Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva è bellissima, fiera e ribelle. Una ragazza moderna e coraggiosa, che però ha la sfortuna di nascere nella prima metà dellOttocento, quando la società non consente alle donne di decidere e di pensare con la loro testa. Cresciuta in un Brasile tormentato dalla povertà e dai disordini politici, Ana Maria è costretta dalla famiglia a sposare un rozzo calzolaio e sembra condannata allinfelicità, ma arrendersi o piangersi addosso non è nella sua natura. Tra le cavalcate sulle selvagge spiagge brasiliane e gli scontri armati nella zona di Laguna, lindomita ragazza a cui presta il volto Valeria Solarino incontra il giovane Giuseppe Garibaldi (Giorgio Pasotti), che parla di lotte, di repubblica e di libertà. Litaliano è subito affascinato dalla mora ribelle che lo tratta alla pari, perciò decide di conquistarla: la chiama Anita, anche se a lei non piace, e le dice senza esitazione un giorno sarai mia. Lei non è indifferente alle sue attenzioni, ma è pur sempre una donna sposata. Almeno finché il marito violento non muore durante uno scontro. La passione esplode sulla spiaggia deserta e Anita non tarda a dimostrare il suo carattere a Josè, come lo chiama lei: se mi tradisci ti ammazzo, lo minaccia prima di baciarlo.

La fiction storica di Rai 1 che vuole celebrare i 150 anni dellunità dItalia è dedicata alla famosa moglie dellEroe dei due mondi, una donna che merita di essere raccontata al pubblico per la personalità fuori dal comune e per la sua vita avventurosa. La colonna sonora e la fotografia rendono onore agli splendidi paesaggi e alla vicenda epica, gli attori sono bravi e la storia intrigante, almeno in questa prima parte dove si narrano gli eventi meno noti al pubblico.

Rispetto a molte fiction in costume a cui siamo abituati, Anita non indugia eccessivamente nel melò e ha un tocco esotico che può intrigare lo spettatore. La protagonista colpisce perché è anticonformista, sa amare ma vuole anche combattere e non si sottomette alla volontà altrui. una donna che unisce la passionalità romantica alla grinta tipicamente maschile, incarnando il modello dellamazzone, la fiera guerriera della mitologia antica.

La trama principale si snoda sullo sfondo delle vicende politiche dell’epoca, segnate dall’impegno di Garibaldi e della comunità italiana locale nella lotta per la libertà. In verità non sempre i passaggi sono chiari, ma è evidente che l’attenzione è focalizzata sulla protagonista femminile e gli uomini non reggono il confronto. Quando Garibaldi è costretto a partire, Anita decide di seguirlo, lasciando il paese natio e la famiglia per affrontare un futuro incerto, in mezzo ai ribelli. Durante il viaggio gli italiani cadono vittima di un’imboscata, ma Anita e Josè riescono a salvarsi: subito dopo lei gli rivela di aspettare un bambino, che nasce in un villaggio in mezzo alla foresta. Per garantire al piccolo un clima più sereno Garibaldi chiede il trasferimento a Montevideo, dove si dedica all’insegnamento e sposa Anita per ufficializzare la loro unione.

Un salto temporale ci porta avanti di quattro anni, quando Giuseppe convince la moglie a tornare con i loro tre figli in Italia, dove fervono i moti rivoluzionari. Il ritmo della narrazione rallenta, mentre cominciano le discussioni politiche delle “Giubbe rosse” e Anita è coinvolta nei comitati rivoluzionari organizzati dalle donne, tra cui Cristina di Belgioioso. Si preparano così gli eventi che vedremo nella seconda parte, ma bisogna ammettere che è il personaggio di Anita, più che la storia in sé, a tenere vivo l’interesse dello spettatore. Grazie anche all’ottima interpretazione della bella e brava Valeria Solarino.