Anticipazioni. Wild-Oltrenatura torna stasera su Italia 1 con la terza puntata. Il programma, arrivato alla quinta stagione, mostra il lato maestoso della Natura e l’intrepido rischio di chi osa sfidarla, fronteggiando animali, come si vede in alcuni video mozzafiato o di chi, come i “survivors” Steve Backshall e bera Grylls, cercano di sopravviere in condizioni “estreme”. La grande novità dell’attuale stagione del programma riguarda Fiammetta Cicogna, la giovane conduttrice, che oltre a presentare il programma, si è messa in prima persona in gioco, sfidando se stessa, i propri limiti e le proprie paure, cimentandosi in avventure ai limiti della sopravvivenza, affiancata dal trekker professionista Roberto Bruzzone. In esclusiva a Ilsussidiario.net la conduttrice si racconta, svelando le sensazioni, le paure e anche la grande sopddisfazione per aver superato queste grandi prove. E ammette che la natura può essere “ostile”, come nel caso di coloro che sono affetti da gravi malattie genetiche, ma il dolore e la sofferenza possono avere un senso.
Sei al timone di una nuova stagione di Wild – Oltrenatura, che aspettative hai sia per la tua esperienza di conduttrice?
Il desiderio è quello di avere buoni risultati di ascolto e uno share sempre più alto tra il pubblico televisivo. Vorrei che nell’arcobaleno di programmi che propongono le varie reti presenti possa esserci spazio anche per Wild -Oltrenatura, che questa trasmissione venga scelta dai telespettatori per i suoi contenuti, per i suoi servizi, sempre interessanti. Come conduttrice, il desiderio è quello di crescere professionalemte attraverso questo programma. E’ uscito in libreria, lo scorso 23 dicembre “Wild – Oltrenatura”, il libro su questa trasmissione. Un giorno non lontano spero anch’io di poter scrivere un libro sulle mie esperienze televisive e non solo. Per adesso va bene così. Poi vorrei poter fare la diretta tv, un’ambizione professionale a cui tengo molto.
Ci puoi parlare di queste tue missioni di sopravvivenza negli ambienti più estremi del pianeta? Abbiamo scoperto una Fiammetta esploratrice? Fino a che punto vuoi spingerti?
Devo dire che pormi in una situazione del genere è stata per me una cosa molto gratificante. E’ vero, mi sono preparata e allenata sia dal punto di vista fisico e mentale per poter compiere queste missioni, ma mi sono resa conto che proprio l’aspetto mentale è quello decisivo in tutte queste esperienze “estreme”. E’ la prima cosa per vincere quelle paure e quelle remore psicologiche che si hanno in tutti gli ambienti che si affrontano. E così è stato per me. Continuerò anche in futuro a cimentarmi nel ruolo di esploratrice, senza pormi limiti su quello che potrò fare. Mi ha colpito in questo senso il messaggio dato dallo scrittore Safran Foer. E dal punto di vista emotivo sono rimasti per me indimenticabili certi viaggi in continenti fantastici, come l’Africa, la culla della civiltà. Quell’odore di patate arrosto, che si sente, i profumi, gli odori.. Si posso proprio dirlo ogni volta che lascio l’Africa ne sento la nostalgia. Ho proprio il mal d’Africa.
In quale “missione” hai avuto più paura, da quale avventura avresti voluto tirarti indietro? Perché?
Ho avuto paura nella missione andata in onda il 17 gennaio, nella scorsa puntata, quando dopo avere costruito un’imbragatura con le mie mani, mi sono gettato da una cascata.. E poi nella missione che andrà in onda stasera, in cui mi vedrete in un lago ghiacciato. A un certo punto il ghiaccio è crollato e ho raggiunto la riva del lago. E per fortuna tutto è andato bene.
Qual è stata la più emozionante e quale non rifaresti mai?
Le rifarei tutte. E’ sempre un modo per mettersi alla prova. Per dimostrare quell’equilibrio e quel self control che sono indispensabili in tutte queste missioni. Quella più emozionante è stata salire a 4000 metri presso il Passo del Tonale.
Quali saranno le novità di questa stagione di Wild -Oltrenatura?
Ci saranno i documentari Dino della BBC che faranno rivivere quel mondo così incredibile dei dinosauri già raccontato ampiamente da Steven Spielberg nel suo film Jurassic Park. Un modo per vedere e conoscere fino in fondo com’era la terra tantissimo tempo fa, la vita su questo Pianeta. Continua alla pagina seguente
Ci puoi anticipare qualcosa sui Wild Shock che vedremo, questi filmati incredibili sull’uomo e questi incontri con le creature selvatiche e pericolose?
Sono servizi che documentano vita di quelle persone che hanno problemi genetici dalla loro nascita e nonostante questo riescono a vivere con grande dignità, inseguendo e realizzando comunque i loro sogni. Come è il caso di Joanne (affllitta dalla Sindrome di Regressione Caudale, – nella sua forma più grave questa malattia comporta la Sirenomelia, ovvero gli arti inferiori da sirena) che nonostante questo è riuscita a realizzare il suo sogno di diventare una ballerina. Mi sono chiesta spesso che senso ha il dolore rispetto a tutto questo, se esiste un Dio, un Dio che giustifichi anche queste malattie. “Perché capita a lui e non a me”. Penso anche a Roberto Bruzzone il mio compagno d’avventura di Wild che è rimasto senza una gamba. E allora la mia risposta per me che sono cristiana è che c’è un Dio, un Dio unico che dà senso a tutto questo, anche a questo dolore presente nella vita dell’uomo. Per quanto riguarda gli incontri con le creature selvatiche, quelle più pericolose del pianeta sono qualcosa di stupendo. Raccontano di questi animali che hanno una forza e una potenza devastante, stupenda nello stesso tempo.
Steve Backshall e Bear Grylls, i “survivor” di Wild. Ci racconti come nascono le loro imprese, qualcosa del loro “backstage”. Ma accade davvero tutto quello che vediamo? Che tipo di training fanno, in generale, per le loro incredibili missioni estreme?
Steve Backshall è un esploratore che ha la passione per questi animali letali, proprio questa passione lo spinge ad andare in giro per il mondo a cercarli, a scovarli. Bear Grylls è un ex soldato irlandese delle forze speciali inglesi, abituato già a compiere missioni estreme, quel tipo di avventure che si raccontano anche in Wild. Certo quello che accade è tutto autentico, non c’è niente di finto in quello che si vede in tv. Ed è quindi normale che facciano una preparazione specifica per le loro missioni.
(Franco Vittadini)