Il caso Enzo Tortora, la fiction diretta e interpretata da Ricky Tognazzi, si chiude stasera, 1 ottobre 2012, su Rai Uno alle ore 21.10. Sarà il drammatico epilogo dell’atroce vicenda giudiziaria chew ha visto come “vittima” il conduttore Enzo Tortora. Prima della trama del secondo e ultimo episodio, ecco il resoconto della prima puntata. E’ il marzo del 1983 e nella notte i carabinieri della procura di Napoli entrano nell’abitazione del camorrista Giuseppe Puca per arrestarlo. Sul comodino trovano un taccuino con su scritto il nome di un famoso conduttore televisivo dell’epoca, Enzo Tortora. Giovanni Pandico, detto O’ pazzo, pregiudicato camorrista sarà il primo a confermare il coinvolgimento del conduttore con la malavita organizzata. Qualche mese dopo Enzo Tortora (Ricky Tognazzi) conduce l’ultima puntata di Portobello, programma televisivo di successo che lui stesso ha ideato insieme alla sorella Anna (Carlotta Natoli). In studio alla fine della puntata vengono a trovarlo le figlie Silvia (Eugenia Costantini) e Gaia (Blu Yoshini). Anche Francesca Scopelliti (Bianca Guaccero), sua compagna, lavora nella trasmissione della Rai ma per non turbare le due ragazze, che ancora non sanno della relazione tra lei e il padre, preferisce tornare a casa e lasciare Enzo libero di festeggiare con la sua famiglia. Alla caserma Pastrengo di Napoli continuano le indagini su Enzo Tortora e altri malavitosi continuano a fare il suo nome. All’Hotel Plaza di Roma dove Tortora alloggia con sua sorella, Enzo riceva una chiamata da Marini che gli parla della serie di arresti messi in atto dalla procura di Napoli.



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Il conduttore non dà molta importanza alla notizia credendo sia uno scherzo o un caso di omonimia. Nella notte però la polizia piomba nella sua camera d’albergo e lo arresta. L’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti e di coinvolgimento in associazione di stampo camorrista. Enzo è sconvolto, non riesce a credere a quello che gli sta succedendo e spera che si tratti solo di un errore. Chiama a difenderlo il suo avvocato Raffaele della Valle (Thomas Trabacchi). In caserma arriva la sorella Anna. Francesca invece apprende la notizia solo qualche ora dopo dal telegiornale. Enzo Tortora viene subito portato al carcere di Regina Celi. Francesca parte per Roma e va da Anna ma questa le chiede di farsi da parte per non dare adito a nuovi pettegolezzi. Enzo ha infatti già avuto due mogli e non è ancora divorziato dalla madre delle sue figlie, la notizia di una relazione con lei porterebbe solo altri guai. Francesca capisce la situazione e decide di seguire il consiglio di Anna. L’avvocato si reca da Tortora in carcere per fare il punto della situazione. Le accuse vengono da due pentiti della camorra organizzata: Pasquale Barra e Giuseppe Pandico. Quest’ultimo sostiene che Enzo Tortora intratteneva con Domenico Barbaro rapporti di affari e a riprova di ciò dovrebbero esistere delle lettere che testimoniano la loro corrispondenza. Tortora s’indigna ma poi in un secondo momento si ricorda delle lettere minacciose che ricevette qualche tempo prima da Barbato. Domenico Barbaro aveva infatti mandato dei centrini alla Rai per essere venuti nella trasmissione Portobello. Purtroppo erano stati smarriti e Barbaro aveva mandato delle lettere private a Tortora. Quest’ultimo lo aveva risarcito inviandole un assegno di 800 mila lire. Anna e Raffaele riescono a trovare la ricevuta tra le lettere presenti dell’archivio Rai. La vita nel carcere è dura ma grazie ai suoi compagni di cella Enzo trova la forza di reagire. Durante la notte c’è una perquisizione e viene sequestrato al Siciliano (Tony Sperandeo), suo compagno di cella malato di asma, un piccolo ventilatore che lo aiuta a respirare. Durante un primo interrogatorio spunta fuori una lettera ritrovata nella cella di Alfredo Guarnieri e indirizzata a Tortora. Guarnieri voleva infatti che il conduttore parlasse delle condizione delle carceri in televisione ma nella lettera è presente la frase “Siamo tutti figli dello stesso Dio” che per i magistrati è un chiaro segnale di linguaggio camorrista. Enzo continua a pensare Francesca, a scriverle e il desiderio di rivederla gli dà coraggio. Continua alla pagina seguente.  



Domenico Barbaro alla procura di Napoli smentisce Pandico e conferma la storia dei centrini ma altri pentiti continuano a fare il nome del conduttore. Tortora si dichiara estraneo ai crimini di cui viene accusato accusano e da uomo orgoglioso e desideroso di giustizia, non accetta la libertà vigilata perché la libertà è qualcosa che gli spetta di diritto. In carcere arriva un pacco per il Siciliano, dentro c’è un ventilatore. E’ Enzo che lo manda. Intanto Rosalba Castellini, d’accordo con il marito Giuseppe Margutti, testimonia di aver sentito Tortora parlare di droga negli studi di Antenna3. In carcere il Siciliano non ce la fa e. muore sotto gli occhi di Enzo e dei suoi compagni di cella. Enzo scrive a Francesca di non pensare più a lui e di ricominciare a viversi la sua giovinezza. Al secondo interrogatorio i magistrati fanno menzione dell’agendina ritrovata nella casa di Giuseppe Puca a marzo ma l’originale non è disponibile. Questo fa andare su tutte le furie l’avvocato Della Valle. Enzo chiede a Raffaele di contattare un medico specialista per la moglie di uno dei suoi compagni di cella che è molto malata. Dopo l’ennesima calunnia per speculazione sul terremoto dell’Irpinia, Enzo Tortora si sente male e viene portato all’ospedale. Quando si sveglia con lui ci sono Silvia e Anna che lo rassicurano: molte personalità importanti si stanno muovendo per lui e Biagi ha scritto al presidente. Pregato dalla figlia Silvia, Tortora decide di accettare questa volta gli arresti domiciliari e dopo 7 mesi di carcere torna a casa. Nel frattempo viene chiamata per essere interrogata Assunta Capone, la donna che la notte dell’arresto si trovava con Giuseppe Puca nella sua abitazione. La donna capisce subito l’equivoco: l’agendina in realtà appartiene a lei e il recapito telefonico corrisponde a un certo Enzo Tortona. La prova regina viene a cadere ma Giovanni Melluso è pronto per un’ altra falsa testimonianza. Nella puntata finale Tortora dovrà vedersela con altre gravi accuse.



 

Anticipazioni trama seconda puntata – Non tutti ritengono che Enzo Tortora sia colpevole. Eletto al Parlamento Europeo per il partito radicale, Tortora rinuncia all’immunità e accetta la prima condanna a dieci anni di carcere. Nel processo d’Appello le accuse cadono e viene assolto con formula piena, ma i guai non sono finiti.