire che gli alcolici sono criminalizzati dagli etilometri. Ultimo argomento trattato da Crozza sono le liberalizzazioni, si potranno finalmente vendere medicine sui taxi d inoltre grazie alla futura manovra di Monti per la Rai sarà liberalizzato anche “Porta a porta” e chiunque potrà prendere il posto di Mosca. Conclude dicendo che il PIL si rifiuta di crescere, gioca a fare Peter Pan sulla penisola che non c’è.
Quindi si discute in studio dell’intercettazione della chiamata tra Roberto Sciò e l’imprenditore Piscicelli in cui si decideva che la vacanza di lusso del sottosegretario Malinconico era offerto dallo stesso Piscicelli. Il sottosegretario per difendere la sua immagine e quella del governo ha dato proprio ieri le dimissioni. Tra gli ospiti in studio, Di Pietro che afferma che queste dimissioni sono segno di un cambiamento dell’andamento delle cose perché precedentemente c’era sempre la tendenza all’impunità. Invece Raffaele Fitto, rappresentante del Pdl, afferma che con il precedente governo ci sono stati degli eccessi della magistratura e che la richiesta di custodia cautelare per Cosentino è eccessiva. Prende la parola Gianfranco Polillo, sottosegretario all’economia del governo Monti, che dice di considerare oggi un giorno triste a causa delle dimissioni di Malinconico, che avrebbe fatto bene a dimettersi, ma non è una cosa di cui gioire. ?Altra discussione, grazie alla presenza in studio di Abete è quella sulle banche:  Abete spiega che fino a 100.000 euro di deposito in banca i capitali sono garantiti dallo Stato. Inoltre i BOT oggi rendono fino al 3% e se si ha possibilità di bloccare capitali a lungo termine può investire in BTP. Quindi le soluzioni più tranquille per investire secondo Abete sono BOT, BTP, e i depositi in banca. Un cartello mostra la perdita di oltre il 40% dell’indice dei titoli delle banche italiane. Abete spiega che la perdita riguarda gli azionisti e gli investitori e non di chi deposita in banca, i conti corrente non ne risentono. Secondo Carla Cantone  il vero problema non è dove investire, ma è la mancanza di soldi da investire, mancano i risparmi e quelli che ci sono già si assottigliano. Quindi invece di parlare di percentuali, secondo la Cantone, bisognerebbe parlare di come tutelare il popolo che non riesce più a risparmiare.
Floris chiede a Gianfranco Polillo come mai dopo tutte le dure manovre subite in questi ultimi anni ancora si vive con la paura di non farcela: lui risponde che la crisi c’è anche a livello mondiale e quindi nonostante tutto ciò che noi facciamo in Italia inevitabilmente ci si va a scontrare anche con la crisi presente all’esterno del paese, inoltre ci si trova ad essere in un’Europa proiettata verso una struttura federale senza avere gli strumenti per essere uno stato federale. In collegamento Martin Schulz, rappresentante tedesco nel Parlamento europeo, spiega che per la sicurezza l’uomo medio deve risparmiare, ma se c’è uno stipendio basso e troppe tasse si stagna l’economia e ci sono meno introiti per lo Stato. La linea giusta per Schulz è far pagare molte più tasse a chi ha avuto grandi introiti come banche, assicurazioni etc. Inoltre dice in questo momento si potrebbe investire in nuovi progetti nel Nord Africa e chi meglio dell’Italia potrebbe farlo. Si dice poi contro la politica di superiorità della Merkel dato che se gli altri stati non vanno bene, la Germania, che guadagna molto con le esportazioni, si troverà a perdere una grande fetta di introiti e quindi dovrebbe aiutare gli altri stati e non porsi in una posizione di superiorità. Si discute adesso di liberalizzazioni. Giovanni Pitruzzella, presidente antitrust, spiega in che modo e misura gli italiani possono guadagnare con le liberalizzazioni.



Con le liberalizzazioni l’economia sarà liberata dalle classi e dalla mancanza di competizione in molti settori e questo porterà ad un calo di prezzi e a una maggiore scelta. Inoltre con il prolungamento degli orari delle attività commerciali fino si incrementano i consumi eci sarà un servizio a disposizione più efficiente. Carla Cantone afferma che non è vero che ampliando gli orari dei negozi si accrescono i consumi perché il problema è alla base, i consumi sono bassi per mancanza di liquidità. Fernando Zilio, presidente dell’ASCOM di Padova, si dice contrario al prolungamento dell’orario dei negozi e ricorda che fu tentato già da Bersani ma dato che la notte la gente dorme, il tentativo di Bersani fallì. Inoltre con i negozi aperti anche la notte si potrebbe accrescere criminalità e microcriminalità. Pitruzzella spiega che gli orari non sono un’imposizione ma una libera scelta, chi vorrà rimanere aperto potrà farlo.

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