Mancano pochissimi giorni alle primarie del centrosinistra e tra gli istituti di ricerca demoscopici è guerra di numeri per prevederne gli esiti. In campo non cè solo il solito Renato Mannheimer. Il professor Renato Alzheimer, per esempio, anziano condirettore, insieme al ben più noto Little Tony, della società di sondaggi dopinione Quorum Mattum, a sua insaputa (disturbo bipolare o demenza senile?) ha interrogato telefonicamente 60 milioni di individui, neonati compresi, sparsi tra i dieci Paesi dellAsean (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico) e ha sorprendentemente rilevato – parole sue – che per il 97,8% degli abitanti di Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania e Cambogia, le primarie sono del tutto secondarie, mentre il 97,8% dello stesso campione ha dichiarato, in dieci lingue diverse, che non ha alcuna intenzione di andare a votare nei gazebo (il restante 1,3% non ha risposto: piangeva perché era lora della poppata).
Lo stesso risultato è stato ottenuto dalla AmPoll del Po, istituto demoscopico vicinissimo alla Lega Nord, che ha interrogato 185 elettori padani del comune di Cazzago Brabbia (Varese): alla domanda Il 25 novembre lei andrà a votare per le primarie del centrosinistra? tutti e 185 gli intervistati – essendo una giornata novembrina molto uggiosa – hanno risposto con il gesto dellombrello.
La candidata alle primarie Laura Puppato, informata sullesito delle due consultazioni demoscopiche, si è subito dichiarata preoccupata: Questo aumento abnorme degli indecisi e di coloro che si rifugiano nel non voto è un regalo a Grillo e al grillismo, a Berlusconi e al berlusconismo, a Tabacci e al tabagismo. Non possiamo lasciarci prendere da alcun tipo di rassegnazione. A tal proposito, vorrei qui richiamare una memorabile frase di Gandhi, ma (imbarazzo) in questo momento mi sfugge (aumento della sudorazione), cioè non è che non me la ricordo è che lui quella volta lha pronunciata in sanscrito vedico e ha pure utilizzato lablativo duale neutro che era, sfortuna nostra, retto da un aoristo forse in forma sintetica e non perifrastica. Credo che tutto ciò sia avvenuto con la complicità di Oscar Giannetto e del suo giansenismo o giannettismo?.
La professoressa Fiorella MAnnoia Heimer, invece, direttrice di 3D (Diamo Dati Demoskoppiettanti), è stata direttamente contattata dai cinque candidati per una serie di fondamentali motivi: primo, perché è simpatica; secondo, perché è proprio de sinistra sinistra; terzo, perché autrice di dieci fantastici cd, dal titolo Tutte (abbreviativo di: Tutte le statistiche su tutti i candidati che hanno partecipato a tutte le tornate elettorali – nazionali, regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e condominiali – succedutesi dalla nascita del Partito comunista italiano fino alla vigilia delle attuali primarie). Le è stato espressamente chiesto un sunto della sua preziosissima indagine storica: ne è venuto fuori un tomo alto 30 centimetri, composto da 40.893 pagine, fitto di nomi, numeri e percentuali. Matteo Renzi lo ha utilizzato al posto del crick per cambiare una ruota bucata del suo camper. Pier Luigi Bersani ha girato subito il plico a Piero Fassino, lunico – assieme a Nichi Vendola – che si potesse prendere la briga di leggerlo. Risultato? Fassino ha messo su un paio di chili (pur di non leggerselo tutto, se lè mangiato!), mentre Vendola, affascinato dalla prosa sedativa e ipnotica dellautrice, ha chiosato con inequivocabile chiarezza: La sinistra deve assimilare il sussulto della partecipazione con la carne dell’esperienza, contraddicendo in utroque iure i sinallagmi rivoluzionari: è una fertilizzazione problematica del limite del dirigismo, perché dentro il recinto della commutabilità non esiste una risposta pregiudiziale.
Ancora più tranchant il sondaggio realizzato dal professor Renato M. Heimer, dove M. sta per Mannaia. Con la sua indagine tra gli iscritti di Pd, Sel, Idv, Pdci, Verdi, Socialisti e Lib-Lab intitolata “La Ghigliottantina: su cento candidati ne salverei solo venti” ha messo a repentaglio la ritrovata armonia del centrosinistra. Vendola, fiutato il pericolo, non ha esitato a stigmatizzare l’operazione destabilizzatrice con un commento spumeggiante: “Viviamo davvero, come nell’apologo orwelliano, in un mondo nel quale le parole significano il loro contrario, sono gusci vuoti, fonemi e sintagmi che danzano nel vuoto; le parole sono evaporate o rinsecchite e per renderle frizzanti c’è chi le riempie di idrolitina”.
Molto interessante anche l’indagine condotta da Alex Manzonhimer, insigne professore assurto alle cronache statistiche per il saggio dal titolo “Dai Promessi Sposi a Dolce & Gabbana: coniugalità tra passato e futuro”, le cui conclusioni, a farla breve, sono le seguenti: “Fatto 100 i promessi sposi, il 10% arriva al matrimonio, il 25% dà vita a un’unione civile, il 20% rompe il fidanzamento, il 15% dice ‘Mogli e buoi dei Paesi tuoi’, il 7% dice ‘Mogli quante ne vuoi, tutti i buoi nei Paesi tuoi’, il 10% dichiara “Quanti cammelli vuoi per tenerti tutti i tuoi buoi e darmi moglie Paesi tuoi?’, l’8% uccide prima la futura suocera, il 3% risponde ‘Può ripetermi la domanda?’ e il restante 2% non vuol rispondere, perché gli han già fatto le corna (la moglie, non i buoi)”.
Tuttavia, l’interesse dei leader del centrosinistra non si è concentrato tanto su questo pur interessante spaccato della moderna società italiana, quanto sulla cosiddetta “Teoria dei polli di Renzi” che il professor Manzonhimer ha messo a punto poco prima dell’estate, quando i giochi e le candidature per la leadership della sinistra cominciavano a farsi evidenti. Di che si tratta? Per capirlo occorre riandare al capitolo terzo dei “Promessi Sposi”. Ricordate? I quattro polli, le cui otto zampe Agnese lega “come se facesse un mazzetto di fiori”, che Renzo, mentre s’avvia “fremendo” verso Azzecca-garbugli, scuote in continuazione, facendo “balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”? Ecco, per il professor Manzonhimer non solo i vecchi notabili, ma anche l’attuale dirigenza del centrosinistra talvolta si appropria di tali comportamenti, e spesso nelle situazioni più delicate: non fanno altro che beccarsi l’un l’altro. Ha colto immediatamente la palla al balzo il solito e scaltro Nichi Vendola, che non ha esitato a fornire una risposta “quintessenziale”: “La sinistra deve combinare lo spasimo della fratellanza con la carne dell’esperienza, marginalizzando in vitro non solo gli enigmi rivoluzionari, ma anche la malvagità contro i corpi collettivi che è concomitante con la serializzazione dei plutocrati: è una giustificazione sistematica del limite del nichilismo, perché dentro il recinto della commutabilità non esiste una risposta quintessenziale”.
Ma il sondaggio che più farà discutere è quello della “Licantro Poll” di Lupo Mannharimer, il quale ha deciso di selezionare i destinatari, fornendo due versioni non del tutto simili. Quella recapitata a Bersani, Renzi, Tabacci e alla Puppato si intitola “Homo homini lupus: qual è il candidato giusto per affrontare gli artigli del centrodestra, qualora fosse malauguratamente (per il centrosinistra) guidato da Maurizio Lupi?”. A Vendola, invece, ne è stata consegnata una versione che si discosta, e non poco, dalla prima: “Omo omini lupus: qual è il candidato che non capisce un’acca?” Il segretario di Sinistra Ecologia Libertà, sentendosi chiamato in causa, ha avuto a caldo una reazione stizzita, ma è riuscito pubblicamente a replicare in maniera più signorile: “La democrazia è non soltanto la radiografia canonica dei fulgori filologico-binomiali del presente ma, in qualche maniera, ha una capacità, se possiamo dire così, di lussazione sardonica e di calibrazione che va oltre il limite tridimensionale, se il bene comune lo preserva con concomitanza o se assume la venerazione del linguaggio che la fonda come principio di verità ed esodo dalla gabbia del neutro-signorile”.
Opposta, veemente, anzi quasi mordente, la contro-replica di Lupo Mannharimer, che, come al solito, quando viene contraddetto diventa una belva. Accecato dall’ira e con la bava alla bocca, ha sfidato pubblicamente Vendola a dibattito, da tenersi in un qualsiasi luogo a scelta del governatore della Puglia. Unica condizione posta dal professor Mannharimer, che lo scontro avvenga la sera di mercoledì 28 novembre. Un dibattito al chiaro di luna. Piena.
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