Dalla serie tv britannica The inbetweeners, in Italia molto meno popolare che oltremanica, prende vita questa scanzonata teen-comedy, che in patria ha avuto un po leffetto che il film de I soliti idioti ha avuto da noi. Non potendo contare sul traino del telefilm, qui misconosciuto seppur trasmesso da MTV, in Italia il film è stato presentato come ciò che in effetti è: un American Pie alleuropea, con le differenze che la diversità di origine comporta.
Similmente al prodotto televisivo di riferimento, la pellicola ruota intorno alle pulsioni sessuali dei giovani protagonisti e ai loro tentativi, perlopiù maldestri, di sfogarle.
Appena finito il liceo, i quattro amici Will, Simon, Jay e Neil scelgono lisola di Creta come meta del classico viaggio della maturità, con il dichiaratissimo intento di dare una sterzata alla loro finora pressochè inesistente vita sessuale. Inutile a dirsi, la missione si rivela tuttaltro che un gioco da ragazzi come nelle previsioni degli sprovveduti aspiranti dongiovanni, trascinati in una serie interminabile di figuracce disastrose. Come da copione (anzi da sceneggiatura) la loro tenacia e soprattutto la disinvolta noncuranza con cui rinunciano alla dignità in cambio di attenzioni femminili, verranno però premiate, e forse oltre al sesso ci scappa anche lamore.
Non cè neanche bisogno di sconsigliare agli amanti del cinema dautore fatto di introspezione e silenzi la visione di questo film. Finalmente maggiorenni è però un interessante esempio di come lincontro di contenuti di basso profilo con il linguaggio, i mezzi ed il sapore del cinema indipendente può conferire al risultato finale una genuinità ed una freschezza che gli analoghi prodotti americani pre-confezionati si sognano.
La parte più efficace del lavoro di sceneggiatura, mutuata ovviamente dalla serie televisiva, è stata fatta sui personaggi, costruiti in modo tale che il gruppo sia sufficientemente variegato e allo stesso tempo affiatato, bilanciando contrasti e divergenze con lo spirito cameratesco.
La prospettiva principale appartiene a Will, nerd saccente e negato nelle relazioni sociali, simpatico proprio perché inconsapevole del suo essere fuori dal mondo, quantomeno da quello dei suoi coetanei. Simon è invece leroe romantico (e imbranato) del film , talmente ostinato a riconquistare la sua ex da non accorgersi del totale disinteresse di lei.
Il più determinato a mettere insieme il bottino sessuale più ricco possibile è Jay, che però è anche quello con meno carte da giocarsi. Infine c’è Neil, il tonto del gruppo, che senza sforzi attira attenzioni sessuali ovunque vada. Peccato che le sue prede siano tutte over 50. Personaggi dunque abbastanza stereotipati, ma nel complesso disegnati bene, puntando molto sul gioco di squadra.
La forza del film di Ben Palmer sta infatti nell’amalgamare efficacemente le peculiarità caratteriali, spesso agli antipodi, dei protagonisti, mettendole a confronto con esiti esilaranti, e facendo lo stesso con le diverse anime del film: la componente goliardica è certamente sovrana, ma inframmezzata da momenti di romanticismo, anche se sui generis, e da altri in cui al centro della scena vi sono l’amicizia ed il passaggio dall’adolescenza al mondo adulto, il tutto supportato da azione e ritmo mai calanti.
Ciò che rende l’operazione riuscita, nonostante i temi abbondantemente inflazionati e qualche eccesso di trivialità, è “l’effetto verità”. Non varrebbe neanche la pena di assistere per quasi due ore alle gesta sessuali (o aspiranti tali) di diciottenni in pieno subbuglio ormonale, già ampiamente esplorate nei vari prodotti “figli” di “Animal House”, da “American Pie” a “Road Trip” passando per “Maial College”. Se non fosse che rispetto ai citati film a stelle e strisce, la risposta europea non si limita a proporre una serie slegata di gag fini a se stesse e dal sapore artificiale, ma offre la sensazione di guardare il vero filmino senza censure delle vacanze dei quattro ragazzi, creando pieno coinvolgimento in chi si trova nel pieno dell’età adolescenziale ed un piacevole retrogusto nostalgico in chi l’ha salutata da un po’.