Servizio Pubblico, puntata del 6 dicembre 2012 (video) – La puntata settimanale di Servizio Pubblico, talk show in onda sulle frequenze di La7 e condotto da Michele Santoro con la collaborazione tra gli altri di Marco Travaglio e Luisella Costamagno, è intitolata Pronto, Presidente?, con chiaro riferimento alla questione delle intercettazioni telefoniche che vedono lex presidente del Senato e del CSM, Nicola Mancino, rivolgersi al Quirinale per chiedere un intervento sulle indagini relative alla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia risalente ai primi anni Novanta. Oltre a tale argomento vengono discusse le novità politiche della giornata con il Popolo della Libertà che, astenendosi dal voto in Senato e annunciando di voler fare lo stesso alla Camera, ha di fatto avviato una fase di crisi politica che potrebbe spegnere linterruttore al Governo Monti prima della sua normale scadenza. In studio ci sono il presidente della RCS Libri Paolo Mieli, lonorevole Calogero Mannino del gruppo Misto, il sindaco di Napoli ed esponente del cosiddetto Movimento Arancione Luigi De Magistris e, in collegamento dal Guatamela, il pm Antonio Ingroia. La primissima parte della discussione viene dedicata proprio agli ultimi sviluppi della giornata politica italiana che, come riassume Santoro, ha avuto inizio in mattinata con le dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e de Trasporti, Corrado Passera: questultimo, durante la sua partecipazione alla trasmissione Rai, Agorà, non si è espresso a favore del ritorno in campo di Silvio Berlusconi annunciata la sera precedente. Passera, seppur sottolineando come il suo pensiero non sia di natura politica, ha evidenziato come tutto ciò che tendenzialmente fa tornare al passato non è sicuramente una cosa positiva. Secondo alcuni, come rimarca lo stesso Santoro, questo sarebbe stato preso a pretesto dal Popolo della Libertà per smarcarsi dalla linea politica ed economica tenuta in questo anno dal Governo Monti dando il via ad una lunga campagna elettorale che le parole di Berlusconi anticipano, essere improntate su forti critiche su quanto fatto dallattuale esecutivo e come la situazione sia peggiorata. A questo punto cè grande attesa per lincontro che il segretario nazionale del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, avrà nelle prossime ore con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che vuole sondare se vi siano o meno le basi per poter andar avanti con lesperienza di Governo del Professor Monti. Come sottolinea lo stesso Santoro, intanto i primi effetti di ciò si hanno sui mercati finanziari con lo spread, recentemente sceso sotto quota 300, salito in pochissime ore di circa 30 punti base e con la Borsa di Milano che ha chiuso in perdita dopo alcuni giorni molto positivi. Paolo Mieli crede che questi fatti delle ultime ore abbiano spazzato via ogni dubbio su alcune questioni: in particolare, sottolinea, questo smarcamento del Pdl dallattuale maggioranza è un chiaro segnale del partito di voler andare a votare in una data unica (election day) intorno ai primi giorni di febbraio, evitando la doppia data che potrebbe avere effetti deleteri per il centrodestra. In secondo luogo, per Mieli, questa crisi improvvisa è anche indice della volontà di voler andare al voto con lattuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, in quanto più in linea alle necessità della coalizione. Largomento successivo, come detto, è quello relativo alle intercettazioni che i magistrati di Palermo e in particolare Antonio Ingroia hanno casualmente conseguito e che vedrebbero il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano , interloquire con Nicola Mancino, indagato per la cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia. La decisione della Consulta, resa nota da poco, è stata in linea con le attese , per lo meno secondo il parere di Ingroia che la reputa una sentenza di natura politica e che in sostanza dice alla procura di Palermo di depositare queste intercettazioni affinchè possano essere distrutte. Quindi, a suo giudizio, la Consulta cerca di non far trapelare il contenuto di quelle intercettazioni anche se lo stesso Ingroia sottolinea come si avrà il risultato opposto in quanto in questa maniera, quindi depositandole, quasi certamente saranno date in pasto ai mass media che potrebbero pubblicarle. Ingroia rimarca come la procura di Palermo aveva preso una decisione che per prima cosa non andava contro la legge e la Costituzione, mettendole al riparo da possibili pubblicazioni pubbliche. Nel corso della trasmissione i vari ospiti e anche grazie alla ricostruzione fornita da Travaglio e lo stesso Ingroia, ritengono che ormai la Trattativa tra lo Stato e la Mafia sia una certezza storica e come probabilmente il giudice Borsellino sia morto perché ritenuto da qualcuno un pericolo per lesito della Trattativa. “Se la strage di via d’Amelio non è stata pensata, concepita, da uomini dello Stato, di certo lo Stato ne è stato complice. Questo posso dire di saperlo, dice il pm dal Guatemala. Viene poi mandata in onda unintervista rilasciata dalla moglie di Borsellino, Agnese, che parla di un incontro avuto dal marito con Mancino e dopo il quale sentì dirgli che si sentiva in pericolo di morte.