Squadra Antimafia 4 prosegue sorprendendo i telespettatori: dopo la morte di Claudia Mares, la fiction non smette di regalare incredibili colpi di scena; stasera su Canale 5, alle ore 21,10, andrà in onda la settima puntata: cosa accadrà? Ilsussidiario.net continua a “indagare” insieme ai protagonisti di Squadra Antimafia e questa settimana l’approfondimento è con Luca Lionello, interprete del killer-mercenario Tito Nerone, l’assassino di Luca Serino. L’attore, in questa intervista, ci accompagna in un “viaggio” affascinante alla scoperta di questo “cattivo” che non ha precedenti nella storia della fiction italiana. Luca è figlio di Oreste Lionello, artista che ha scritto una pagina indimenticabile della storia dell’arte dello spettacolo italiana, e ci racconta con grande intensità e in modo inedito cosa significhi oggi fare il mestiere di attore, l’eredità che il papà e maestro gli ha lasciato e che considera un enorme privilegio. Leggendo scoprirete molto di Nerone e di Luca Lionello, che avete già visto non solo in Squadra Antimafia, ma anche in uno dei più grandi kolossal della storia del cinema…



Beniamino Catena, il regista di Squadra Antimafia 4, su queste pagine ha definito Nerone un personaggio “mitologico”. Concorda con questa definizione?

Una definizione decisamente interessante. Mi ha divertito molto interpretare questo ruolo perchè Nerone nasconde una sorta di “jolly”: è un personaggio che può fare di tutto e uscire indenne da qualsiasi tempesta. Al di là del nome, possiede un’anima nera, sporcata dalla sua vita. Nerone è un mercenario di guerra, ha un passato da militare pagato, che vissuto la miseria e un orrore che l’ha plasmato…



Il regista ha svelato che Nerone era scritto i modo piuttosto piatto, ma la sua interpretazione gli ha conferito un fascino inaspettato…

E’ un personaggio senza precedenti in una fiction televisiva. Beniamino Catena mi ha seguito in questo lavoro di interpretazione a cui abbiamo lavorato insieme dando a Nerone lo spessore che vedete: si è trattato di un lavoro lungo in cui abbiamo curato i toni e le sfumature del personaggio. Il pubblico si è affezionato molto a Nerone, anch’io lo riguardo con molta simpatia nonostante sia cattivo… Ma forse non tutto è così come sembra, vedrete.



Anticipazioni ottava puntata

Come si evolve il suo personaggio in Squadra antimafia 4? L’abbiamo visto killer, clown, mercenario al soldo di Ilaria… Arriverà la resa dei conti tra Nerone e Pietrangeli?

Al di là della morte di Claudia Mares, Nerone è il centro della storia fin dall’inizio: il primo a cadere sotto i suoi colpi  è il povero Luca Serino. Nerone stava cercando di scappare dal treno quando si accorge di Sandro e Luca e nota soprattutto il loro rapporto di amicizia fortissima, pronti a dare la vita l’uno per l’altro. I due poliziotti avrebbero potuto uccidere Nerone e così lui ha sparato. A Nerone non piace la violenza, uccide per soldi, ma preferisce gli spazi aperti: per vivere è costretto a una realtà malsana fatta di delitti e orrore. Il passato l’ha segnato troppo. Il rapporto tra il killer e Sandro si evolverà, arriverà il giorno della resa dei conti e si svolgerà in un modo sorprendente…

Ci anticipa qualcosa?

L’unica cosa che posso dire è che avverrà nel cielo. La resa nei conti avverrà quando Sandro Pietrangeli e Nerone saranno sul punto più alto di Palermo. Davanti e oltre noi ci sarà solo il cielo.

Nerone poteva scappare dopo l’attentato a Calcaterra e alla Abate: perchè ha scelto di restare con Ilaria La Viola, o meglio, Abate?

Non l’ha fatto solo per soldi. E’ la vita dannata di Nerone, non avrebbe potuto fare altra scelta. Oltre al circo, la vita di Nerone è la “guerra”. Scappare… per andare dove? Non è verosimile che un personaggio come Nerone espatriasse per nascondersi, per esempio, in Messico, perchè gli occhi di Nerone non cesserebbero di rivedere gli orrori che l’hanno segnato. Il destino di questo killer ormai è scritto e Nerone sta dalla parte del male, anche se è sottile il confine con il bene…

Lei ha una notevole carriera artistica che spazia dal cinema, al teatro, al doppiaggio. Quali sono le esperienze professionali che ritiene più significative nel suo percorso?

Riconosco ogni passo del mio cammino artistico, perchè il mestiere dell’attore è molto complesso e anche competitivo, nel senso che ci sono tanti artisti molto bravi in Italia e in tutto il mondo. Considero intimamente un privilegio poter fare questo lavoro e ho sempre cercato di dare il meglio in ogni occasione. Si tratta di grandi opportunità “umane”, perchè l’attore affronta storie e vite di personaggi ed è affascinante vivere altre vite, altre storie diverse dalla propria; arricchisce molto poterlo fare. Non è semplice fare l’attore perchè sei costretto a condurre un’esistenza particolare che in certi momenti ti obbliga a isolarti dalla realtà quotidiana, vivendo una sorta di “limbo”, stando in una vita scritta in una sceneggiatura…

E com’è stata la sua “vita” in Squadra Antimafia 4?

Devo dire che l’incontro con Beniamino Catena è stato folgorante: è un professionista e una persona che stimo moltissimo, mi ha dato l’opportunità di lavorare con il produttore attualmente più importante in Italia e con attori bravissimi, soprattutto le attrici di questa fiction: strepitose, mi hanno colpito molto.

Quale “eredità artistica” pensa le abbia lasciato suo padre, Oreste Lionello, un artista che ha scritto una pagina fondamentale della storia dello spettacolo italiano?

Mi ha lasciato il suo dna, in tutti i sensi. E’ stato il mio primo maestro d’arte e continua a esserlo tuttora. Mi ha lasciato il grande privilegio di fare l’attore, io non avrei potuto fare altro, sono nato dal cilindro di un “prestidigitatore” dell’arte dello spettacolo, uno dei più grandi artisti che ha segnato la storia dell’arte italiana. Il nostro è stato un rapporto padre-figlio, ma anche maestro-allievo.

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali?

Ogni due o tre anni mi dedico al teatro, perchè altrimenti un attore si “ammala”: se nasce in teatro, lì deve morire… Il cinema e la televisione sono compagni di viaggio, ma in realtà lo strumento con il quale si “gira il mondo”, intendo in senso interiore, è il teatro. Mi auguro di avere presto l’occasione di tornare sul palcoscenico, ne ho un grande desiderio. Ma a dicembre dovrei essere nelle sale cinematografiche italiane con L’innocenza di Clara, opera seconda del regista Toni D’Angelo.

Restando in ambito cinematografico, lei ha interpretato Giuda nel kolossal The Passion di Mel Gibson…

 Un film che ha segnato la storia del cinema. Mel Gibson, persona raffinata emotivamente, ha scelto di girare il suo capolavoro dove pensava avrebbe ottenuto il risultato migliore artisticamente: in Italia. Noi attori italiani siamo strepitosamente “significanti” nelle grandi opere… Il privilegio di essere nel cast di questo film l’ho condiviso con altri attori italiani: Rosalinda Celentano, Monica Bellucci, Sergio Rubini. Su centoventi attori di svariate nazionalità, il gruppo degli italiani era di settanta-ottanta interpreti. E’ stata un’esperienza davvero esaltante…

 

(Camilla Schiantarelli