Anticipazioni, l’intervista a Paolo Pierobon (Filippo De Silva). Esclusiva – Squadra antimafia 4 approda alla penultima puntata, in onda stasera, alle 21.10 su Canale 5. Quale sarà il destino di Filippo De Silva, il “cattivissimo” protagonista della fiction? Nel precedente episodio ha disperatamente confessato a Domenico Calcaterra (Marco Bocci) di essere in fin di vita a causa di un cancro che lo sta divorando. Ma sarà davvero così, o l’ambiguo ex funzionario dei servizi segreti si fa gioco della Duomo per l’ennesima volta? L’abbiamo chiesto a Paolo Pierobon, l’interprete di De Silva. Raggiunto telefonicamente, l’attore, in questa intervista a ilsussidiario.net, ci ha permesso di conoscere i segreti più nascosti di uno dei “cattivi” più affascinanti della fiction italiana. Paolo Pierobon vanta inoltre una prestigiosa carriera teatrale, che si è rivelata importante e decisiva per la sua professione e anche per Squadra Antimafia. Scoprite perché…



De Silva è uno dei grandi protagonisti e dei personaggi più interessanti della fiction, lo interpreti da tre stagioni e ti ha fatto conoscere al pubblico televisivo: parlaci di questo “cattivo”.

I personaggi cattivi sono affascinanti da conoscere, scoprire e interpretare: è stato impegnativo recitare il ruolo di De Silva, ma quando mi viene proposta una “fatica” che mi piace, diventa bello farlo. Per me è stata una straordinaria esperienza andare a Palermo ogni giorno delle riprese, vestire i panni di De Silva e “viverci” per molte ore… Tra l’altro in Squadra antimafia siamo riusciti a fare le prove prima di girare le scene, cosa che succede di rado durante la lavorazione di una fiction, che di solito ha tempi serrati. Insieme al regista noi attori abbiamo provato molto le scene: nelle sere precedenti le riprese, ci siamo divertiti molto a far finta di morire, di spararci a vicenda nelle camere e nei corridoi degli alberghi… Questo ci ha aiutato a essere molto pronti sul set dove i tempi sono veramente serrati.



Sappiamo dalle anticipazioni che Filippo De Silva non sarà in Squadra Antimafia 5: come hai detto “addio” a un personaggio così decisivo in certi sviluppi dell’intreccio della fiction?

Non saprei come dirlo, dovrei descrivere l’ultima scena di De Silva, ma rovinerei una grande sorpresa a tutti coloro che seguono la fiction con passione… Come attore mi è dispiaciuto parecchio dover dire addio a questo personaggio, è stata una “creazione” che ho sentito molto mia. Ma non voglio aggiungere altro, perché preferisco mantenere la suspense sulle ultime due puntate. Però chissà che De Silva un giorno non possa “risorgere”…



Filippo De Silva è spietato, sempre coerente nella sua cattiveria, ma nella scorsa puntata è sembrato che emergesse una certa “umanità”. In questo “atto finale” del personaggio ci sarà un minimo di riscatto morale per lui?

Succederà qualcosa… ma non si tratterà tanto di riscatto morale, quanto di una coerenza ulteriore rispetto alla sua natura. De Silva resterà sempre, nonostante il suo percorso, un uomo dei servizi segreti, un individuo che ha sempre agito in modo ambiguo, con doppi e tripli giochi, inseguendo un progetto sotterraneo che nella puntata in onda stasera diventerà più chiaro. De Silva è diventato un uomo deviato, ha seminato sangue e morte, ma resterà fedele ai servizi segreti, un potere alternativo alla mafia e allo Stato…

Il pubblico attende con curiosità l’ultima puntata di Squadra Antimafia 4, che, come ha rivelato Beniamino Catena a questa testata, sarà in tempo reale. De Silva ci sarà?

De Silva ci sarà in questo attesissimo finale.

Come hai affrontato le riprese di questo episodio speciale?

Ho girato le scene di questa puntata insieme a un collega: siamo stati in un determinato contesto, in una particolare situazione, che non voglio anticipare, e abbiamo recitato con il cronometro in mano proprio per muoverci e agire tenendo conto che i telespettatori dovranno percepire ciò che faremo in tempo reale. Tutto accade con una sequenzialità temporale inedita, che non c’è nelle altre puntate. Il piano di produzione prevedeva per noi scene dell’ultimo episodio o di altri nello stesso giorno, per cui per le riprese dell’ultima puntata è stato necessario tener conto della dimensione temporale. De Silva e l’altro personaggio saranno in un posto davvero suggestivo e tener conto della successione cronometrica è stato fondamentale. È stata un’esperienza simile alle riprese di un film: un lunghissimo piano sequenza che rispetta minuto per minuto il tempo della realtà. Sarà indubbiamente la puntata più interessante.

Hai una brillante e corposa carriera teatrale: quanto è stata importante per la tua formazione di attore? Ne hai fatto tesoro nelle riprese della fiction?

Il teatro dà molta disciplina, fondamentale anche per recitare in una fiction. Nelle lavorazioni di prodotti televisivi spesso si girano scene, a volte “estreme”, senza conoscere chi hai di fronte, i colleghi con cui ti trovi a dividere il set: nel caso di Squadra antimafia, invece, siamo riusciti a fare alcune prove prima delle riprese, potendo poi essere pronti e facendole al meglio; le prove si fanno solitamente in teatro e la mia provenienza dal palcoscenico ha influito molto anche in questo aspetto appena descritto della lavorazione della fiction. Il teatro per certi versi è molto più faticoso della televisione, per cui tanti aspetti del set che sembravano difficili, grazie all’esperienza teatrale non si sono poi rivelati tali. In realtà, televisione e teatro non sono poi così lontani…

L’impressione, però, è che per gli attori si sviluppino spesso percorsi professionali distinti…

Ci sono attori di teatro che potrebbero fare benissimo la tv e viceversa. Non penso affatto che chi faccia l’uno non possa fare l’altra… Forse manca la “comunicazione” tra televisione e teatro. Livellando le eventuali preclusioni, ne trarremmo vantaggio tutti: si mischierebbero i “linguaggi” e ci sarebbe un miglioramento della qualità dei prodotti, anche se, nel caso di Squadra antimafia, il livello è ottimo. Questo vale per la tv, ma anche per il teatro: non tutte le opere in palcoscenico sono avvincenti… occorrono maggiore comunicazione e più frequenti innesti tra teatro, cinema e tv.

I tuoi prossimi lavori?

Ho fatto, per Sky, I delitti del barlume di Filippo Timi, in due puntate, sono in partenza per il Trentino per le riprese del prossimo film di Andrea Segre a da fine novembre a metà aprile sono in teatro con due spettacoli di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano.

Quali sono le tappe della tua carriera che consideri determinanti per il tuo percorso?

Il teatro è ed è stato fondamentale e fin dall’inizio ho avuto i primi riscontri: l’ingresso alla Paolo Grassi come attore tra moltissimi candidati, l’incontro con professionisti come Elio De Capitani, con cui ho fatto spettacoli all’Elfo di Milano (tra cui Blasted di Sara Kane e altri lavori che mi hanno portato ad avere riconoscimenti). Ma anche la collaborazione con registi come Nekrosius, con cui ho vinto il premio Ubu, e Luca Ronconi, con cui sto lavorando ancora. Sono stati tanti gli incontri e i testi a cui devo molto e ogni spettacolo l’ho affrontato come fosse l’ultimo. Al cinema è stata fondamentale la partecipazione in Vincere di Bellocchio, in cui ho interpretato il Podestà, tanto per cambiare il “cattivo”…

 

(Camilla Schiantarelli)