Non sono televisione, ma ne succhiano tempi e fruizione; non sono cinema, ma ne omaggiano i contenuti. La prolifica e vitale nicchia delle web series si propone come fucina di nuovi parametri estetici. Tanto che nellaffollatissimo panorama del digitale terrestre alcune reti televisive affamate di esclusiva, innamorate di quei numeri che, suonando come un registratore di cassa, aumentano costantemente sotto ai video di quei giovani in cerca di visibilità, si stanno attrezzando per sfruttare al meglio questa forma espressiva. 

E allora le web series assumono un ruolo di rilievo non solamente per le modalità alternative e parallele di distribuzione e produzione no-budget, ma anche e soprattutto per avere in se stesse una riflessione sul Paese fortemente contemporanea, fresca ed esatta, che al tempo stesso sa di non esaurire il bisogno di catarsi tricolore del pubblico che le apprezza come esperimento esotico e come alternativa plausibile a uno scenario televisivo e cinematografico spesso privo di mordente.

Lidea innovativa che ha cominciato a diffondersi negli Usa alla fine degli anni Novanta era quella di una produzione realizzata per essere consumata in rete da un pubblico omogeneo, breve come durata e perciò economica, restando pur sempre un prodotto strutturato che potesse servire come rodaggio per giovani autori di talento. Da noi i patriarchi nobili sono gli Oblivion e Maccio Capatonda (che oggi aspettiamo, vestito da sasquatch in Babbala e il ragazzo idiota), nati in tv e poi migrati sul web in cerca di un media più efficace; ma sono numerosissimi i casi di successo: Freaks! supergruppo interpretato dal supergruppo dei più seguiti tubers italiani tra cui militano Willwoosh, NonApriteQuestoTubo e Cicciasan, la cui seconda stagione sbarcherà il 16/10 su DeeJay TV; il fantascientifico Lost in Google che indaga le conseguenze di una ricerca di Google su Google; Flep 2 ambientato nell’infinito e variegato mondo dello stage dove il protagonista parla con la fotocopiatrice; The Pills, sketch comedy che descrive Roma Nord come una repubblica dentro la città; #ByMySide di Flavio Parenti, un Godot 2.0, in cui tre disoccupati aspettano, senza sapere cosa attendere.

A dimostrazione non solo del fatto che le web series si propongono oggi come la nuova El Dorado per artisti e produttori poco danarosi, ma che puntano alla consacrazione come linguaggio più rappresentativo dellattuale stare al mondo, strappando lo scettro ai canonici prodotti televisivi generalisti, il Roma Fiction Fest ha ufficialmente preso atto del loro rilievo e delle loro prospettive di evoluzione, aprendo una sezione dove sono state presentate, tra produzioni americane di alto prestigio, le anteprime di Kubrick: una storia porno, targato Magnolia Fiction, che ha fatto registrare il tutto esaurito, in cui, tra atmosfere piccanti e situazioni comico-surreali, un gruppo di cinefili realizza che lunico produttore disposto a scommettere sui giovani è un pornografo, o Youtuber$, che può vantare cammei del calibro di Solfrizzi e Bonolis, ambientato nel meta-narrativo mondo dei giovani che cercando di emergere attraverso YouTube (dall8/10).

The Lab ha presentato invece lo sperimentale FableGirls, in cui Riccardo Milanesi come in un fotoromanzo animato, racconta la vita extra-storia delle protagoniste dei fratelli Grimm. Al Napoli Film festival è stato presentato Legends (uscito cinque giorni fa), un lavoro dei ragazzi della Scuola di Cinema di Napoli che si inserisce nel filone delle variazioni sul tema legate alla profezia Maya. Nella vetrina del Mantova film fest è stata presentata Ingresso ridotto, a firma di otto ragazzi della Scuola di Cinema di Milano, che dal 18/10 si propone di rilanciare il genere action con cinque puntate da cinque minuti, portando in scena anche la situazione di crisi che li circonda.

Gli appuntamenti di ottobre, come vedete, sono molteplici: non ci resta dunque che augurarci buona visione seduti comodi davanti al tele… scusate, al computer.

 

(Marco Ferrarini)