LItalia, lillegalità e il rischio che diventi la nuova Grecia. Questi i principali argomenti dellanteprima di Servizio Pullico, apertura della puntata, come sempre affidata al conduttore, Michele Santoro. La trasmissione si apre sulle note di Amara terra mia di Domenico Modugno. Santoro esordisce affermando che di una cosa possiamo essere tutti certi: quando qualcuno lotta, lo fa perché non vuole arrendersi e se non vuole arrendersi non vuole andare via dalla propria terra. Tutti siamo daccordo nell’affermare che l’illegalità sia inntorellabile, ma allora, commenta il conduttore, non si spiega perchè si accetti che i camionisti per battere la concorrenza dei paesi dell’Est, corrano come i pazzi e senza sosta, perchè si lasciano soli i produttori di latte che vengono schiacciati dalla potenza delle multinazionali o che i pescatori si scannino senza regole in una guerra tra poveri.



In Italia, prosegue Michele Santoro, l’illegalità è un sistema, così queste categorie si sono unite ai disoccupati e a coloro che sono stati messi in ginocchio dalla crisi per chiedere regole certe, per operare nella legalità. E il governo risponde aumentando le tasse come avviene con l’Ici, con l’incremento del costo dei carburanti e con le richieste senza scampo di Equitalia Il giornalista passa la parola a Giulia Innocenzi che intervista una parlamentare tedesca: la donna mette in evidenza come l’atteggiamento del governo italiano rischi di portare l’Italia ad essere una nuova Grecia poichè la politica finisce per favorire le multinazionali. Alla domanda di Giulia Innocenzi su come si possa superare il problema che le banche non finanziano più le imprese e i cittadini, la parlamentare risponde che le banche sono sopravissute grazie a massicci interventi del governo e che per questo motivo dovrebbero diventare pubbliche, essere in mano ai contribuenti.



La linea torna in studio con Santoro che, pur rendendosi conto che quanto propone la parlamentare tedesca non è attuabile, vorrebbe almeno essere rassicurato sul fatto che le tasse richieste dal governo servissero davvero a sanare il debito e sul lungo termine aiutare le categorie che oggi stanno protestando. Santoro auspica che alla fine non rimangano solo le grandi multinazionali, le grandi imprese e che i tassisti si debbano ritrovare a sopravvivere come salariati con 1000 euro al mese. Questa rassicurazione, prosegue caustico il giornalista, la vorrebbe da Monti. E anche se è sicuro che il nostro Primo Ministro non accoglierà l’invito per andare a Servizio Pubblico per rassicurare lui e gli spettatori, si augura che quantomeno ascolti l’urlo che proviene dalle piazze. Continua alla pagina seguente.