Charles Addams è il padre della famiglia Addams. Per alcuni potrebbe essere uno scherzo o sottolineare una sottile vena di humor nero ma tant’è. Gomez, Morticia, Mercoledì, Pugsly, zio Fester, Lurch, Mano e Cugino Itt; pochi elenchi di personaggi al mondo sono rimasti impressi nella memoria di almeno tre generazioni con tanta facilità. Sono i membri della Famiglia Addams, un cult che, dagli Anni ’30 ad oggi, è rimasto tale. Da quando il loro ideatore, Charles Addams – di cui oggi ricorre il centenario della nascita e a cui oggi Google dedica il suo logo in stile Famiglia Addams – ne raccontò le avventure su una striscia a fumetti pubblicata sul New Yorker, continuano a divertire rimanendo sempre uguali a se stessi. Massimo Bernardini, conduttore di Tv Talk interpellato da ilSussidiario.net, ci spiega le ragioni di un tale successo. «All’epoca – siega -, quando negli Anni ’60 arrivò in Italia la prima serie in bianco e nero, si trattò di un fenomeno del tutto inedito; per la prima volta, entrava nella televisione di massa l’horror in chiave ironica». Di inconsueto, non c‘era solamente l’accostamento dei due generi: «i cosiddetti “film da paura” (il termine horror, all’epoca, ancora non si usava) eravamo soliti, in quegli anni, vederli al cinema». Qualcosa di simile, ma non del tutto analogo, esisteva. «C’erano serie come Belfagor, Il segno del Comando o Ai confini della realtà, tra il giallo e il fantascientifico. E, poi, c’era Vita da strega; ma niente di paragonabile alla Famiglia Addams pensata da Charles».
Si può pensare che introdurre tali elementi tra le famiglie, in un epoca in cui non ci si era ancora assuefatti all’horror potesse essere considerato un azzardo. «Eppure – replica Bernardini – sin da subito gli italiani hanno preso a considerare la serie come una cosa del tutto normale. Era la chiave ironica, ovviamente, a far sì che non vi fossero motivi di paura. La stessa mano mozzata, “Mano”, che per quei tempi poteva risultare un elemento decisamente troppo macabro faceva semplicemente ridere». Non solo. Secondo Bernardini, «si trattava di elementi di distonia dentro una tv rassicurante che denotavano una certa vivacità della tv di allora e l’intelligenza di alcune intuizioni». Curioso che, negli anni, l’impianto narrativo, la caratterizzazione dei personaggi, il tipo di humor siano rimasti pressoché inalterati, attravveresando decenni di serie televisive, a cartoni animati, film e musical. «E’ inevitabile, quando si sedimenta nella memoria dello spettatore un ricordo così forte. La serie andava in onda in una tv che aveva al massimo due canali. Non c’è italiano dell’epoca, di conseguenza, che non ricordi distintamente quei personaggi. Sarebbe stata una follia modificarli», dice Bernardini.
Eppure, gli Addams continuano ad appassionare anche le giovani generazioni. «Perché ciascuno dei personaggi rappresenta un archetipo classico dell’horror; ma le dinamiche dei racconti sono quelle della quotidianità della famiglia americana. Mischiare i due elementi determina un paradosso e i paradossi stimolano sempre gli spettatori».