Era lottobre del 1912 quando Edgar Rice Burroughs diede alle stampe la prima avventura di Tarzan, il re della giungla. E da allora il successo delluomo scimmia – senza dimenticare le inseparabili Jane e Cita – non ha conosciuto ostacoli: libri, fumetti, film, cartoons ne hanno celebrato le gesta eroiche, la sua capacità di lottare vincendo contro leoni e coccodrilli. E a 100 anni di distanza, gli eredi del vecchio Edgar hanno deciso di dare una rispolverata al vecchio eroe mutandato, per renderlo più moderno e appetibile ai gusti e alle esigenze di un pubblico planetario, dai mille gusti e dalle mille sfaccettature. Da qui lidea di un concorso, a livello mondiale, così che il nostro eroe ritrovato possa avere il maggior tasso possibile di penetrazione. Le migliori idee planetarie possiamo offrirvele in anteprima esclusiva.
TarZen. Viene direttamente dalla Mongolia, questo Tarzan orientaleggiante, meditabondo e contemplativo. Vive lontano dalla capitale Ulan Bator: molto meglio la steppa del deserto del Gobi, sufficientemente temperata per potersi permettere il torso sempre nudo, mentre rimane filosoficamente meditabondo, con le gambe incrociate, le braccia alzate, pollici e indici che si toccano. Più volte, nellarco dellinterminabile giornata, pronuncia il fatidico mantra Ohm, ohm e almeno una volta al giorno Ohmelette, ricordando a Jane che non di solo mantra vive luomo. Sua fedele compagna è Darwin, una piccola primate, o meglio, una scimpanZen, che sa tutto di evoluzione della specie, essendosi laureata in Storia e filosofia delle banane alluniversità Magilla Gorilla.
TArmanijeans. Giorgio è il re della giungla metropolitana, sempre attento al proprio, succinto, abbigliamento. Anziché usare il classico costume adamitico, TArmanijeans si fa prestare da Jane le sue perizomiche gonnelline (naturalmente, di jeans) leopardate. Unico chiodo fisso, che gli orli del vestitino siano sempre ben cuciti e resistenti anche ai corpo-a-corpo con leoni e coccodrilli. In caso contrario, TArmanijeans si inalbera (nella giungla metropolitana non ci si arrabbia, ci si inalbera) e lancia grida belluine. Così nasce il leggendario orlo di Tarzan, lurlo che scuote di paura tutti gli animali urbani. TArmanijeans è segretamente innamorato di Liana Orfei, e proprio per questo, ogniqualvolta le loro strade si incrociano, perde la testa e non riesce a evitare di fare numeri da circo.
TarZuegg. Personaggio reinventato nel vicino Canton Ticino, diventa, nella trasposizione rossocrociata, un eroe ecologico, dedito alla coltivazione della frutta, da cui ricava vari tipi di confetture, comprese ovviamente le banane (che, comè noto, crescono prosperose e abbondanti, soprattutto nel triangolo Chiasso-Zurigo-Neuchatel). Tra le sue specialità segnaliamo la marmellata di cocco (non la noce, ma lalligatore), ottenuta con una ricetta semplice quanto efficace: TarZuegg afferra un coccodrillo delle paludi del Mendrisiotto, con i denti gli toglie la corazza squamosa, poi, con la sola forza delle nude mani, lo stringe forte, così da estrarne un succo denso; percuotendolo energicamente con della canna da zucchero, aggiunge alla sostanza estratta quel tipico sapore dolciastro della confettura di cocco. Ha per compagni di viaggio e di avventura la scimmia Skipper, che va matta per i suoi succhi di frutta, e Selina, la sua Jane, curatrice del marketing, che cura lexport in tutta lAfrica con il marchio Un succo da urlo.
TarZoeggeler. È il Tarzan delle nevi. Vestito con giacca a vento adamitica (una pesantissima mutanda in pile), si muove tra l’Alaska e la calotta polare artica con uno slittino, trainato da Yeti, una scimmia alta due metri e mezzo. Jane invece soffre molto il freddo e durante la stagione più gelida va a vivere a Bordighera, in una comunità di monache. Foche monache. TarZanichelli. Avendo frequentato l’Università di Kinshasa-sa-Kinonshasa-non-sa, ha mandato a memoria interi vocabolari nelle lingue più disparate. Istruzione mostruosa+vita nella giungla=cultura bestiale: riesce a saltare con rapidità da un argomento all’altro, così come da una liana all’altra. Porta sempre con sé nella cartella una scimmia, come lui molto acculturata, che si chiama “Cita a memoria”. E Jane? Per una sorta di legge del contrappasso, è analfabeta: passa interi pomeriggi a scambiarsi fonemi e suoni di vario tipo con il cugino di Cita, King Kong, e con sua moglie Godzilla, mentre con l’uncinetto intreccia ceste per elefanti fatte con le liane.
TarZanf. Personaggio francese di origini ottocentesche, ripensato e modernizzato dal transalpino Edgar Rice Camembert. Refrattario all’acqua, non conosce l’uso del sapone, non nuota, né tantomeno lotta con i coccodrilli. Stesso trattamento riserva alle altre belve feroci, tigri e leoni in primis: a TarZanf è sufficiente una semplice alzata di ascelle per stenderli anche a metri di distanza. Questo importante dettaglio ha spinto Jane, donna dall’olfatto straordinario, ad andare a dormire dalla suocera, nelle foreste del Borneo. Ora TarZanf vive solo con una scimmia, Citronella, che per non sentire il suo sgradevole afrore sniffa in continuazione borotalco, fino allo stordimento.
TarZaino. Tarzan montano inventato da Edgar Rice Messner: eroe schivo, di poche parole, alle liane preferisce le ciaspole. Veste un costume adamitico alla zuava, un cappellino di lana in testa, guanti in criniera di leone e un paio di scarponi da sci in pelle di coccodrillo. Vive in una baita su una sequoia alta 450 metri, raggiungibile con una sequovìa. Al suo fianco l’inseparabile Jane, che TarZaino, per le sue origini dolomitiche, preferisce chiamare Isolde. In passato ha avuto tre storie importanti: con Ricòla (una ragazza svizzera dolce come una caramella, che sapeva prenderlo per la gola), Heidi (una montanara elvetica, che sapeva portarlo in giro su per i monti come una capra) e Monte Rosa (anzi, mettendo prima il nome e poi il cognome, Rosa Monte, un’italiana molto intelligente, in pratica una cima, con cui TarZaino è andato sempre in Bianco). Al suo fianco, come lo sfondo montano impone, non una scimmia, ma un bel San Bernardo, che si chiama Citurno (perché non parla mai).
TarZonzo. Personaggio inquietante e misterioso, che si aggira circospetto di liana in liana, nato dalla fantasia del navigato scrittore lusitano-brasiliano Edgar Rice Ulysse Niña Pinta Santamaria Magellano Vasco de Gama, che lascia persino il suo passato avvolto in un mistero simile a una giungla fittissima e impenetrabile. La non facile convivenza con la fedele Jane giunge improvvisamente a una svolta: “Esco a prendere una confezione di TarZibibbo (è il vino profumatissimo della giungla prodotto da un suo cugino enologo, TarAllucci, ndr)”, sussurra TarZonzo a Jane. Le sue ultime parole; poi, più nulla, nemmeno una traccia. Da allora, Jane piange lacrime di coccodrillo e i coccodrilli lacrime di Jane, mentre Cita è ancora lì ad aspettarlo, incollata al citofono della capanna dove abitavano insieme, forse felici e contenti. O forse no.
Tar. È un Tarzan vecchio e malandato, quasi sordo, se non rintronato dai suoi continui urli. Ma non si arrende… e continua a battersi il petto, forse per via di una tosse cronica o forse per il rammarico di non aver fatto fortuna in gioventù come il ben più noto Sandokan (di cui è sempre stato invidioso: in Malesia c’è il mare con le sue benefiche proprietà salmastre, vuoi mettere a paragone con il clima umido della foresta?). Così, per passare il tempo, Tar ha aperto un piccolo ufficio nel cuore della giungla. Gli animali della foresta, sui quale esercita ancora un certo appeal, si rivolgono a lui ogniqualvolta devono fare ricorso contro le ingiuste decisioni prese dal presidente del tribunale, uno scimmione chiamato Citazione in Giudizio. Pensate: Tar, molto spesso, ha ancora la meglio! E Jane, vi chiederete? Beh, è fuggita nel West e si fa chiamare Calamity Jane: con il suo costumino leopardato, firmato TArmanijeans, attira i rudi cowboys come il miele le api.